20 febbraio 2016

Intermezzi e pause : suggerimenti per chi viaggia in Russia



Chi ha già toccato il territorio russo partecipando ad un viaggio organizzato difficilmente ha avuto modo di entrare in contatto con ambienti lavorativi, uffici, biglietterie o banche, dove è prassi comune interrompere più volte l'attività di lavoro; tali pause sono più frequenti per chi svolge il proprio lavoro in uno sportello aperto al pubblico.
Mentre in Italia di norma si effettua una sola interruzione per la pausa pranzo, in Russia questo genere di intervalli è assai diversificato nei diversi settori e in certi casi mette a dura prova i nervi di chi sconosce tali regole, tuttavia previste dai contratti di lavoro.Per chi non conosce l'alfabeto cirillico diremo che nel cartello in alto le parole Технический перерыв (Technicheskij pereriv) si traducono con "pausa tecnica", anche se non c'è in realtà nessun guasto o anomalia ai computer ma semplicemente l'impiegato abbandona allo scoccare dell'ora prevista la sua postazione di lavoro indipendentemente dal pubblico in coda allo sportello.
Nel cartello della foto in alto, l'impiegato si assenterà dalle 11,00 fino alle 11,30.

UTILI SUGGERIMENTI
Abbiamo deciso di dare alcuni utili suggerimenti sia a chi intenda, per motivi di studio o lavoro, soggiornare in una località della Federazione Russa, sia a chi pur risiedendo per periodi limitati magari a San Pietroburgo o a Mosca debba spostarsi, pagare bollette o acquistare beni e servizi con la possibilità pertanto di incappare nel famigerato "pereriv".
La prima cosa da ricordare quando si entra in un ufficio aperto al pubblico è di avvicinarsi allo sportello prima di mettersi in coda e verificare sui cartellini appositi quali siano gli orari degli intervalli previsti e valutare di conseguenza se valga o meno la pena di fare la fila in uno o l'altro sportello, per non rischiare di arrivarci davanti, proprio nel momento in cui l'impiegato mette il cartello del "pereriv"e guardando il vostro sguardo attonito capisce che siete stranieri e allora incrocia le mani a X per ribadire con quel gesto evidente che adesso lo sportello è chiuso.

PERERIV IN STAZIONE
Vi assicuriamo per esperienza diretta che non è piacevole fare 30 minuti di fila e poi vedersi chiudere in faccia lo sportello. Qualche anno fa, ci eravamo incaponiti nel voler acquistare da soli un biglietto per Helsinki, abbiamo allora sperimentato per la prima volta gli effetti  paradossali del pereriv: ebbene abbiamo provato l'ebbrezza di vederci chiudere ben tre sportelli, uno dopo l'altro in sequenza, a distanza di pochi minuti , tanto da averci fatto pensare che vi fosse un qualche Nanni Loi russo a registrare la scena  con qualche candid camera nascosta, che naturalmente non c'era. Ovviamente in quel tempo non solo conoscevamo poche parole di russo ma non sapevano neanche cosa significasse il termine "pereriv".
Se dovesse venirvi in mente di  acquistare un biglietto ferroviario, diciamo alla stazione Moskovsky di San Pietroburgo, valutate bene quindi, non solo gli sportelli aperti e  il numero di persone in fila ma anche quelli a prima vista chiusi: scoprirete che leggendo in sportelli diversi i tempi dei diversi pereriv, vi converrà evitare una inutile e lunga fila prossima al pereriv, se in tempi brevi è prevista l'apertura di un altro sportello ancora senza utenti e voi potreste essere ovviamente i primi della fila.

PERERIV IN BANCA
Diversa è la situazione nelle banche dove solitamente vi sono due pereriv: uno al mattino e uno al pomeriggio; se siete soliti andare alla stessa banca prendete nota sul telefono delle pause previste ed eviterete così l'attesa. Nel caso invece non aveste una banca preferita, aguzzate la vista: poichè quando l'impiegata è in pausa sull'indicatore luminoso non appaiono numeri, ergo risulta ovvio che in questo caso avrete da aspettare anche mezzora e pertanto meglio tornare più tardi.
Se a questo punto vi state chiedendo se vi siano modi per evitare la spada di damocle del pereriv , la risposta è certamente si! Aprite un conto corrente in una banca russa o in una partecipata italiana tipo Banca Intesa o Unicredit e fate tutti i vostri acquisti e pagamenti online: nel mondo virtuale al momento non mi pare vi siano pereriv ma qualche intoppo nelle connessioni potrebbe accadere.

PERERIV NEI BAR
Vi potrà sembrare strano, ma anche i bar all'aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo sono soggetti all'influsso malefico del pereriv: inutilmente ormai da anni tentiamo, sperando sia l'ora e il momento giusto, di ordinare e assaporare un caffè Illy in uno dei bar posti strategicamente vicini ai gate dei voli per l'Italia; purtroppo la risposta dell'impiegata di turno, giovane e carina, solitamente in piedi alla cassa è sempre stata fino ad oggi: pereriv, pereriv, pereriv ! Forse se comprassi un biglietto per il Kazakhistan e partissi in un'ora diversa dai voli per l'Italia forse raggiungerei finalmente lo scopo....ve lo farò sapere ma adesso scusate sto in Russia e devo andare anch'io in "pereriv".

25 novembre 2015

Alla scoperta della Russia partendo dalle Poste di San Pietroburgo

    Il piacere è conseguenza della conoscenza ,
come l'ombra del corpo
(Averroé) 

Originali plichi postali come ai tempi di Pietro il grande
La Russia, o più precisamente la Federazione Russa, è uno dei paesi più estesi al mondo: il suo territorio occupa infatti ben 17.098.242 Km quadrati. Raramente si leggono o si ascoltano però sui media europei, i nomi di località che non siano quelle di Mosca e San Pietroburgo. Lo scorso luglio la Rai ha trasmesso da Kazan le gare del XVI Campionato Mondiale di Nuoto, e l'Italia ha conquistato ben 3 medaglie d'oro, tuttavia nutriamo forti dubbi che tra gli ascoltatori ci sia adesso qualcuno che abbia in mente dove sia la Repubblica autonoma del Tatarstan. In questo post suggeriamo un metodo assai originale ed economico per andare alla scoperta del territorio russo Per chi si trovasse temporaneamente, o svolgesse una qualche attività a San Pietroburgo, occorrerà semplicemente raggiungere l'Ufficio centrale delle Poste in Ulitsa Pochtamskaya 9 , non lontano dalla Cattedrale di Sant'Isacco e a soli quindici minuti dall' Ermitage.

