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17 ottobre 2014

Antiche foreste russe: sulle tracce dei larici piantati dallo zar Pietro I il Grande


Tra quegli intrepidi viaggiatori che ogni anno affrontano le forche caudine per l'ottenimento del visto necessario per recarsi nella Federazione Russa, è raro trovare qualcuno che si sia azzardato ad allontanarsi dagli itinerari consueti offerti dai tour operator. Inoltre gli itinerari offerti non tengono conto di coloro che hanno già visto sia Mosca e il suo Cremlino, sia San Pietroburgo nella classica sequenza: Ermitage, Peterhof, Pushkin e passeggiata su Nevskij, associata alla immancabile gita sui canali. Il massimo che ci si sente offrire dalle nuove leve del turismo è un sovietic-tour a bordo di una vecchia Volga del 1979 dai sedili color senape o una funambolica passeggiata sui tetti dei vecchi edifici della città non certo ideale per chi ha raggiunto l'età pensionabile.

A questa considerazione si aggiunga che molti espatriati che vivono o lavorano in terra russa, non sembrano cogliere l' opportunità di vivere, anche se temporaneamente, nel paese non solo più esteso al mondo, ma anche dotato di ettari ed ettari di aree naturali di incredibile bellezza a completa disposizione e facilmente raggiungibili a basso costo con i mezzi di trasporto pubblici.
Essendo questo post dedicato in particolare a coloro che vivono o intendono visitare la regione di Leningrado (l'area che circonda la città di San Pietroburgo) daremo qualche spunto e racconteremo qualche curiosità sui luoghi e le gite che è possibile auto-organizzare per andare alla scoperta degli ambienti naturali di questa estesa"oblast" = regione.
Citiamo senza entrare nei dettagli, alcuni dati della regione che dovrebbero convincere i prossimi viaggiatori a guardare oltre Prospektiva Nevskij, magari visitando Kronstadt e Gatchina e ricordare di aggiungere al bagaglio il necessario per effettuare gite fuori città ,alla scoperta di laghi e foreste; va detto poi che gran parte del territorio è pianeggiante visto che qui la massima altura non arriva neanche ai 300 metri s.l.m.
L'oblast di Leningrado occupa un'area di 83.908 Km.quadrati ed al suo interno scorrono vari fiumi: oltre la ben nota Neva ce ne sono molti altri, che creano insieme ad affluenti e tributari minori una rete fluvale di 50.000 Km.
Il numero dei laghi è impressionante: ce ne sono ben 1800 , senza contare il più grande bacino europeo che è il lago Ladoga (vedi post su Shlisselburg) che da solo occupa un'area di 17.700 Km quadrati; citiamo anche l'Onega poco più a nord-est che non è da meno con i suoi 9.890 Km quadrati.

Passiamo adesso alle foreste che secondo i dati ufficiali occupano  il 55,5% dell'intera oblast di Leningrado.
Stiamo parlando di un'area di 8.590 ettari, mentre le aree paludose ricche di avifauna coprono il 17% del territorio. Chi dispone di più tempo e ama i paesaggi incontaminati dovrebbe tener conto che la vicina Repubblica di Karelia, a nord di San Pietroburgo, dispone di 17.240 ettari di foreste (il parco d'Abruzzo esteso in tre regioni del centro Italia occupa 4.680 ettari).Se poi facciamo la somma dell'intero territorio della sola Russia europea, raggiungiamo i 383.180 ettari di foreste.Vi risparmio i dati per l'intera Russia solo perché alcuni imponenti incendi avvenuti in Buriazia e in altre aree siberiane hanno distrutto recentemente migliaia di ettari di foreste e quindi occorre ricalcolare i dati complessivi.
Avrete tuttavia intuito da questi pochi numeri come oltre le dimore degli zar e i giardini imperiali ci sia da scoprire questo straordinario patrimonio naturale a portata di mano ma defilato e sconosciuto a gran parte dei viaggiatori, inclusi molti cittadini russi, che conoscono magari il nome di certe riserve naturali protette, ma sono pochissimi poi quelli che realmente le hanno visitate.
Molti preferiscono infatti ritornare nello splendido parco di Pavlosk con il comodo treno dalla stazione di Vitebsk o passare una giornata nel parco Alexandrovsky a Pushkin in autunno, quando i colori dorati della vegetazione attirano un folto pubblico  fornito di macchine fotografiche, per godere degli ultimi tepori e portare a casa un ricordo vivace di quei suggestivi paesaggi tanto amati da Pushkin.

