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23 settembre 2013

San Pietroburgo: nel giardino d'estate dove le muse portano gli stivaletti e i tacchi alti

Tra i luoghi più amati dai cittadini di San Pietroburgo, il Giardino d'estate occupa il primo posto e tra i siti storici legati al nome di Pietro il Grande è secondo in lista, dopo la Casetta Rossa in legno usata nei mesi estivi dallo zar durante la costruzione di San Pietroburgo. In tutte le stagioni è piacevole fare due passi a una decina di minuti dalla prospettiva Nevskij e passeggiare tra tigli e aceri altissimi pur rimanendo in città. I viali rettilinei delimitati dal canale dei cigni e dalle acque della Fontanka sono intervallati da statue e busti e consentono di incontrare Cesare e il Re Mida e numerosi personaggi della mitologia antica.Quasi sempre si vedono mamme o nonni pazienti che si soffermano davanti alle statue spiegando ai pargoli il significato delle allegorie rappresentate dalle sculture. I nomi degli artisti sono italiani quali Pietro Baratta, Giovanni Bonazza e F.Cabianca. La statua della  giustizia o quella della brevità della vita, ma anche l'allegoria della bellezza sono quelle che attirano maggiormente il pubblico.Notiamo invece che Il gruppo con Amore e Psiche sembra invece lasciare indifferenti i pietroburghesi, forse perchè hanno capito che una cosa è vedere un gruppo scultoreo realizzato dal Canova altro è vederne una copia, quindi vanno ad ammirarne l'originale, magari in inverno, direttamente all'Ermitage, forse hanno dimenticato che ormai dopo il recente restauro tutte le statue del giardino sono copie e molte non sono neanche di marmo scolpito ma di resina.
Mentre in estate il parco è affollato di turisti, in autunno sono i cittadini a riappropriarsene, soprattutto nei fine settimana e il flusso aumenta con l'accentuarsi degli splendidi cromatismi autunnali che spinge anche i meno esperti ad utilizzare macchine fotografiche e smartphone per fissare questi autentici capolavori naturali.