Scrivere una lettera come al tempo di Pietro il grande
Se dovesse fare particolarmente freddo e sentite la necessità di qualcosa di caldo, sappiate che varcato il portone principale delle Poste, troverete diversi distributori automatici di bevande: evitate i vari caffè da 60 ml e optate invece per un cappuccino. Rifocillati di zuccheri, entrate e proseguite senza fretta verso il padiglione centrale, esplorando dal basso in alto con lo sguardo per ammirare i particolari dell' architettura liberty perfettamente conservati.
Vi colpirà l'ordine e soprattutto  l'assenza di quella confusione di uomini e cose, tipica degli uffici postali di tante città italiane.
Una guardia è sempre presente, evitate quindi di scattare foto, ma esplorate invece le diverse bacheche orizzontali e le vetrine tutt'intorno: troverete esposti album tematici con francobolli di eroi, aviatori, cosmonauti, ma anche di scialli tipici russi (platok), antichi palazzi e riproduzioni minuscole di quadri di Shishkin e Repin. Anche senza conoscere il cirillico forse riconoscerete l'album con Pushkin e altri letterati e magari capirete dal disegno delle mappe che trattasi di un album dedicato agli intrepidi esploratori dell'Artico.
Chi fosse in cerca di originali souvenir troverà qui calendari di diverse dimensioni e altri gadget a basso costo e ovviamente i tipici articoli per chi ha l'hobby della filatelia. Se avete qualche amico/a dotato/a di bella calligrafia capace di scrivere in cirillico, potrete cimentarvi insieme nel confezionare un originale plico postale come ai tempi dello zar Pietro il grande (vedi foto in alto) con tanto di sigillo in ceralacca.Tale plico verrà recapitato al destinatario dai servizi postali russi e potrebbe essere un'idea originale per un compleanno o una dichiarazione d'amore.
Sul lato destro del grande salone troverete uno sportello filatelico: date un'occhiata ai ripiani in basso e scoprirete coloratissimi francobolli freschi di stampa. Anche se non avete grande dimestichezza con la lingua russa, potrete indicare alla commessa quali francobolli volete acquistare, puntando il dito sul prodotto di vostro interesse e dicendo Eta = questo, e poi i termini numerici adin per 1, dva per 2, oppure tri per 3. Tenete presente che la commessa deve rilasciarvi uno scontrino dettagliato con tutti gli articoli che state per pagare, quindi siate pazienti.

Da alcuni semplici francobolli è possibile come vedrete, partire per sorprendenti viaggi attraverso territori ignorati fino ad oggi che difficilmente avreste scoperto da soli. Eccovi il resoconto dell'ultima visita effettuata qualche giorno fa alle  Poste di San Pietroburgo, allorquando abbiamo speso 130 rubli , meno di due euro, per realizzare questi sorprendenti viaggi, per il momento solo virtuali.

Francobollo delle Poste Russe per il Bimillenario di Derbent
Il Dagestan e l'antica città di Derbent
Il primo francobollo che nelle vetrine aveva attirato la nostra attenzione, aveva il disegno di una torre merlata e riportava l'indicazione 2000 (let) anni, ed in alto il nome della città di Дербент che però era scritto usando i caratteri corsivi dell'alfabeto cirillico.
Avevamo intuito tuttavia, trattarsi del bi-millenario della città di Derbent, ma brancolavamo nel buio sulla sua localizzazione geografica. Con l'aiuto di internet e le mappe di Google siamo arrivati nella lontana Repubblica del Dagestan. Tale stato autonomo è ubicato in territorio caucasico ed è in gran parte affacciato sul Mar Caspio. Ci limiteremo solo a ricordare che la rivista online "Russia beyond the lines", definisce il Dagestan come "un incrocio strepitoso di lingue e di culture". Purtroppo però si legge anche che nei primi 5 mesi del 2015 le azioni criminali legate al terrorismo sono state 307 e l'anno precedente erano state 472. !

Derbent benchè non sia la capitale del Dagestan è sempre stato un luogo di strategica importanza, di cui hanno parlato Ecateo di Mileto, Strabone ed  Erodoto. Numerose etnie si sono stanziate nel suo territorio che risulta, secondo i dati archeologici, abitato da oltre 5000 anni. Le sue terre hanno visto succedersi popoli e regnanti; da qui infatti sono passati Sciti, Sarmati, Avari, Alani, Unni, Khazari, Arabi, Sassanidi persiani e Selgiuchidi; attraverso le sue alte gole sono passate le legioni Romane e Alessandro il Macedone e non sono mancati i Cosacchi con Pietro il grande.
La cittadina è stata per millenni un crocevia di culture, lingue e merci tra l'Europa e l'Asia e tra il nord e il sud. Tra i tanti nomi ricevuti dalla città, molti richiamavano l'antico toponimo latino di Pylae Caspiae, cioè Porte del Caspio o assimilandole con le mitiche Porte già esistenti ma attribuite ad Alessandro il Macedone.
Ancora oggi Derbent con i suoi quasi tre milioni di abitanti comprende parecchie dozzine di etnie e nazionalità, mentre la presenza di antichi edifici di culto rammenta il passaggio di musulmani, cristiani ed ebrei che qui si sono stanziati, coabitando in un territorio grande come la Danimarca, creando mercati, botteghe artigiane e quindi ricchezza e sviluppo. Derbent è citata come la più grande delle città medievali esistenti nell'area caucasica: da qui partivano mercanti carichi di ceramiche, seta, lino,vetro, carta, sapone e tappeti.Le navi ormeggiate sul Caspio caricavano zafferano e per molti anni hanno trasportato le radici di una pianta, usata per anni come colorante per tessuti e pelli: la robbia. Essa venne impiegata fino al 1873, allorquando i coloranti artificiali chimici scoperti in Germania la soppianteranno rapidamente. L'importanza della radice della robbia per Derbent è ancora evidente nello stemma della città che contiene la raffigurazione di alcuni garofani rossi intrecciati alle radici di Rubia tinctoria. Qualche anno fa su internet circolava un articolo intitolato "Dagestan il luogo più pericoloso della terra", oggi la situazione è apparentemente più controllata e vari forum si sono tenuti nella sua capitale Makhackala, per trovare soluzioni concrete contro queste azioni criminali. Tuttavia nel sito Viaggiare sicuri del Ministero degli Esteri Italiano, si sconsiglia ancora di recarsi nel Caucaso del nord ed in particolare sia nel Dagestan che nei territori confinanti come la Cecenia e l' Inguscezia. Toccherà quindi attendere tempi migliori se volete conoscere questi luoghi.

Nizhny Novgorod e l'architetto italiano Frjazin
Il secondo francobollo rappresenta un gruppo di persone di alto rango ed un architetto con un suo assistente, abbigliati com'era d'uso nel 500 russo.Tutti sono intenti a verificare e approvare il progetto già realizzato visibile sullo sfondo, costituito da un magnifico cremlino ovvero una estesa struttura fortificata in pietra.Scoprire quale località fosse quella raffigurata non è stata impresa facile a causa del doppio nome della cittadina; Nizhny Novgorod si traduce con "Nuova città minore" per distinguerla dall'altra ancora più antica cittadina di Veliky Novgorod cioè Nuova città grande;il francobollo in questione commemora i 500 anni dalla costruzione del cremlino in pietra di Nizhny Novgorod.
  Francobollo emesso per i 500 anni del Cremlino di Nizhny Novgorod

Nizhny Novgorod è dopo Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk ed Ekaterinburg, la quinta cittadina più popolosa della Federazione Russa; nel 2010 contava 1.250.619 abitanti.
Da Wikipedia leggiamo in particolare che tra il 1508 ed il 1515, in tempi relativamente rapidi, sorse l'imponente e massiccia struttura in pietra del cremlino. I lavori, scopriamo con sorpresa, vennero diretti dall'architetto italiano Pietro Francesco detto Frjazin, termine che nell'antica Moscovia indicava i genovesi e poi per estensione tutti gli italiani. Da Mosca dove aveva lavorato nella costruzione del grande Cremlino, il Frjazin fu inviato a Nizhny Novgorod nel 1509, su incarico del sovrano russo Basilio III. Le vecchie fortificazioni realizzate con legno di quercia, erano andate distrutte nel 1513 a causa di un incendio e occorreva difendere la città dai nemici. Costituito da mura rinforzate lunghe due chilometri, il nuovo cremlino, completato nel 1515, fu circondato da 13 torri (oggi solo dodici sono ancora visibili) e dotato di una guarnigione permanente e di una solida artiglieria da campagna. Divenne la base principale per le operazioni contro i tartari di Kazan e sopportò vari assedi (nel 1521, nel 1536 e nel 1574), senza essere mai espugnato.
Nizhny si trova a est di Mosca ed è facilmente raggiungibile in 4 ore, usando il treno Stritz dalla stazione Kursky di Mosca. La compagnia aerea Utah ha dei voli convenienti che impiegano poco più di un'ora da Mosca e poco meno di due ore da San Pietroburgo.
A fine estate, senza le orde dei vacanzieri, potrebbe essere piacevole arrivarci come un tempo, per vie fluviali, navigando lentamente in battello, con una crociera di 4 giorni lungo il Volga, partendo da Mosca. Se invece optate per le ferrovie russe badate che sull'orario dei treni non dovrete cercate Nizhny Novgorod ma la vecchia denominazione  di Gorky, legata al noto scrittore Maxim Gorky, che in quella cittadina visse per lungo tempo.