Ma prima di parlarvi della più antica foresta di larici vi faremo fare un bel salto all'indietro ai tempi dello zar Pietro I e dei suoi decreti imperiali dedicati proprio alla conservazione delle foreste.
Va detto che fino alla fine del XVII secolo non si era fatto molto in tema di protezione dell'ambiente.
Si riteneva infatti che chiunque avesse avuto bisogno di tronchi per costruire una casa o un ponte o legna per riscaldarsi o per costruire utensili, potesse farlo senza limitazioni vista l'enorme disponibilità e la scarsa densità della popolazione.La situazione cambiò allorquando lo zar Pietro I , fondata San Pietroburgo nel 1703 e avendo necessità di controllare le foreste, riservate a fornire il legname necessario alla costruzione della prima flotta dell'Impero russo, emanò vari decreti che regolamentavano sia l'accesso che l'uso delle foreste. Per la prima volta venivano anche comminate multe in denaro e pene severe, inclusi lavori forzati e pena di morte a chi avesse abbattuto querce, pini o larici  che avessero una circonferenza superiore ai 53 cm.
Alle norme e ai regolamenti fece seguito anche la nomina di speciali controllori di specifiche aree forestali e già nel 1719 esisteva il Waldmeister, un ispettore forestale incaricato di far rispettare i regolamenti imperiali.
A questa carica derivata da modelli tedeschi vennero poi associate le figure di guardie forestali di diverso grado e livello a cui vennero impartite speciali istruzioni redatte secondo i modelli stabiliti da Pietro I. La grande lungimiranza dello zar era evidente in ogni sua decisione, come quella di far piantare centinaia di ghiande di quercia lungo la strada che portava alla dimora imperiale di Peterhof.
A chi gli faceva notare sarcasticamente che lui non sarebbe sopravvissuto tanto da vedere quelle querce mature , lui replicava alla loro stupidità rispondendo che le successive generazioni avrebbero avuto grazie a lui, legna per costruire nuove navi e che lui, lo zar, non pensava a se stesso ma al futuro del suo paese.Ovviamente Pietro il Grande non si limitò a qualche decreto ma si adoperò per la creazione di un Collegio statale per esperti forestali che vide tra i primi ideatori dei programmi di studio, il grande Mikhail Vasiliyevich Lomonosov, una sorta di Leonardo da Vinci in terra russa che aveva scritto tra le tante opere riguardanti vari rami delle scienze, anche un trattato sulle foreste.
Vi abbiamo sintetizzato i primordi della scienza forestale e chi volesse approfondire la materia assai vasta ma anche appassionante, troverà in questo link maggiori informazioni in inglese.


Gli svettanti larici della Foresta Lendolovskaya (Roshino,Russia)
Passando adesso dalla teoria alla pratica, vi sveliamo che a circa 70 km da San Pietroburgo procedendo in direzione nord , ubicata a circa tre km dalla stazione ferroviaria di Roshino si trova la più antica foresta di larici d'Europa. Tale foresta chiamata Lendulovskaya rosha è stata voluta da Pietro I il Grande e i suoi esperti botanici hanno realizzato in questo luogo, ritenuto ideale, un esperimento volto alla creazione di una foresta artificiale di larici.
Essa è stata realizzata a partire dai semi raccolti nelle foreste che si affacciano sul Mar Bianco, nella regione di Archangelsk. Per i neofiti in materia diremo che quello del larice è  ritenuto tra i legni più compatti e resistenti: resiste infatti al calore, ai gas, all'umidità, agli attacchi di funghi ed anche agli insetti, ed è in grado di resistere parecchi anni senza deteriorarsi. Non è certo casuale che Pietro il Grande avesse fatto costruire una flotta di oltre 500 navi realizzate con resistentissimo legno di larice.
Lo zar del resto aveva fatto tesoro delle relazioni di Peter Simon Pallas che per parecchi anni aveva esplorato le aree siberiane collezionando e studiando piante e minerali.Il naturalista tedesco, figlio di un medico chiamato da Caterina di Russia, era stato il primo a magnificare le straordinarie qualità del larice siberiano dimostrandone scientificamente la sua resistenza alla putrefazione.
Pochi sanno che la città di Venezia come la Cattedrale di Sant'Isacco a San Pietroburgo sono entrambe costruite su una miriade di pali di larice.