Se leggendo qualsiasi guida turistica o consultando qualche pagina su internet si ottengono le informazioni di base circa l'origine del Giardino d'estate voluto e in parte progettato dallo stesso zar Pietro I nel lontano 1704, solo passeggiando al suo interno e aguzzando la vista si scoprono alcuni particolari curiosi.
Per apprezzare la più curiosa delle nostre scoperte occorre rammentare che Pietro I richiedeva direttamente in Italia, soprattutto a Venezia e Roma, tramite i suoi fidati collaboratori Kologrivov e Raguzinskij, il tipo di statue e busti che avrebbe voluto per il suo giardino, tuttavia non si limitava a scegliere le opere in marmo ma si occupava anche della scelta delle piante, sia ornamentali che da frutto e perfino degli ortaggi (la qual cosa suscitava le critiche  di chi non apprezzava che lo zar si occupasse di cose ritenute futili come il giardinaggio o si interessasse dell' esito della spedizione delle peonie o dell'erba balsamina ).
Va ricordato anche che lo zar effettuava numerosi spostamenti per coordinare tutte le opere necessarie alla costruzione di San Pietroburgo, ufficialmente fondata nel 1703, non passava quindi molto tempo con le mani in mano ma preferiva essere presente quasi ovunque, specie laddove si costruiva un nuovo bastione della fortezza di Pietro e Paolo o si varava una nuova imbarcazione o se c'era da contrastare qualche tentativo di attacco per mare da parte degli svedesi che aveva cacciato qualche anno prima dalla fortezza di Shlisselburg sul lago Ladoga.
Durante questi frequenti spostamenti si era creato un affiatato quartetto composto dall'amico fidato Menshikov e da due donne:Darja e Marta.
Menshikov sposerà Darja nel 1706 e lo zar sposerà Marta che convertitasi alla religione ortodossa prenderà il nome di Caterina.Il primo matrimonio sarà celebrato nel 1707 e verrà tenuto segreto mentre quello pubblico avverrà nel 1712, ma lei aveva già dato a Pietro ben tre figli e in totale saranno 11, ma solo due sopravviveranno . Le peripezie di Caterina sono ben note: nata Marta Skavronskaya era figlia di un contadino lituano poi trasferitosi in Livonia (Svezia). Rimane presto orfana e si occupa di lei un pastore luterano presso il quale in pratica svolge il ruolo di cameriera.Poi con l'arrivo delle truppe russe in terra svedese inizialmente fa la vivandiera e poi passa a servizio presso la residenza del luogotenente Seremetev.Infine Menshikov fidato collaboratore di Pietro I convince Seremetev a cedergli la ragazza che così entra nell'entourage imperiale all'età di diciannove anni e inizia a frequentare il suo futuro marito e zar di tutte le Russie che all'epoca ha trentuno anni e si è già ammogliato una prima volta.
Caterina non viene descritta come donna avvenente, aveva occhi neri e capelli biondi ed era sicuramente dotata di fascino ma soprattutto era buona di spirito, generosa , spontanea e portata per l'allegria.La sua paarticolare vivacità e il suo senso pratico uniti ad una buona salute e a un linguaggio spiccio e diretto la facevano la compagna ideale per un uomo sempre attivo sia in tempi di pace che sui terreni di battaglia, essendo questa la vita condotta dal giovane Pietro I.Lei seppe con intelligenza guadagnarsi l'affetto dello zar e nonostante il suo carattere burbero riuscì a capire quando trattarlo da bambinone, curarlo con affetto durante i suoi attacchi epilettici o consigliarlo nelle faccende più tormentate soprattutto quando era portato a prendere decisioni istintive contro i suoi stessi collaboratori che approfittavano della sua benevolenza, scatenando la sua ira.
Adesso che vi siete, speriamo, appassionati a queste vicende, andate ancora più indietro con la memoria alla mitologia classica e cercate di rammentare qualche notizia sulle Muse.Vi facciamo aiutare da Esiodo che spiega come le Muse fossero figlie di Zeus e Mnemosyne, la memoria. Erano divinità benefiche che facevano cessare ogni angustia e dimenticare ogni male,quindi a ben vedere operavano come Caterina.Nove sono le Muse e cantando il presente, il passato e l'avvenire sono in grado di allietare gli dei dell'Olimpo seguendo le melodie di Apollo.Come si sa ad ogni Musa è assegnato il patrocinio di un genere artistico o letterario: Clio rappresenta la Storia mentre Calliope la Poesia narrativa, Melpomene e Talia raffigurano la Tragedia e la Commedia. Lasciamo ai lettori la scoperta dei generi affidati a Euterpe, Erato,Tersicore,Urania e Polimmia.
Ritorniamo adesso al Giardino d'Estate di San Pietroburgo e andiamo a cercare Talia o Thalia: la troverete in fondo alla lunga galleria di tralicci coperti di vegetazione. Benchè sul basamento ci sia scritto il suo nome non ha in mano la classica maschera teatrale, attributo che l'avrebbe distinta tra le numerose figure di donne presenti nel giardino.
Se non ne leggessimo il nome potremmo assimilarla a una qualsiasi dea della bellezza visto l'atteggiamento e la nudità.Ma scendete alle gambe e alle calzature indossate da questa musa un po' speciale e scoprirete che forse questa statua nel lontano 1716 fu richiesta dallo zar non per mostrare il suo amore dell'arte ma per dimostrare il suo affetto a Caterina che ovviamente a queste latitudini indossava sempre dei graziosi stivaletti con tacco alto, eccovi allora al cospetto di una decima speciale musa dalla pettinatura barocca che allieta con lo sguardo e rasserena con il suo petto materno ma che ha abbandonato i tradizionali sandali per indossare come è giusto a queste latitudini, calzature adatte alla neve, ai pantani e ai percorsi accidentati in slitta.

Per chi volesse approfondire l'argomento suggerisco la lettura di questi libri:
V.O.Kljucevskij  Pietro il grande ( volume introvabile in libreria)
Robert K.Massie Pietro il grande (un testo ricchissimo di aneddoti e curiosità)
F.Ramorino Mitologia Classica illustrata (Un classico della Hoepli )