Il Parco Lenskie Stolby- LENA PILLAR  

L'ultimo francobollo è stato quello che ci ha dato più filo da torcere: tradurre qualcosa che non si conosce per nulla è piuttosto complicato, ma chi la dura la vince: state per conoscere la Repubblica  Sacha, detta comunemente Yakutia.
Tale repubblica è decisamente da record: ha un territorio di 3.083.523 di km quadrati e vi scorrono, se non sono gelati, 443.000 corsi d'acqua.
Lo splendido esemplare filatelico tratto da una foto, raffigura il parco Lenskie Stolby (Pilastri della Lena) riconosciuto dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità": se cercherete nelle mappe di Google lo troverete giusto al centro della Repubblica di Yakutia.
Il parco è caratterizzato da una formazione di alte rocce calcaree che si estende per una decina di Km,  in forma di pilastri e torrioni che svettano oltre i 100 metri e che si sono  formati oltre 500 milioni di anni fa a partire dal periodo Cambriano.
Il parco è visitabile in estate, quando la temperatura media si aggira sui 13°, con un comodo tour in battello. Anche in inverno non mancano però gli intrepidi che si recano in Yakutia, nel villaggio di Ojmjakon chiamato non a caso Polo del freddo, proprio per sperimentare questo clima estremo che ha visto in tempi ormai lontani i termometri toccare la temperatura record di meno 68,2° C sotto zero. Oggi per gli abitanti locali una temperatura intorno ai 50° C sotto zero  fa dir loro frasi come: "ha fatto caldo !", oppure "quest'anno non abbiamo visto l'inverno".
Sono diverse comunque le combinazioni per godere di questi paesaggi unici al mondo: se amate la vera avventura potreste prenotare ad esempio un tour tra gennaio e febbraio per visitare il parco percorrendo in motoslitta e con adeguato abbigliamento, il fiume Lena completamente ghiacciato.

Link per approfondire:

Articoli utili sulla Repubblica del Dagestan e la città di Derbent
http://it.rbth.com/turismo/2013/10/28/daghestan_terra_di_meraviglie_dimenticate_27613
http://whc.unesco.org/en/list/1070

Link su Nizhny Novgorod
http://www.nizhnynovgorod.com/welcome/
Programma dell'agenzia Intourist per crociere di 13 giorni sul Volga:
http://www.incoming-russia.com/crociere-fluviali-russia/crociere-fluviali-mosca-astrakhan/

Tour organizzzati in Yakutia e articoli sul Polo del Freddo:
http://www.yakutiatravel.com/category/ethnotours
http://askyakutia.com/tag/lena-pillars-nature-park-russia/
http://visityakutia.com/lena-river-pillars-nature-park-summer-tours-travel-yakutia-siberia-russia/
http://it.sputniknews.com/italian.ruvr.ru/2014_02_17/Ojmjakon-Polo-del-freddo-mondiale-0019/
Alcune foto del Parco naturale Lena Pillar:
http://imgur.com/gallery/yNmGg

Buona esplorazione ! 


 

12 novembre 2015

Heliopolis:un paradiso per naturisti felici, nascosto in un'isola del Mediterraneo

Nel primo post pubblicato su Vado altrove, avevamo citato il bel libro di José Saramago:" La ricerca dell'isola sconosciuta". Il protagonista del racconto chiede al suo sovrano un'imbarcazione per andare in cerca di un'isola sconosciuta ma il re gli replica che tutte le isole conosciute sono già sulle mappe.
A.Deineka , Ragazze che corrono 1941
 Oggi con tutti i satelliti che scrutano la terra è difficile che un'isola pur remota possa sfuggire, ma è pur vero che non tutti hanno la voglia o il tempo di esplorare mappe virtuali o cartacee alla ricerca di isole ignote. Lo abbiamo fatto per voi e abbiamo deciso di evitare i lunghi viaggi e rimanere nel nostro mar Mediterraneo per farvi scoprire un vero tesoro nascosto noto anche con il nome di Isole d'oro. Se non siete francesi, se non vi siete trasferiti nel sud della Francia e se non avete amici arruolati nella Marina francese, riteniamo difficile che abbiate sentito parlare dell'Arcipelago delle Hyéres note anche con il nome di Isole d'oro a causa della presenza nel loro territorio di minerali di mica che  brillano se colpiti dai raggi solari.

Dove si trovano le Isole Hyéres ?
Tale arcipelago composto da tre isole e un paio di isolotti disabitati è ubicato nel Mediterraneo grosso modo a metà strada tra Saint Tropez e Tolone. Le isole in questione sono Porquerolles, Port Cros e l'isola di Levante. Tutte godono di un clima eccezionale e sono frequentate per lo più da francesi amanti della natura e da chi ama il relax o semplicemente fare bagni nel suo mare cristallino o andare in bicicletta. Chi ama fare immersioni subacquee tra relitti antichi e moderni si dirige invece verso il centro immersioni della penisola di Giens.
Pubblicazione dei fratelli Durville
Porquerolle è la più grande delle isole Hyéres e sebbene il 20 % dell'isola sia di proprietà privata, il restante '80 % del suo territorio è stato acquisito dallo Stato Francese e dal 1971 fa parte del Parco naturale protetto di Port Cros: qui non sono ammessi veicoli a motore e anche i fumatori sono poco graditi.
Ma andiamo alle origini: chi sono i fratelli Durville?
L'isola di Levante ha una lunga storia di cui citeremo alcuni indispensabili antefatti.
Correva l'anno 1928 e sull'isola di Platais, nella cittadina francese di Villennes sur Seine, nasceva Phisiopolis una comunità dedita al naturismo fondata dai fratelli Gaston e André Durville. I due giovani sono medici ma sono soprattutto figli di un personaggio assai eclettico: Hector Durville (1849-1923).
Lui era stato il fondatore di un "Ordre Eudiaque", una società spirituale avente l'obiettivo di sviluppare la personalità; fu anche il fondatore di una facoltà di Scienze Ermetiche ed era ritenuto inoltre un esperto occultista. Aveva scritto decine di pubblicazioni a carattere medico pur non avendo titoli di studio e curava i suoi pazienti con metodi originali quali l'ipnosi e la suggestione. Fu un antesignano poi, nell'uso terapeutico del magnetismo. I fratelli Durville raccolsero quindi questa eredità e acquisirono un terreno in mezzo alla Senna dove vennero venduti degli spazi e bungalow assai spartani, a numerosi adepti interessati a seguire i loro metodi, per vivere in maniera più sana, avere un'alimentazione più naturale, tutti accomunati dal comune desiderio di mantenere una perfetta forma fisica, attraverso esercizi all'aria aperta che prevedevano la massima esposizione del corpo al sole e bagni in acqua.

Foto d'epoca di Phisiopolis
Le istituzioni di Villennes si preoccuparono ben presto però del successo di questa colonia naturista che ebbe pur nella sua spartana rusticità fino a 5000 frequentatori. Dei limiti vennero imposti per legge, impedendo così ulteriori riduzioni dell'abbigliamento. Poco tempo prima a Parigi, i due fratelli Durville, avevano aperto un Istituto Naturista che offriva diversi strumenti di diagnosi e cure mediche che includevano quanto propugnato negli opuscoli da loro pubblicati e che offrivano ricette per una vita sana, lunga, felice e persino saggia.