Oggi a distanza di trecento anni, nella foresta protetta Lendulovskaya non si trovano più i larici originari piantati da Gabriel Fokel ed i suoi allievi, ma quelli che sono stati piantati successivamente dai forestali eredi di quella antica tradizione che accanto al taglio degli alberi, prevedeva anche l'inserimento di nuovi esemplari e di nuove specie. Oggi nei quasi 1000 ettari della foresta Lendulovskaya troverete anche pini, abeti, frassini ma anche ontani e qualche quercia.
La cura non sempre costante, qualche rovinosa tempesta e le guerre hanno fatto dei danni, ma nonostante tutto riusciamo ancora oggi ad ammirare splendidi esemplari di larici di specie diverse, dagli aghi dorati, durante l'autunno, svettanti per oltre trenta metri tra pini e cespugli di bacche eduli. Sul terreno estesi e morbidi tappeti spugnosi di sfagno color smeraldo e ovunque funghi di ogni genere e colore.
Non manca un laghetto che tuttavia non riesce a far specchiare le alte cime degli alberi che lo circondano. L'itinerario è agevole con qualche dislivello e una radura iniziale consente la sosta, per un rapido spuntino. Guardando con attenzione si potranno trovare le etichette poste sugli alberi più vetusti e la loro numerazione. La foresta Lendulovskaya è visitabile in qualsiasi periodo ma ovviamente nel periodo invernale offrirà panorami ben diversi dai colori dorati autunnali: andateci in periodi diversi e godetevi la bellezza di questi luoghi unici.
Se disponete di un'auto partendo da San Pietroburgo dovrete procedere verso Kamarovo e superato il ristorante Russkaya Ribalka (che vi consigliamo vivamente) procedete ancora per una decina di minuti fino ad un bivio dove svolterete a destra in leggera salita fino a raggiungere la stazione di Roshino; quindi riattraversate i binari a sinistra seguendo le indicazioni per Lendulovskaya Rosha e dopo pochi minuti sulla vostra sinistra troverete un grosso cartello e la strada di accesso all'area forestale che si trova 300 metri più avanti, dove si trovano tavoli con tettoie e spazi per il  parcheggio.
Un'altra località molto piacevole da visitare è Sestroretsk ubicata a Nord est sul Golfo di Finlandia e raggiungibile con i bus e marshrutke che partono da Chёrnaya Rechka di fronte alla stazione della metropolitana.Guardando lo stemma della cittadina, nota per una delle prime fabbriche di munizioni della Russia, si scopre un ramo di quercia e le onde blu del Baltico.
Le querce del Parco Dubki in un dipinto di Shishkin

Oltre al piacevole lago Razliv che forma anche un' inusuale cascata e su cui si affaccia la grande cattedrale ortodossa di San Pietro e Paolo, vale la pena di recarsi a Sestroretsk, che ha da poco festeggiato lo scorso settembre i 300 anni dalla sua fondazione risalente al 1714, soprattutto per visitare il Parco Dubky affacciato sul golfo di Finlandia sul Mar Baltico.

