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17 ottobre 2014

Antiche foreste russe: sulle tracce dei larici piantati dallo zar Pietro I il Grande


Tra quegli intrepidi viaggiatori che ogni anno affrontano le forche caudine per l'ottenimento del visto necessario per recarsi nella Federazione Russa, è raro trovare qualcuno che si sia azzardato ad allontanarsi dagli itinerari consueti offerti dai tour operator. Inoltre gli itinerari offerti non tengono conto di coloro che hanno già visto sia Mosca e il suo Cremlino, sia San Pietroburgo nella classica sequenza: Ermitage, Peterhof, Pushkin e passeggiata su Nevskij, associata alla immancabile gita sui canali. Il massimo che ci si sente offrire dalle nuove leve del turismo è un sovietic-tour a bordo di una vecchia Volga del 1979 dai sedili color senape o una funambolica passeggiata sui tetti dei vecchi edifici della città non certo ideale per chi ha raggiunto l'età pensionabile.

A questa considerazione si aggiunga che molti espatriati che vivono o lavorano in terra russa, non sembrano cogliere l' opportunità di vivere, anche se temporaneamente, nel paese non solo più esteso al mondo, ma anche dotato di ettari ed ettari di aree naturali di incredibile bellezza a completa disposizione e facilmente raggiungibili a basso costo con i mezzi di trasporto pubblici.
Essendo questo post dedicato in particolare a coloro che vivono o intendono visitare la regione di Leningrado (l'area che circonda la città di San Pietroburgo) daremo qualche spunto e racconteremo qualche curiosità sui luoghi e le gite che è possibile auto-organizzare per andare alla scoperta degli ambienti naturali di questa estesa"oblast" = regione.
Citiamo senza entrare nei dettagli, alcuni dati della regione che dovrebbero convincere i prossimi viaggiatori a guardare oltre Prospektiva Nevskij, magari visitando Kronstadt e Gatchina e ricordare di aggiungere al bagaglio il necessario per effettuare gite fuori città ,alla scoperta di laghi e foreste; va detto poi che gran parte del territorio è pianeggiante visto che qui la massima altura non arriva neanche ai 300 metri s.l.m.
L'oblast di Leningrado occupa un'area di 83.908 Km.quadrati ed al suo interno scorrono vari fiumi: oltre la ben nota Neva ce ne sono molti altri, che creano insieme ad affluenti e tributari minori una rete fluvale di 50.000 Km.
Il numero dei laghi è impressionante: ce ne sono ben 1800 , senza contare il più grande bacino europeo che è il lago Ladoga (vedi post su Shlisselburg) che da solo occupa un'area di 17.700 Km quadrati; citiamo anche l'Onega poco più a nord-est che non è da meno con i suoi 9.890 Km quadrati.

Passiamo adesso alle foreste che secondo i dati ufficiali occupano  il 55,5% dell'intera oblast di Leningrado.
Stiamo parlando di un'area di 8.590 ettari, mentre le aree paludose ricche di avifauna coprono il 17% del territorio. Chi dispone di più tempo e ama i paesaggi incontaminati dovrebbe tener conto che la vicina Repubblica di Karelia, a nord di San Pietroburgo, dispone di 17.240 ettari di foreste (il parco d'Abruzzo esteso in tre regioni del centro Italia occupa 4.680 ettari).Se poi facciamo la somma dell'intero territorio della sola Russia europea, raggiungiamo i 383.180 ettari di foreste.Vi risparmio i dati per l'intera Russia solo perché alcuni imponenti incendi avvenuti in Buriazia e in altre aree siberiane hanno distrutto recentemente migliaia di ettari di foreste e quindi occorre ricalcolare i dati complessivi.
Avrete tuttavia intuito da questi pochi numeri come oltre le dimore degli zar e i giardini imperiali ci sia da scoprire questo straordinario patrimonio naturale a portata di mano ma defilato e sconosciuto a gran parte dei viaggiatori, inclusi molti cittadini russi, che conoscono magari il nome di certe riserve naturali protette, ma sono pochissimi poi quelli che realmente le hanno visitate.
Molti preferiscono infatti ritornare nello splendido parco di Pavlosk con il comodo treno dalla stazione di Vitebsk o passare una giornata nel parco Alexandrovsky a Pushkin in autunno, quando i colori dorati della vegetazione attirano un folto pubblico  fornito di macchine fotografiche, per godere degli ultimi tepori e portare a casa un ricordo vivace di quei suggestivi paesaggi tanto amati da Pushkin.