La nascita di Heliopolis sull'isola di Levante
L'Istituto Naturista acquisirà nel 1932 circa 20 ettari di terreno sull'isola di Levante nell'arcipelago delle Hyéres e creerà le basi per una nuova colonia naturista ancora oggi esistente, che prenderà il nome di Heliopolis. Tale comunità aperta occupa solo il 10% dell'isola di Levante che comprende anche un parco naturale chiamato Les Arbousier.
Da allora i seguaci del metodo Durville sono cresciuti e ancora oggi è facile trovare  sull'isola di Levante i prosecutori dell'esperimento, gente saggia e felice quindi, che è giunta ormai alla terza generazione; alcuni offrono a pagamento i loro alloggi ormai confortevoli e tramandano la memoria storica di quei tempi pionieristici del naturismo; altri ormai residenti fissi a Levante hanno aperto ristoranti e alcuni esercizi commerciali giusto per rifornirvi di qualche spray contro le zanzare, creme protettive e originalissimi cache-sex nei colori di moda. Ormai non manca neanche un supermercato e ovviamente c'è una discoteca. Auspicabile l'acquisto di una lampadina tascabile e una mappa del cielo:infatti di stelle ne vedrete tantissime, visto che sull'isola non c'è illuminazione pubblica.
Se giungerete impreparati su quest'isola unica, ci sarà chi amabilmente vi darà delle lezioni, senza forzarvi a divenire in pochi giorni naturisti convinti. Vi spiegheranno quali sono le spiagge dove non è consentito indossare alcun indumento, dove sia invece obbligatorio e cosa si intenda per moda levantina. Gli esibizionisti sono poco apprezzati da queste parti e certi comportamenti anomali vengono sanzionati severamente; anche l'uso di macchine fotografiche sulle spiagge è ritenuto sconveniente nel caso ci siamo altri bagnanti.Troverete cercando anche un hotel, l'ufficio postale e un posto di polizia; non manca un panificio e c'è anche un delegato sindaco.
In questo documentario originale realizzato da France 3, potrete apprendere conoscendo il francese, quale sia lo spirito necessario per decidere se passarci una breve vacanza  o magari trasferirvi per sempre sull'isola di Levante.

Levante: testate la vostra predisposizione al naturismo
Un breve soggiorno sull'isola da soli o in compagnia potrà esservi utile come test,  per capire se siete predisposti al naturismo, che in ogni caso potrete praticare anche altrove. Sull'isola troverete coloro che da anni continuano a seguire la traccia ormai indelebile segnata dai fratelli Durville. Leggendo la loro biografia non si può non definirli lungimiranti sognatori e abili imprenditori del  loro tempo. Non siamo in grado oggi di appurare se anch'essi come il padre conoscessero l'arte ipnotica e il potere del magnetismo, ma quel che è certo è che ancora oggi Heliopolis attira nuovi adepti su questa isola felice e poco conosciuta, dove si celebra anche messa, ma da cui ci si esercita, in una zona invalicabile dell'isola, riservata al Ministero della Difesa francese, al lancio dei missili.




 Un ultimo suggerimento: per raggiungere Levante prendete un traghetto dalla cittadina di  Lavandou, in un'ora e 15 minuti sarete a destinazione, ma rammentatevi di portare giusto quanto basta, e in caso di dubbi, quando prenotate l'alloggio chiedete ad un levantino di spiegarvi a cosa corrisponde "le minimum".


Per saperne di più sul progetto Heliopolis di seguito trovate alcuni link utili :

http://www.iledulevant.com.fr/en/
http://www.iledulevanthodie.fr/histoires.html
http://histoire.villennes.free.fr/Pages/Extension26.htm
Un video recente trasmesso dalla rete Tv M6
http://www.reseau-naturiste.org/m/videos/view/l-%C3%AEle-du-Levant-sur-M6


28 ottobre 2015

Esperimento con Shishkin, il più noto paesaggista russo

Oggi siamo in vena di esperimenti:poichè vorremmo far conoscere ai nostri lettori Shishkin, uno dei nostri artisti preferiti e tra i pittori russi, sicuramente il più realistico nel ritrarre paesaggi naturali, boschi e gli alberi delle numerose foreste russe. Particolarmente minuziosa era la sua rappresentazione dei particolari che possono sfuggire  tuttavia se non si osserva direttamente l'opera originale nelle sue dimensioni reali..Su internet trovate molti esempi delle sue opere. Chi si troverà a passare per San Pietroburgo, troverà Shishkin al Museo Russo, mentre a Mosca occorrerà andare alla Galleria Tretyakov. Ma passiamo all'esperimento: puntate il vostro smartphone se dotato di lettore o scanner di codici QR centrando l'immagine qui in basso e aprite il link proposto se avete una connesione ad internet WiFi. Salvate l'immagine e avrete così uno dei dipinti di Shishkin sul vostro cellulare; potrete tenerlo solo per voi o condividerlo con gli amici.
Se siete neofiti in tema di codici QR e siete interessati a ripetere questo esperimento, scriveteci dal guestbook a sinistra.

QR Code


15 agosto 2015

Passeggiare tra i giardini segreti di San Pietroburgo


La città di San Pietroburgo di anno in anno accoglie sempre più turisti ma i tempi ristretti di visita o l'esigenza di seguire tour preorganizzati impedisce alla maggior parte di questi viaggiatori di scoprire numerose meraviglie.
Rimangono così inesplorati sia gli estesi parchi lontani dal centro storico, ma anche molti deliziosi giardini urbani che essendo ubicati in aree defilate, restano in gran parte ignorati. In realtà sia in città che nei dintorni, sono numerose le sorprese per chi, dotato di mappe ormai disponibili su computer e telefoni, vuole scoprire invece queste oasi, verdi e fiorite d'estate, con laghetti idilliaci ricoperti di ninfee. I cromatismi cambiano con le stagioni e la vegetazione diviene dorata e tendente al rosso in autunno, mentre con il diminuire delle temperature i prati e i laghi assumono un colore uniforme  già dalla fine di ottobre quando la prima neve ricopre tutto di bianco e i laghetti si trasformano in piste per il pattinaggio. Tuttavia per incuriosire i nostri lettori abbiamo deciso di trasformare la scoperta di questi luoghi in una sorta di istrutttiva caccia al tesoro, dove il premio consiste proprio nello scoprire man mano luoghi che non si conoscevano prima, individuando, saputone il nome, più facilmente il modo per raggiungerlo.
Per questo primo luogo vi anticipiamo solo che si tratta di un giardino ubicato alle spalle della residenza di uno dei massimi poeti russi. Tale personaggio è immortalato al di sotto della imponente statua di Caterina II nel giardino di Piazza Ostrovsky, insieme ad altri notissimi personaggi dell'epoca. Inoltre abbiamo pensato che sarebbe stato utile consentire ai nostri lettori la condivisione di tali luoghi in verità poco noti. Potrete inviare quindi ad amici e parenti la foto dopo averla salvata. In basso troverete inoltre un riquadro con un codice QR assai utile: se siete dotati dell'apposita app sul vostro smartphone, potrete decriptarne facilmente il contenuto nascosto. Otterrete così la stessa immagine conservata in Google Drive, direttamente sullo schermo del vostro cellulare e potrete condividerla con whatsapp o gli altri social network preferiti. Daremo la soluzione del nostro primo enigma topologico tra qualche settimana.