Qui non troverete larici siberiani ma numerose querce eredi di quelle fatte piantare da Pietro il Grande nel 1719 intorno a una residenza di cui non rimane più traccia. Si rimane alquanto stupiti nel trovare grandi alberi di questa specie protendersi verso il mare quasi a volersi tuffare nelle trasparenti ma poco invitanti acque del Baltico. Ancora di più sorprende nel vedere decine di grosse cozze variopinte fare quasi da ornamento alla base delle radici coperte di morbido muschio.Ne troverete molte anche sulla riva del mare, un mare senza odore e senza onde, ma a noi quelle cozze hanno ricordato certi dipinti di De Chirico per la forma smorta e allungata dei pallidi molluschi sparpagliati ovunque vicine e lontane dall'acqua.
Le spiagge dorate del parco invitano tuttavia a prendere il sole nella stagione estiva, fare un tour in bici o godere dei colori dorati in autunno; ricordate tuttavia che siete pur sempre sul Baltico e le brezze nordiche si fanno sentire.
Il noto pittore russo Shishkin (vedi il suo dipinto in alto a destra) diceva che la Russia è la terra dei paesaggi, se avete dubbi su questa definizione guardate con calma la galleria dei numerosi dipinti in questo link, resterete affascinati anche voi dalle foreste, gli alberi e la natura della Russia.
Il numero esteso delle riserve e delle aree protette ci obbliga a nuove esplorazioni e ricerche: non escludiamo altre entusiasmanti scoperte, quindi seguiteci o dateci i vostri suggerimenti.
A completamento di questo post dedicato a un appassionato piantatore di foreste inseriamo uno dei più noti e poetici film d'animazione realizzato da Frédérick Back e vincitore di un oscar nel 1988.
Si tratta della trasposizione del ben noto racconto di Jean Giono: L'uomo che piantava gli alberi. Fatelo vedere a figli e nipoti: vale più di tanti proclami sull'ambientalismo corrente.
  ▶ L'uomo che piantava gli alberi - YouTube


                                   

8 novembre 2012

Dall’antica Roma alla giovanissima San Pietroburgo



Anche stamattina come d’abitudine siamo già in piedi ancor prima che la sveglia del  cellulare abbia già fatto sentire il suo motivetto. Qualche minuto per preparare la caffettiera  e nell’attesa ci si affaccia alla finestra per ammirare l'intricata rete costituita dai rami dei platani, ormai privi di foglie e in parte coperti dalla neve. I due addetti alle pulizie, un uomo e una donna, sono già all’opera nel cortile: hanno già eliminato gli ultimi mucchietti di foglie gialle e rossastre e sgombrato dalla prima neve l’area di accesso al condominio; ma ecco che la caffettiera borbotta e il caffè spande il suo profumo. Preso il caffè ci laviamo, ci vestiamo e andiamo a buttare le immondizie nel cassonetto posto all’interno del condominio. Uscendo salutiamo la portiera di turno che risponde sollevando leggermente il viso e riprendendo subito la lettura di un libro che le permette di trascorrere senza noia le molte ore passate nel suo angusto ma tiepido gabbiotto.
Avevamo pensato a diversi incipit per questo primo post , avendo definito propedeutico il post numero zero che era stato redatto qualche mese fa proprio prima della partenza verso il nord in direzione del 60° meridiano.Il nostro obiettivo è quello di far partecipi  adesso dopo qualche mese dall’arrivo, amici e lettori offrendo insieme alle nostre esperienze dirette, le differenze o le analogie apparenti che si presentano a chi come noi…nel mezzo del cammin di nostra  vita, ha deciso di andare altrove e nel nostro caso a circa 3000 Km dall’ultimo domicilio. Il volo aereo accorcia notevolmente la distanza calcolabile sulle mappe presenti su internet. Da Roma occorrono infatti solo tre ore e quaranta minuti per raggiungere la nostra meta, definita “Venezia del nord” per i suoi numerosi canali  e gli splendidi ponti ma ben nota nonostante i numerosi cambiamenti del suo toponimo (Pietroburgo,Pietrogrado,Leningrado) con quello attuale di San Pietroburgo.