Ma prima di parlarvi della più antica foresta di larici vi faremo fare un bel salto all'indietro ai tempi dello zar Pietro I e dei suoi decreti imperiali dedicati proprio alla conservazione delle foreste.
Va detto che fino alla fine del XVII secolo non si era fatto molto in tema di protezione dell'ambiente.
Si riteneva infatti che chiunque avesse avuto bisogno di tronchi per costruire una casa o un ponte o legna per riscaldarsi o per costruire utensili, potesse farlo senza limitazioni vista l'enorme disponibilità e la scarsa densità della popolazione.La situazione cambiò allorquando lo zar Pietro I , fondata San Pietroburgo nel 1703 e avendo necessità di controllare le foreste, riservate a fornire il legname necessario alla costruzione della prima flotta dell'Impero russo, emanò vari decreti che regolamentavano sia l'accesso che l'uso delle foreste. Per la prima volta venivano anche comminate multe in denaro e pene severe, inclusi lavori forzati e pena di morte a chi avesse abbattuto querce, pini o larici  che avessero una circonferenza superiore ai 53 cm.
Alle norme e ai regolamenti fece seguito anche la nomina di speciali controllori di specifiche aree forestali e già nel 1719 esisteva il Waldmeister, un ispettore forestale incaricato di far rispettare i regolamenti imperiali.
A questa carica derivata da modelli tedeschi vennero poi associate le figure di guardie forestali di diverso grado e livello a cui vennero impartite speciali istruzioni redatte secondo i modelli stabiliti da Pietro I. La grande lungimiranza dello zar era evidente in ogni sua decisione, come quella di far piantare centinaia di ghiande di quercia lungo la strada che portava alla dimora imperiale di Peterhof.
A chi gli faceva notare sarcasticamente che lui non sarebbe sopravvissuto tanto da vedere quelle querce mature , lui replicava alla loro stupidità rispondendo che le successive generazioni avrebbero avuto grazie a lui, legna per costruire nuove navi e che lui, lo zar, non pensava a se stesso ma al futuro del suo paese.Ovviamente Pietro il Grande non si limitò a qualche decreto ma si adoperò per la creazione di un Collegio statale per esperti forestali che vide tra i primi ideatori dei programmi di studio, il grande Mikhail Vasiliyevich Lomonosov, una sorta di Leonardo da Vinci in terra russa che aveva scritto tra le tante opere riguardanti vari rami delle scienze, anche un trattato sulle foreste.
Vi abbiamo sintetizzato i primordi della scienza forestale e chi volesse approfondire la materia assai vasta ma anche appassionante, troverà in questo link maggiori informazioni in inglese.


Gli svettanti larici della Foresta Lendolovskaya (Roshino,Russia)
Passando adesso dalla teoria alla pratica, vi sveliamo che a circa 70 km da San Pietroburgo procedendo in direzione nord , ubicata a circa tre km dalla stazione ferroviaria di Roshino si trova la più antica foresta di larici d'Europa. Tale foresta chiamata Lendulovskaya rosha è stata voluta da Pietro I il Grande e i suoi esperti botanici hanno realizzato in questo luogo, ritenuto ideale, un esperimento volto alla creazione di una foresta artificiale di larici.
Essa è stata realizzata a partire dai semi raccolti nelle foreste che si affacciano sul Mar Bianco, nella regione di Archangelsk. Per i neofiti in materia diremo che quello del larice è  ritenuto tra i legni più compatti e resistenti: resiste infatti al calore, ai gas, all'umidità, agli attacchi di funghi ed anche agli insetti, ed è in grado di resistere parecchi anni senza deteriorarsi. Non è certo casuale che Pietro il Grande avesse fatto costruire una flotta di oltre 500 navi realizzate con resistentissimo legno di larice.
Lo zar del resto aveva fatto tesoro delle relazioni di Peter Simon Pallas che per parecchi anni aveva esplorato le aree siberiane collezionando e studiando piante e minerali.Il naturalista tedesco, figlio di un medico chiamato da Caterina di Russia, era stato il primo a magnificare le straordinarie qualità del larice siberiano dimostrandone scientificamente la sua resistenza alla putrefazione.
Pochi sanno che la città di Venezia come la Cattedrale di Sant'Isacco a San Pietroburgo sono entrambe costruite su una miriade di pali di larice.