SOLUZIONE: il giardino in foto era noto in passato come Giardino Polacco; nel 2003 in occasione dei festeggiamenti per i 300 anni di San Pietroburgo ha subito un restauro completo ed è divenuto parte integrante del Museo Derzhavin che si affaccia invece sulle rive della Fontanka. Oggi esso rappresenta una piccola oasi sempre curata, frequentata da giovani mamme con pargoli in carrozzina e da chi vuole trovare un angolo tranquillo per leggere o chiacchierare all'aria aperta. Per godere di questa oasi, nella bella stagione occorre pagare un biglietto ma se lo visiterete in autunno non vi pentirete dei pochi rubli richiesti per ammirare gli splendidi cromatismi creati dalle siepi di Berberis che contrastano con i deliziosi ponti dipinti di bianco mentre i numerosi uccellini si cibano  delle vistosissime bacche che ricoprono gli alberi lungo il perimetro esterno del giardino.
In metropolitana il giardino è raggiungibile dalla fermata Technologicesky Institute dopo aver attraversato la strada e percorso circa 200 metri su Crasnoarmenskaya Ulitsa, verso le grandi cupole azzurre della Cattedrale della Trinità. Con Google map vi basterà scrivere come destinazione finale "Derzhavin Pereulok" e otterrete facilmente l'itinerario per raggiungere la vostra meta.
Eccovi la mappa per orientarvi e raggiungere con facilità questo suggestivo giardino fuori dai consueti itinerari descritti nelle guide.

3 agosto 2015

Viaggio alla scoperta della Cornovaglia

Vorrei uscire e vivere la mia vita in qualche nuova colonia, dove le cose siano appena all'inizio, nuove.Un posto lontano dalla decadenza e dal materialismo moderno.
Daphne Du Maurier (autrice di Cornovaglia magica) 


Sempre alla ricerca di luoghi nuovi da esplorare, cerchiamo talvolta di trarre suggerimenti dai tanti filmati presenti su you tube e da altri elementi a prima vista casuali e insignificanti che a poco a poco acquisiscono invece maggiore forza e determinano infine la motivazione prioritaria nella scelta della meta da raggiungere.
Il filmato che vedete in basso ci aveva colpito per la quasi assenza di insediamenti urbani e l'estensione di verde ma anche per i colori inaspettati del mare.Il video scelto tra i tanti visibili online, consente di esplorare virtualmente, con una visione aerea, il territorio della contea più a sud dell'Inghilterra, nota come Cornovaglia che vanta una linea costiera di oltre 600 chilometri.
Vi daremo quindi qualche suggerimento frutto della nostra esperienza, per creare il vostro itinerario, e se vorrete potrete utilizzare come orientamento la mappa che troverete più in basso contenente i luoghi da noi prescelti per il viaggio effettuato alla fine di maggio del 2015.
Ecco il link per visualizzare altri filmati presenti nel sito web ufficiale della Cornovaglia, chiaro e ricco di informazioni e of corse solo in inglese: Visit Cornwall .



L'elemento che durante le ricerche ci aveva particolarmente incuriosito era la sigla AONB che avevamo trovato nelle descrizioni di varie zone del sud dell'Inghilterra. Si tratta dell'acronimo di Area of Outstanding Natural Beauty ovvero Area di Eccezionale Bellezza Naturalistica; cliccando sulla sigla otterrete dalle pagine di Wikipedia ulteriori dettagli in lingua italiana, mentre se avete dimestichezza con la lingua di Shakespeare andate al sito web originale landscapeforlife dove troverete molti suggerimenti per andare alla scoperta di tali aree sparse in varie contee del Regno Unito.
Bene ! Con questi elementi abbiamo cominciato ad esplorare con largo anticipo il territorio usando Google map che ci ha consentito di valutare distanze e individuare anche alloggi durante l'itinerario. Per capire la tipologia delle strade (alcune suggestive ma dove a malapena passava un'auto) si è mostrato utilissimo a questo proposito Google street che ci ha permesso di percorrere in anticipo molti degli itinerari inizialmente previsti e selezionarne o depennarne altri anche se ritenuti interessanti.
La Cornovaglia è una delle contee che contribuisce meno al Pil della Gran Bretagna: il reddito dei suoi abitanti è tra i più bassi tra le contee inglesi. A salvare la Cornovaglia c'è il turismo, soprattutto interno e il fatto che il Principe Carlo d'Inghilterra oltre ad essere Principe del Galles è anche Duca di Cornovaglia e quindi ha tutto l'interesse nel salvaguardare un'area dove si trovano sue fattorie, vivai di piante ben connessi con i club del giardinaggio cornico, assai attivi nell'area, incluse strutture ricettive di alto livello , le quali producono ricavi ma anche reddito per le diverse comunità locali, supportate anche da speciali fondi creati ad hoc per la salvaguardia dei territori rurali.
Non stupisce quindi che sia stato per iniziativa di HRH il Principe Carlo che dal 1983 in una delle aziende lattiero-casearie ubicate in Cornovaglia, si è cominciato a produrre anche un formaggio denominato Yarg meno noto del Cheddar ma che cela nella sua denominazione attuale, il nome di colui che aveva molto tempo prima creato la ricetta per realizzarlo: un certo sig. Gray .
I tempi ristretti a nostra disposizione ci hanno impedito di visitare una Nursery per amanti del giardinaggio e dotata anche di aree per la ristorazione, ubicata vicino al castello di Restormel e chiamata appunto Duchy of Cornwall: se passate da quelle parti dateci un'occhiata.
Un viaggio in Cornovaglia è particolarmente indicato quindi a chi ama i paesaggi naturali, le scogliere aspre che in certi punti superano i 200 metri di altezza, ma anche un mare che si affaccia sul'Oceano Atlantico dai colori cangianti, incluso un inaspettato azzurro cobalto che sorprende al pari delle giornate soleggiate che ci hanno accompagnato per quasi una settimana.Il numero di giardini sia privati che gestiti dal Trust britannico è notevole e tutti sono in grado di riservare sorprese e curiosità, ma visitarli tutti è un'impresa quindi fate una scelta visitando il sito web GreatGardenofCornwall che vi consentirà di avere una panoramica di questi luoghi e delle specie botaniche, alcune ignorate dalle nostre parti in cui sono specializzati e poi godetevi le magnifiche residenze sparse nel territorio.Quella di Hiclere è veramente splendida, ma non sempre aperta al pubblico. Qui potrete trascorrere una mezza giornata intorno al castello dei Carnarvon il cui nome è legato alla scoperta della tomba di Tutankhamen e magari immaginando per un momento di essere uno dei personaggi di Downtown Abbey , lo sceneggiato che viene girato all'interno del castello.