1703 , Pietro il Grande fonda Pietroburgo
Certo lasciare una città con 2765 anni  di storia, compiuti lo scorso 21 aprile 2012, per andare a vivere per qualche tempo e non da turisti, in una città che di anni ne ha soli 309 (lo zar Pietro I il Grande la fondò infatti nel 1703) - presenta qualche difficoltà iniziale ed un necessario periodo di adattamento.
La  città è giovanissima ma sorprende tuttavia per il numero  di splendidi palazzi decorati da centinaia di artisti e artigiani che hanno lasciato traccia della loro perizia ma anche del gusto e stile legate alla loro nazionalità. Chi ha in mente certi stereotipi trasmessi dalle immagini alla dottor Zivago, rimane stupito per le numerose aiuole dai cromatismi studiati e dalla cura e pulizia dei parchi, ma anche ovviamente per il patrimonio contenuto nei   musei, ricchissimi di opere d’arte che sono difficilmente apprezzabili con una singola visita. Colpisce poi l’efficente rete metropolitana e l' estesa rete di trasporti  ben connessa con un cospicuo numero di esercizi commerciali in grado di soddisfare tutte le voglie e venire incontro alle abitudini dei suoi 5 milioni di abitanti.
Tali abitudini scandite soprattutto dall'evolversi delle stagioni e al decrescere delle temperature vi informano molto presto che non siete più nel "Bel paese", ma che in 4 ore di volo siete in Russia.
Anche stamattina come d’abitudine siamo già svegli perché qui non si usano serrande o imposte e la luce del giorno ci ha svegliato prima che il cellulare che contiene già una sim di una compagnia telefonica russa, facesse sentire il suo motivetto.Per preparare la caffettiera abbiamo usato dell’acqua minerale, visto che quella che esce dal rubinetto ha uno strano odore e non si può neanche definire incolore.Poco male ,sul mercato russo sono disponibili ben 120 marche di acque minerali made in Russia ma vi suggerisco di evitare la Essentuky tranne soffriate di patologie gastriche.Sui grandi rami dei platani è rimasta attaccata la neve caduta nella notte che ha già steso un candido tappeto nel giardino e che contrasta con i colori vivaci dei giochi dei bambini e soprattutto con la grande barca rossa che sarebbe piaciuta sicuramente al giovane Pietro I, cresciuto con una certa fissa per barche e porti. Preso il caffè ci laviamo, ci vestiamo con sciarpa e cappellino di lana e una rapida occhiata verso la stazione meteo da tavolo ci informa che fuori la temperatura è di 1° Celsius ma che si prevede una ulteriore nevicata durante la mattina. Prendiamo il sacchetto , uno solo… con dentro tutti i generi di rifiuti, cioè cibi, vetro,plastica, alluminio, carta e non ricordo che altro: è evidente che qui non sono ancora giunti all’idea della raccolta differenziata. Tuttavia non ci sono mai sacchetti nelle strade e lo svuotamento dei cassonetti avviene prima che la città si svegli.
Abbiamo dato una stretta alla sciarpa prima di varcare il portone e salutato in maniera ancora imperfetta  Nuria, la portiera di origine tatara, con un sibilante – Zdrasvuitie ! - che si traduce come un - salve ! Mentre lei sorridendo debolmente risponde - Dobroe Iutra –, cioè - buon mattino !  Poi riprende la lettura di qualche romanzo di Dostoevskij o Gogol ovviamente scritto con caratteri cirillici. Tale letteratura nei chioschi e supermercati non supera il costo di 120 rubli , quindi circa 3 euro, cifre ben diverse da quelle in uso dalle nostre parti anche per autori i cui diritti sono scaduti da tempo. 
Occorre dire che passare da una città impregnata in ogni suo angolo da millenni di storia, come accade passeggiando per Roma e ritrovarsi a San Pietroburgo, crea in un visitatore europeo una sorta di scompenso visivo e prospettico in quanto a queste latitudini e con queste atmosfere nordiche tutte le costruzioni benchè progettate da illustri architetti, in gran parte italiani, sembrano essere delle forzature nonostante la presenza costante di parchi e giardini curatissimi che riempiono i numerosi spazi vuoti almeno fino all’arrivo della prima neve.Sembra che manchi quell’armonia che invece è presente a Roma , a Parigi , a Vienna ma anche a Praga o ad Amsterdam dove pur nella diversità dei tanti costruttori e progettisti il risultato è comunque omogeneo. Certo occorre anche riflettere sui tragici ma storicamente determinanti eventi che in soli tre secoli ha subito la città che è passata attraverso diverse metamorfosi assai impegnative: due rivoluzioni, l’assedio di Leningrado (antico nome di San Pietroburgo), il regime sovietico  e infine con la caduta del comunismo , l’avvio graduale ad una economia di mercato con tutte le conseguenze sociali ed economiche che qui tralasceremo per non tediare troppo i lettori.
Riassumere tutte le scoperte e tutti i piccoli avvenimenti durante i mesi già trascorsi risulterebbe probabilmente assai dispersivo pertanto in questo primo post abbiamo deciso di fissare solo alcuni punti a nostro parere determinanti per vivere a pieno titolo il ruolo di abitante di questa città che diciamolo subito offre tantissimo ma solo a chi ha voglia di vivere per intero la città e i suoi splendidi sobborghi , ignorati da tanti connazionali e anche da molti operatori turistici.
Ecco quindi alcune parole chiave che avremo modo di sviluppare in seguito e che vi consentiranno di muovervi più agevolmente e capire più a fondo San Pietroburgo.