Oggi a distanza di trecento anni, nella foresta protetta Lendulovskaya non si trovano più i larici originari piantati da Gabriel Fokel ed i suoi allievi, ma quelli che sono stati piantati successivamente dai forestali eredi di quella antica tradizione che accanto al taglio degli alberi, prevedeva anche l'inserimento di nuovi esemplari e di nuove specie. Oggi nei quasi 1000 ettari della foresta Lendulovskaya troverete anche pini, abeti, frassini ma anche ontani e qualche quercia.
La cura non sempre costante, qualche rovinosa tempesta e le guerre hanno fatto dei danni, ma nonostante tutto riusciamo ancora oggi ad ammirare splendidi esemplari di larici di specie diverse, dagli aghi dorati, durante l'autunno, svettanti per oltre trenta metri tra pini e cespugli di bacche eduli. Sul terreno estesi e morbidi tappeti spugnosi di sfagno color smeraldo e ovunque funghi di ogni genere e colore.
Non manca un laghetto che tuttavia non riesce a far specchiare le alte cime degli alberi che lo circondano. L'itinerario è agevole con qualche dislivello e una radura iniziale consente la sosta, per un rapido spuntino. Guardando con attenzione si potranno trovare le etichette poste sugli alberi più vetusti e la loro numerazione. La foresta Lendulovskaya è visitabile in qualsiasi periodo ma ovviamente nel periodo invernale offrirà panorami ben diversi dai colori dorati autunnali: andateci in periodi diversi e godetevi la bellezza di questi luoghi unici.
Se disponete di un'auto partendo da San Pietroburgo dovrete procedere verso Kamarovo e superato il ristorante Russkaya Ribalka (che vi consigliamo vivamente) procedete ancora per una decina di minuti fino ad un bivio dove svolterete a destra in leggera salita fino a raggiungere la stazione di Roshino; quindi riattraversate i binari a sinistra seguendo le indicazioni per Lendulovskaya Rosha e dopo pochi minuti sulla vostra sinistra troverete un grosso cartello e la strada di accesso all'area forestale che si trova 300 metri più avanti, dove si trovano tavoli con tettoie e spazi per il  parcheggio.
Un'altra località molto piacevole da visitare è Sestroretsk ubicata a Nord est sul Golfo di Finlandia e raggiungibile con i bus e marshrutke che partono da Chёrnaya Rechka di fronte alla stazione della metropolitana.Guardando lo stemma della cittadina, nota per una delle prime fabbriche di munizioni della Russia, si scopre un ramo di quercia e le onde blu del Baltico.
Le querce del Parco Dubki in un dipinto di Shishkin

Oltre al piacevole lago Razliv che forma anche un' inusuale cascata e su cui si affaccia la grande cattedrale ortodossa di San Pietro e Paolo, vale la pena di recarsi a Sestroretsk, che ha da poco festeggiato lo scorso settembre i 300 anni dalla sua fondazione risalente al 1714, soprattutto per visitare il Parco Dubky affacciato sul golfo di Finlandia sul Mar Baltico.

Qui non troverete larici siberiani ma numerose querce eredi di quelle fatte piantare da Pietro il Grande nel 1719 intorno a una residenza di cui non rimane più traccia. Si rimane alquanto stupiti nel trovare grandi alberi di questa specie protendersi verso il mare quasi a volersi tuffare nelle trasparenti ma poco invitanti acque del Baltico. Ancora di più sorprende nel vedere decine di grosse cozze variopinte fare quasi da ornamento alla base delle radici coperte di morbido muschio.Ne troverete molte anche sulla riva del mare, un mare senza odore e senza onde, ma a noi quelle cozze hanno ricordato certi dipinti di De Chirico per la forma smorta e allungata dei pallidi molluschi sparpagliati ovunque vicine e lontane dall'acqua.
Le spiagge dorate del parco invitano tuttavia a prendere il sole nella stagione estiva, fare un tour in bici o godere dei colori dorati in autunno; ricordate tuttavia che siete pur sempre sul Baltico e le brezze nordiche si fanno sentire.
Il noto pittore russo Shishkin (vedi il suo dipinto in alto a destra) diceva che la Russia è la terra dei paesaggi, se avete dubbi su questa definizione guardate con calma la galleria dei numerosi dipinti in questo link, resterete affascinati anche voi dalle foreste, gli alberi e la natura della Russia.
Il numero esteso delle riserve e delle aree protette ci obbliga a nuove esplorazioni e ricerche: non escludiamo altre entusiasmanti scoperte, quindi seguiteci o dateci i vostri suggerimenti.
A completamento di questo post dedicato a un appassionato piantatore di foreste inseriamo uno dei più noti e poetici film d'animazione realizzato da Frédérick Back e vincitore di un oscar nel 1988.
Si tratta della trasposizione del ben noto racconto di Jean Giono: L'uomo che piantava gli alberi. Fatelo vedere a figli e nipoti: vale più di tanti proclami sull'ambientalismo corrente.
  ▶ L'uomo che piantava gli alberi - YouTube