Se avete pargoli al seguito non perdetevi l' Eden Project: un incredibile posto dove all'interno di smisurate cupole trasparenti vi ritroverete in una foresta tropicale....ma non mancano i ristoranti e la parte educativa ma pur sempre ludica: c'è sempre fila nel marchingegno che produce suoni intuibili in relazione alla produzione di gas intestinali; molto seguite sono anche le lezioni di chimica divertente con i prodotti casalinghi.Ma cliccate sui luoghi presenti nella mappa e leggerete le informazioni utili.
Il nostro tour inglese è stato effettuato con an'auto noleggiata all'aeroporto di Stanstead, dove siamo arrivati con un volo low cost della Ryan Air con partenza da Roma. In realtà sarebbe stato preferibile scegliere un aeroporto posto a sud di Londra, come Gatwich ma il costo dei voli era decisamente superiore. Suggeriamo però di valutare opportunamente queste opzioni anche in relazione al grosso traffico incontrato in uscita dall'area londinese che potrebbe farvi risparmiare varie ore di strada e km se arriverete a Gatwich.
Altro suggerimento legato alla nostra esperienza :non scegliete auto particolarmente voluminose in quanto vi capiterà di percorrere vostro malgrado strade particolarmente strette benché poco trafficate.Se usate i navigatori di molti smartphone tenete conto che per default i loro software tenderanno a farvi percorrere le strade più brevi ma anche quelle meno agevoli per chi deve guidare tra strette pareti ricoperte d'erba, mantenendosi sulla sinistra come vuole il sistema inglese. Cercate pertanto di mantenevi su strade più ampie visto che i km risparmiati sono molto pochi.
Come noterete nella mappa abbiamo segnalato anche le località non facenti parte della Cornovaglia e sarebbe da segnalare in particolare la cittadina di Salisbury dove nella cattedrale si trova una delle 4 copie della Magna Charta. Nelle vicinanze si trova inoltre la ben nota Stonehenge, tappa d'obbligo per patiti di luoghi ricchi di energia mistica e da visitare soprattutto durante i solstizi.
Se avete letto i libri di Daphne Du Maurier non potete non fermarvi a Fowey ed esplorare i luoghi da lei descritti e amati.
Per quanto riguarda la ricettività, non è difficile trovare bed and breakfast lungo il percorso, tuttavia vi suggeriamo di premunirvi prenotando l'alloggio per i primi due o tre giorni e poi cercare laddove si intende fermarsi, visto che in alcuni posti varrebbe la pena di spendere più tempo per godersi paesaggi, maree, giardini e tramonti e in altri risultano sufficienti anche solo poche ore.
Invece di annoiarvi con descrizioni di tutte le località toccate, abbiamo deciso di condividere la mappa di Google da noi usata e che include tutte le nostre tappe con le descrizioni salienti, ovvero la ragione che ci ha spinto a inserirla nel nostro itinerario di viaggio.
Con ulteriori ricerche (provate a zoommare nelle mappe di google per far apparire foto e dettagli di zone poco note:è così ad esempio che abbiamo scoperto la Lulwort Cove ma potrete tuttavia aggiungere luoghi di vostro interesse, non inseriti nella nostra mappa, per personalizzare così il vostro viaggio secondo le vostre preferenze non necessariamente uguali alle nostre.
Troverete in basso anche una selezione delle nostre foto che rappresentano alcune tappe del nostro tour in Cornovaglia.


Nel caso invece qualcuno dei lettori avesse utili suggerimenti o volesse condividere la sua esperienza di viaggio in Cornovaglia è il benvenuto e potrà contattarci con il modulo a sinistra o inserendo qualche riga nei commenti.
Buon viaggio !


8 aprile 2015

Andare in Thailandia per scoprire la diversità ma dotati della voglia di apprendere


La nature fuit le lieux fréquentés c'est au fond des forêts, au sommet des montagnes, et dans les deserts, qu'elle étale ses charmes les plus  touchants.  
                                         J.J.Rousseau, La nouvelle Héloise
I viaggiatori italiani che nel 2014 hanno scelto di raggiungere il lontano regno di Thailandia sono stati 206.500, una quota ancora limitata se paragonata agli oltre 26 milioni di turisti che nel 2013 hanno scelto di recarsi in tale straordinario paese.
Molti considerano la Thailandia, una meta troppo esotica e al di fuori del range delle destinazioni vagheggiate, altri invece l'hanno riposta in fondo al loro cassetto dei sogni. Sarebbe il caso invece di aprire la mente, essere un po' più intrepidi e tener conto piuttosto dei tanti modi che questo paese offre, per stupirsi della diversità, in un mondo che a diverse latitudini sembra ormai orientato verso l'omologazione globale. Se fate parte della schiera del"Natale con i tuoi e capodanno con chi vuoi", sappiate che in inverno nel Regno di Thailandia splende sempre il sole ed il termometro oscilla in media tra i 25 e i 33 gradi.
Se volessimo proprio trovare un impedimento riguarderebbe solo coloro che non amano viaggiare in aereo: occorrono infatti oltre undici ore di volo dall'Italia, ma nessun visto preventivo, né particolari precauzioni sanitarie, per raggiungere tale straordinario "paese del sorriso".

CHE TIPO DI FELICITA' STATE CERCANDO ?
Il web è ricchissimo di informazioni, immagini, filmati e racconti di viaggio sulla Thailandia e non mancano quindi le opportunità per andare alla scoperta di isole incontaminate tra le tante dell'arcipelago delle Similan o tra quelle, citate persino da Marco Polo, nel mar delle Andamane.
Le centinaia di immagini visibili on line consentono di vagheggiare su deserte spiagge, adatte più a novelli sposi in cerca di isolati resort, che a moderni Robinson Crusoe in cerca di avventura ma con gel dopobarba e Ipad nello zaino. Individuata la meta ideale, occorrerà poi pensare agli itinerari ed alle attività adatte al proprio stile di viaggio ed alle motivazioni che hanno spinto ad abbandonare il proprio sicuro domicilio alla ricerca di quella felicità che Goethe aveva magnificamente definito come: "il difficile equilibrio tra l'estasi del nuovo e la sicurezza dell'abitudine".
Il ventaglio di esperienze offerte è considerevole e qui ci limiteremo a citarne solo alcune: è possibile provare a vivere senza acqua calda in una capanna di bambù galleggiante o osservare la vita nella foresta alloggiando su una panoramica casa sospesa tra gli alberi; è possibile esplorare in canoa nascoste lagune celate tra monoliti calcarei, scivolando tra isolotti di mangrovie abitati da granchi e strani pesci salterini.
Gli appassionati di speleologia troveranno grotte rifugio di grandi colonie di pipistrelli, oppure potranno osservare all'opera i raccoglitori di nidi dei rondoni del genere Collocalia, tanto apprezzati nella cucina cinese o semplicemente ammirare grotte scintillanti di minerali. Se siete invece altruisti potreste offrirvi come volontari insegnando l'inglese alle comunità locali. Naturalmente se fate invece parte del club dei pigri incalliti potrete assaporare il dolce far niente su un' amaca, dormendo in uno spartano bungalow o in un resort affacciato su una laguna turchese, massaggio thai e lezioni di yoga sulla spiaggia, inclusi.
Poiché questo post nasce per invitare a provare qualcosa di diverso e inusuale , non troverete qui i soliti stereotipi sul viaggio in Thailandia, troverete ben poco sui soggiorni al mare e sul dolce far niente italico, visto che di tali argomenti è piuttosto facile trovare informazioni. Se leggete questo blog e siete invece predisposti a cercare altro e ad andare altrove, riteniamo siate dei viaggiatori un po' speciali, e quindi allacciate le cinture e preparatevi ad altri modi di apprezzare la Thailandia.