ALTERNATIVA: è la prima parola che ci è venuta in mente dopo aver appurato personalmente che l’accesso ai condomini solitamente avviene da un cancello o portone in ferro che si apre con uno strano congegno ben diverso da una chiave; dopo qualche tempo imparerete poi che gli accessi e le “vie di fuga” dal vostro condominio sono numerosi e consentono di sbucare su strade opposte e quindi di prendere bus provenienti da varie direzioni. Se fate parte di quella categoria di persone che viaggiano solo in macchina, qui potreste abbandonare tali cattive abitudini infatti oltre agli autobus di linea, ai tram e ai treni , potreste andare ovunque comodamente per cifre che non superano i 35 rubli (meno di 1 euro) usando le marshrutke ovvero i taxi collettivi che si fermano dove più vi aggrada Se poi vi viene fame avrete una scelta di locali incredibilmente variegata e troverete il caffè espresso anche in posti impensabili come l’interno di un cinema o in un locale che vende oggetti di design, libri, e quasi ovunque potete collegarvi ad una rete WiFi, fare due chiacchiere al caldo, sorseggiare un tè con torte o snack fatti in casa o fare uno spuntino sostanzioso. Qui si mangia quando si ha fame, quindi non stupitevi di ordinare un caffè al mattino e vedere i vicini con due piatti di penne al salmone.Se vi piace la musica questa città è una vera Mecca e il cartellone quotidiano è ricchissimo di eventi con il vantaggio che potreste andare all'interno di una delle tante università e sentire uno strabiliante concerto diretto da un maestro italiano con bravissimi musicisti provenienti da Novosibirsk o da qualche altra città russa; naturalmente a confronto con l'Italia qui i prezzi sono più abbordabili e infatti tutti questi eventi raccolgono tantissimo pubblico di età e condizioni diverse. Se girando per la città vedete che il tasso di cambio Euro-Rublo appare favorevole in una certa banca non siate frettolosi , girando l’angolo troverete di meglio. Non dimenticate poi che qui le banche sono aperte fino alle 19,00, incluso il sabato ! Quindi il suggerimento è quello di non fermarsi alla prima soluzione e questo vale per tutto.

LINGUA: il turismo non sembra aver stimolato molto l’apprendimento delle lingue: sarà quindi raro trovare qualcuno che sia in grado di interloquire in lingua inglese figurarsi in italiano ! Ovviamente troverete alcune eccezioni (Compagnie aeree e negozi di telefonia in centro) ma in realtà solo 1 su 10 giovani russi conosce adeguatamente una lingua straniera. Approfittate del fatto che a San Pietroburgo i nomi delle strade riportano sia la versione in cirillico che la traslitterazione in caratteri latini e iniziate quindi a prendere dimestichezza con questa lingua mentre su autobus e metropolitane avrete la possibilità di ascoltare la corretta dizione dei nomi delle fermate o di vie, piazze e stazioni. Quindi usate i mezzi pubblici e senza saperlo inizierete ad apprendere la lingua di Tolstoi e Pushkin. Si comincia ascoltando “Sliedusce astanovka Nevskji Prospekt” (prossima fermata Prospettiva Nevskji ). Se volete prendere dimestichezza con l’alfabeto cirillico provate a scrivere il vostro nome usando questa tastiera on line e copiate poi quello che avete scritto o allenatevi a scrivere semplici parole. Se desiderate fare un passo avanti aprite Google Translator e dopo averlo impostato su italiano e russo ,meravigliatevi nell’ascoltare quello che avete scritto perfettamente tradotto o quasi. Un altro interessante metodo per prepararsi al vostro viaggio in Russia è offerto dalle lezioni reperibili nel sito di You tube ed in particolare quelle dalla brava Vera Polyakova in grado di farvi entrare gradualmente, attraverso le lezioni rivolte a studenti americani,  nei segreti della lingua russa sia parlata che scritta.
Un altro corso che offre rapide lezioni sia per principianti che per chi ha già maturato qualche esperienza nella lingua di Pushkin è quello di Anna Skliarova: questo il link al suo canale youtube.