PRIMA DI PARTIRE:GUIDE DA LEGGERE E IL SITO WEB DEL TURISMO THAILANDESE
Il primo suggerimento, scontato forse, ma sottovalutato da molti, è quello di documentarsi con qualche guida sintetica e a basso costo come quella della National Geographic, soprattutto se non siete predisposti all'impegnativa lettura delle guide Lonely Planet, in verità assai dettagliate, ma utili a nostro parere solo a chi abbia parecchie settimane o mesi, per esplorare il paese, peraltro alquanto esteso sia sui rilievi, sia nei suoi territori marini.
rafting su zattere di bambù
Chi avesse scarsa disponibilità di tempo punti quindi direttamente alle  pagine messe online dall'ufficio italiano del turismo thailandese. Chi è allergico all'uso del computer e abita o si trova a Roma, potrà anche toccare con mano la proverbiale gentilezza thai recandosi in via Barberini 68. Quesiti o dubbi sulle mete ideali in relazione alle stagioni o sui numerosi festival o sulla possibilità ad esempio di scoprire la Thailandia da soli usando il treno, e noleggiando sul posto bici e risciò, otterranno risposte esaurienti. Le sorridenti impiegate saranno prodighe di suggerimenti, e pronte a fornirvi agili guide a tema da portare anche in viaggio. Una rapida lettura vi farà scoprire quel che di interessante, bello e spettacolare si trova nelle varie provincie della Thailandia. Saprete quindi dove assistere ad una pittoresca regata multietnica, dove cucinarvi un uovo in una sorgente termale, dove fare rafting su zattere di bambù, percorrere tratti di foresta o di fiumi a dorso di elefante o semplicemente trovare stupende cascate, sorgenti termali e fiori rari. Potrete sapere in quali località  trovare arboreti e giardini botanici, vivai di orchidee, caverne o residenze reali. Si scopriranno i nomi delle tante etnie minori stanziate in Thailandia e si potrà così andare alla scoperta di costumi pittoreschi, antiche tradizioni e magari alla ricerca di manufatti originali.In particolare suggeriamo di orientarsi sugli articoli tessili in seta e quelli realizzati nei villaggi Thailue e Laolue, con il tessuto "lai nan lai" che si ispira agli ambienti naturali ricchi di fiori, ruscelli e cascate; suggeriamo il tessuto "tin ciok" per chi ha invece una particolare predisposizione per il blu. Se avete un particolare interesse per gli ambienti naturali chiedete all'ufficio del turismo Thai le brochure sui numerosi parchi naturali, in verità poco visitati dai turisti italiani e se conoscete la lingua inglese potreste richiedere le pubblicazioni sulle nuove forme di turismo ecosostenibile promosse da piccole agenzie maggiormente in contatto con la popolazione locale e le varie associazioni etniche..
Dopo la lettura del post in questo link http://www.turismothailandese.it/ , potrete iniziare a scoprire la Thailandia e scaricare anche l'utile rivista Taste of Thailand che illustra le ultime novità e dimostra, con quanto impegno e professionalità, gli enti preposti si dedichino a promuovere  i tanti aspetti di questo sorprendente paese ancora tutto da scoprire.

THAINESS: OVVERO APPRENDERE LO STILE DI VITA DEI THAILANDESI
Sfogliando l'ultimo numero della rivista Taste of Thailand, sembra che la sig.a Kabkarn Wattanavrangkul , attuale ministro tailandese per il turismo e lo sport abbia colpito decisamente nel segno.
Lei che è stata definita "artista del business", con un' eclettica esperienza presso grandi aziende ed una laurea in architettura conseguita negli Stati Uniti, ha intuito con perfetto tempismo che i desideri dei futuri viaggiatori, stanno cambiando e che dopo anni di turismo " da spiaggia tropicale", in molti hanno iniziato a richiedere nuovi e più articolati modi di apprezzare la Thailandia.
Questi nuovi viaggiatori oltre al mare d'inverno e ai locali, cercano adesso  antiche vestigia e tradizioni tipiche: è l'ora di fargli apprezzare quindi la magia  delle antiche capitali del regno del Siam conducendoli ad Ayutthaya e Sukhotai, fargli fare corsi di cucina thai e magari portarli nelle fattorie sperimentali che coltivano perfino il classico broccolo romano al posto dell'oppio e che sono supportate dalla Casa Reale e da organismi internazionali.
Templi dell'antico regno di Sukhotai
Aumentano coloro che hanno deciso di trasferirsi in terra thailandese: numerosi sono i pensionati britannici seguiti come numero da intere famiglie che calano dal freddo nord Europa. Molti sono coloro che dopo aver testato il paese, provano nuovi modi di vita e di lavoro: presa confidenza con il clima e i cibi, cominciano a provare interesse per i numerosi aspetti della cultura thailandese e chiedono di comprendere il ricco patrimonio di valori unici che in un'unica parola è stato definito Thayness o thailandesità.
Anche per chi ha frequentato le spiagge più belle e si è immerso tra gli squali balena e le mante giganti dell'isola di Richelieu, potrebbe risultare quindi illuminante, ripetere ma con un altro spirito, l'esperienza di viaggio, magari cercando di carpire pur nello spazio di poche settimane, il segreto della serenità del popolo thailandese, cercando  di apprezzarne le quotidiane abitudini e magari apprenderne, praticandolo, lo stile di vita ben rappresentato nel video realizzato dall'Ente del turismo.

IL PIACERE DI APPRENDERE IN VIAGGIO
Bollo auto per l'anno 2558
Molti di coloro che sbarcano a Bangkok e poi si disperdono tra hotel, guesthouse e altre sistemazioni più spartane, al mare o al nord tra le fresche colline o in riva ai fiumi, collezionano esperienze e nuove conoscenze; altri purtroppo arrivano e ripartono avendo appreso assai poco del paese che li ha ospitati. Giungere sino a qui e non apprendere cosa sia il "wai"- il saluto tipico thailandese è una grave perdita; ma occorre certo una predisposizione alla scoperta dei particolari di viaggio per notare che in Thailandia le auto e i taxi dai vivaci colori, viola, verdi e gialli, hanno già pagato e quindi esposto il bollo per l'anno 2558. Il calendario thailandese infatti considera come anno zero dell'Era buddista, l'anno in cui il Buddha ha conseguito il "paranirvana", cioè la cessazione degli elementi fisici e psichici e il conseguente passaggio ad una nuova forma di esistenza: tale data è assai variabile nei vari paesi di religione buddhista ma per facilitarvi il calcolo vi basterà aggiungere 543 anni al nostro attuale calendario gregoriano: quindi 2015+543=2558.

IL PAESE DEI TRE CAPODANNI
Prendete nota che i thailandesi non festeggiano il loro capodanno il 31 dicembre. Il loro fine anno detto Songkran avviene tra il 13 e il 15 aprile: in questi giorni è festa nazionale e ci si dedica non solo a visitare i parenti ma anche a estese e gioiose docce collettive pubbliche che se aiutano a sopportare la calura, hanno ormai travalicato le antiche tradizioni fatte di limitate abluzioni reciproche e bene auguranti. Poiché in Thailandia vive una cospicua comunità cinese già presente sin dal XVII secolo, potrete anche assistere tra gennaio e febbraio al capodanno cinese, assai pittoresco e ricco di colore.Non perdetevi quello che si svolge nella China-town di Bangkok, aperta a tutte le ore, completamente addobbata di grandi striscioni colorati di rosso e  attraversata da numerosi taxi collettivi e pullman senza finestrini, stracolmi di varia umanità festante.
Bangkok: il quartiere di Chinatown
Troverete festeggiamenti anche in altre località della Thailandia e perfino negli hotel più grandi, che si sono adeguati, vista la notevole crescita del turismo cinese, offrendo pantagruelici banchetti accompagnati da canti e balli cinesi tipici.
Visto che nessuno dei turisti europei o americani rinuncerebbe al classico cenone del 31 dicembre, è evidente che se doveste rimanere da fine dicembre a metà aprile a Bangkok e dintorni, "rischiereste" di dover festeggiare tre capodanni in tre diversi momenti, pur rimanendo in Thailandia.