CLIMA:è la discriminante più significativa per chi viene dai caldi climi temperati e occorre prepararsi adeguatamente. Sebbene il cambiamento climatico stia riducendo negli anni il rigore degli inverni pietroburghesi, la variabilità delle condizioni climatiche richiede particolare cautela nella preparazione del bagaglio sia che arriviate in agosto che in dicembre. Abbiamo visto spesso turisti in maniche corte salire sui battelli che transitano per i canali e poi rientrare avvolti in coperte di lana (fornite di routine in tutte le stagioni).Non fidatevi quindi di quel tiepido  sole mattutino perché potrebbe trasformarsi in pioggia e vento gelido dopo poche ore.Infine cancellate le modalità in uso dalle nostre parti: qui se esce il sole , anche con temperature prossime alle zero si portano i bimbi al giardino e ci si sta fino a tardi cioè anche alle otto di sera o viceversa anche alle otto del mattino, mentre il nonno legge tranquillamente la sua rivista preferita.D'altra parte i pediatri suggeriscono di tenere i bimbi fuori, se non c'è la bufera, anche a meno 15 sotto zero e i più grandicelli vanno a scuola anche a meno 25 sotto zero.

USI E COSTUMI’:ho voluto aggiungere questa voce per coloro che al primo impatto con un luogo diverso da quello dove si è vissuti hanno la tendenza a confrontare i comportamenti dei residenti con quelli del luogo di origine. L’abbiamo fatto anche noi ma poi abbiamo cominciato a capire che ad esempio salutarsi tra sconosciuti qui non usa e anche se il vicino vi incontra per le scale, se nessuno vi ha presentato non vi sarà nessuna interazione sociale; inoltre non aspettatevi ringraziamenti se tenete aperta una porta o un cancello a chi sopraggiunge, qui non usa. Viceversa se girate in metropolitana o sul bus con i lacci delle scarpe sciolti o uno zainetto semiaperto, in molti vi avvertiranno della vostra sbadataggine sicuramente pericolosa: qui le scale delle metropolitane scendono a circa 100 metri di profondità, mentre i borseggiatori sono presenti laddove c’è più confusione e quindi anche su bus e metropolitane specialmente nelle ore di punta.Se sale sul bus una persona, uomo o donna che sia con in braccio un bambino state certi che la bigliettaia farà alzare subito il primo giovincello che vede a tiro per far sedere questa persona. Inoltre qui non siete voi che dovete fare il biglietto sul bus ma è la bigliettaia che vi raggiunge dopo che avete deciso dove sedervi. Su alcune linee si paga addirittura solo al momento di scendere direttamente al guidatore. Se vi recherete ad un evento di solito lascerete gli indumenti pesanti e le scarpe adatte alla neve al guardaroba e qui è prassi comune ovunque: ponete attenzione quindi al vostro capo d’abbigliamento perchè se per caso non avesse il laccetto sulla parte interna del colletto, verrete redarguiti per la vostra sciatteria dall’addetta di turno che vi guarderà come se aveste appena malmenato un povero orfanello. Poichè dovrete appendere spesso cappotti e giacconi verificate che possano essere agganciati senza problemi a meno che non vogliate farvi notare….negativamente però.

OGGI QUI DOMANI LA’:non facendo la vita del turista abbiamo come il resto degli abitanti la necessità di acquistare prodotti alimentari e naturalmente data l’importanza che noi italiani diamo al buon cibo, dal momento dell’arrivo inizia una sorta di caccia al tesoro dove tra amici, conoscenti e residenti ci si scambiano informazioni del genere: io compro la carne da OKEY oppure, mi trovo bene da LENTA (un’altra catena di supermercati), io prendo il pesce a Marata (una zona limitrofa a prospettiva Nevskji) , finchè ognuno disegna il proprio itinerario culinario che verrà riaggiustato con la scoperta di un nuovo centro commerciale, dove al suo interno è ubicato un altro supermercato alimentare dove addirittura si trova mozzarella e prosciutto di Parma. Bene chiariamo per quelli che non sono mai venuti da queste parti che ormai è difficile morire di fame da queste parti e benchè gli anziani insegnanti redarguiscano ancora le cattive abitudini moderne dei giovani, ricordando le privazioni durante l’assedio di Leningrado, noi talvolta troviamo divertente ed educativo visitare i tanti mercati di quartiere o i numerosi supermercati di quartiere dove con un pò di esercizio si potrà capire se il proprietario sia originario del Kazakhistan o se invece  abbia origini turche o armene (il trucco consiste nel guardate negli scaffali dei dolci).Risulta invece facile capire se il proprietario è cinese: tiene aperto 24 ore al giorno e le commesse hanno gli occhi a mandorla ma sono alte e con i tacchi come le giovani russe.


ANDARE A ZONZO: molti di coloro che arrivano in questa città  rimangono nell’area centrale dove in effetti sono  ubicati i principali siti turistici: sia Sant’Isacco, l’Ermitage che il Museo Russo sono facilmente raggiungibili. a piedi Suggerisco tuttavia se non si è con i giorni contati di spostarsi con la metropolitana nell’area dell’Università ed in particolare sscendendo alla fermata della Metro Vasileostrovskaya dove troverete le piacevoli ulitsa 6 e 7-liniya.Si tratta di una strada solo ad accesso pedonale con un certo numero di negozietti simpatici da scoprire addentrandosi nei cortiletti laterali. Cercate Artiom un giovane che dispone di migliaia di dvd ordinati per genere. Inoltre la presenza di numerosi bar e self service ne fanno una meta ideale per trascorrervi una domenica in compagnia e scoprire con il passare del tempo quanti artisti di strada di ogni genere possano passare da qui soprattutto quando c’è una bella giornata di sole, indipendentemente dalla temperatura.

FUORI CITTA'.Molti sembrano aver paura a muoversi fuori città se non con l’ausilio di società che propongono tour a caro prezzo ma solo in lingua russa. Io vi invito ad utilizzare invece il treno o ancor meglio i minibus per recarvi a Pavlosk, a Pushkin e a Gatchina. Inoltre per la sbalorditiva cifra di 46 rubli (adesso qualcosa di più), potrete prendere un comodo bus che vi condurrà fino a Kronstadt, cittadina un tempo residenza della flotta baltica, ubicata su un’isola al centro del Golfo di Finlandia (ve ne parlerò in un altro post) ma ormai collegata alla terra ferma tramite autostrada.
Bene a questo punto credo che sia meglio salutarsi con un Da svidania  che scritto diventa “ до свидания “  e se siete curiosi di sapere quali altre scoperte abbiamo fatto quassù al 60°N, non vi resta che iscrivervi al blog e sarete informati automaticamente delle successive pubblicaziioni. Se invece state maturando l’idea di venire fin quassù, cominciate a dotarvi di passaporto e a pensare non in termini di distanze stradali ma in termini orari. Tra qualche tempo ci recheremo (scriveremo qualcosa verso dicembre) a Helsinki capitale della Finlandia: tempo necessario per il viaggio: circa tre ore (partendo con il treno Allegro alle 6,50 da San Pietroburgo si arriva a Helsinki alle 8,26 per l’ effetto retroattivo del diverso fuso orario).
Chi volesse raccontare il suo personale altrove e offrire suggerimenti ai lettori ,ci contatti dal guestbook o ci fornisca un suo link per costituire una mappa estesa di viaggiatori curiosi .
Rolando Profita