CIBI THAILANDESI: IMPARARE I NOMI DEI PIATTI E RICONOSCERNE GLI INGREDIENTI
Molti italiani habitué di questa meta, per "non rischiare" scelgono hotel gestiti da connazionali, dove anche gli chef sono italiani: si priveranno così di quelle emozioni tipiche offerte dalla tradizione gastronomica thailandese. Non avendo gustato le prelibatezze locali, avranno così perso l'opportunità di provare gli strabilianti sapori dei piatti thai, ricchi di aromi e di un sapiente quanto equilibrato mix di spezie salutari dove di solito non mancano frammenti di zenzero o galangal,  lemongrass e profumatissime fette di lime.
Alcune ricette prevedono  tipi di peperoncino più o meno piccante, il cui dosaggio da qualche tempo viene ridotto nei buffet offerti ai viaggiatori' europi, si trova tuttavia l'aglio e il coriandolo. Inoltre al posto del sale viene usata spesso una speciale salsa di pesce , mentre il sapore dolce di alcune zuppe viene ottenuto con il succo del tamarindo, pianta tra le più diffuse in Thailandia.  Il tocco finale ai diversi piatti è dato dalle foglie fresche e ricche di oli aromatici del Kaffir lime la cui pianta, il Citrus Histrex, solitamente presente in tanti giardini thailandesi è ritenuta non solo utile nel liberare la mente, ma secondo le tradizioni locali, anche particolarmente utile nel tenere lontano malanni e influenze negative.

Se siete andati in Thailandia e non avete provato il Tom Yum Kung,, è un po' come essere andati a Roma e non aver provato gli spaghetti all'amatriciana. La cucina thailandese è sorprendente e vi stupiranno anche le numerose proprietà benefiche dei tanti ingredienti naturali: il lemongrass ad esempio, il cui nome scientifico è Cymbopogom citratus, combatte tosse e raffreddori; il galangal o alpina officinarum deriva dalla stessa famiglia delle zingiberacee e sono ben note le sue proprietà digestive e antiossidanti. Che voi proviate una zuppa di gamberi o un piatto con pesce o maiale, gustatelo senza fretta; ogni cucchiaiata vi offrirà infatti una sinfonia di sensazioni uniche e sempre diverse man mano che il vostro cucchiaio capterà l'uno o l'altro ingrediente che vi suggeriamo di imparare a riconoscere anche nel nome, per ritrovarlo nei mercatini, sia fresco che essiccato.

INCONTRARE LA GENTE, CONOSCERE PIANTE E OSSERVARE GLI ANIMALI
La pianificazione di un viaggio è materia personalissima, essendo innumerevoli le motivazioni che spingono ad andare altrove. Tuttavia se si sale su un aereo e si vola per 11 ore e poi giunti a destinazione tocca spostare le lancette dell'orologio 6 ore avanti, mentre il taxi che vi porta a destinazione accetta solo valuta locale e l'occhio scopre che la segnaletica stradale comprende alfabeti illeggibili, un minimo di preparazione e di curiosità dovrebbe far parte del piacere del viaggio, anche se per caso vi siete serviti di un tour operator che vi ha preparato tutto, assicurazione medica e rischio bagaglio incluso.
Se potete, vi suggeriamo di creare un piccolo gruppo, prima di partire e poi confrontando le proposte di più tour operator, chiedete di fornirvi oltre ai voli, una guida locale e trasporti in loco, ma pretendete di gestire gli spostamenti o le tappe a modo vostro. Quindi se fa comodo al tour operator fare tappa in un laboratorio di scultura del legno con toilette e chiosco per bevande, pretendete di voler visitare anche un piccolo laboratorio per la lavorazione dell'argento o della porcellana in funzione dei vostri interessi.Tenete inoltre conto che nelle principali cittadine come Chiang Mai e Chiang Rai, oltre che a Bangkok, operano agenzie locali con guide parlanti non solo inglese, che offrono una gamma di esperienze molto più ampie e soprattutto maggiormente a contatto con la popolazione locale e con le associazioni degli artigiani delle etnie presenti nel territorio.
Questo operatore di Chiang Mai è solo  uno tra i  tanti accreditati presso l' Ente per il turismo thailandese: Chiang Mai local tour.
Sukhotai, Ayutthaya e la splendida residenza estiva reale di Bang pa in, distante 60 km da Bangkok, sono dei luoghi che meritano una lentezza che i tour standard non prevedono; tenete conto inoltre che i biglietti d'ingresso hanno un costo irrisorio (tra i 3 e i 5 euro) e pertanto godere l'atmosfera di questi siti in momenti diversi della giornata o dedicarsi alla contemplazione del paesaggio o noleggiare una bicicletta per pochi bath, per esplorare anche i dintorni, consentirebbe di respirare l'atmosfera magica di questi luoghi. Non sarà neanche difficile trovare un angolo tranquillo per meditazioni, alla maniera di Siddharta, scegliendo quindi l'albero che più vi si confà. A questo proposito vorrei invitarvi a guardarvi meglio intorno, soprattutto quando sarete nelle aree dei templi: alcuni alberi non esistono alle nostre latitudini e da queste parti raggiungono proporzioni spettacolari ed è facile trovare esemplari di ficus religiosa i cui tronchi toccano i tre metri di diametro; vi sono poi piante con fiori e frutti inconsueti, abitate da esserini anch'essi non visti o ignorati da gran parte dei viaggiatori.

Saraca indica o Ashoca tree
Ci limiteremo qui a ricordare innanzitutto gli immensi esemplari, molti pluricentenari, di Ficus religiosa che altro non è che il famoso albero sacro Bo , in sanscrito detto della Bodhi, cioè della illuminazione, riferendosi al risveglio ottenuto da Siddharta Gautama poi divenuto Buddha.
Raccoglietene le foglie a forma di cuore; diverranno con il passar del tempo un originale segnalibro dorato e vi rammenteranno a distanza di tempo il vostro viaggio. Queste foglie insieme ad altre parti della pianta sono impiegate nella medicina tradizionale e in quella ayurvedica per curare una cinquantina di disturbi e non vi sarà difficile trovare tali preparati, alquanto diffusi a livello locale e assai economici. Queste foglie per la particolare struttura cordata e il lungo peduncolo centrale, hanno la particolarità di muoversi in continuazione anche in assenza di vento; per i fedeli di religione induista questa vibrazione continua è segno evidente della presenta di spiriti, deva o deità arboree. Ci vengono in mente le numerose immagini di driadi realizzate da artisti che hanno attinto ai suggestivi miti sulla natura, comuni a quasi tutti i popoli della terra.
Albero delle fiamme della foresta
Vi sarà poi facile riconoscere la Butea Monosperma nota come albero delle fiamme della foresta a causa dei suoi grandi semi color arancio: visibili anche da lunga distanza danno l'idea di un albero dalle cui fronde sia scaturito un incendio. Tale pianta offre un colorante naturale ampiamente utilizzato sia nella tintura di tessuti che in diverse cerimonie e riti tradizionali.
Anche questa pianta offre soluzioni naturali ai consueti problemi umani quali diarrea e vermi intestinali. Esperti botanici e centri medici, soprattutto indiani, ne stanno testando l'efficacia in decine di altri malanni.


I grandi frutti, simili a noci di cocco vi aiuteranno nel riconoscere la Couroupita Guianensis dai fiori vistosissimi e profumati: essa è nota con il nome comune di albero delle palle di cannone. Visibile in molti templi buddhisti, essendo la pianta ai cui piedi si ritiene sia nato e morto Buddha, è riconoscibile per la presenza di reti protettive che evitano che i frutti del diametro di 15 cm vi colpiscano quando siano giunte a maturazione. Infine non possiamo dimenticare la splendida Saraca Indica (nella foto in alto) nota anche con il nome di Ashoka tree e che i thailandesi chiamano Sokanan: ha dei sorprendenti fiori raccolti in globi rosso arancio che colorano le piazze antistanti di molti templi e i giardini delle residenze reali; ne troverete coloratissimi esemplari lungo la strada principale di Khao Lak a nord di Phuket.

Kāmadeva insidia Shiva
Anche da questa pianta si ricavano numerosi preparati naturali, indicati per la cura di patologie endometriali e uterine, quindi particolarmente dedicati alle donne.
Non è quindi a caso che nella ricchissima mitologia indù viene raffigurato Kāmadeva il giovane dio dell'amore e della sensualità, con viso verde e dotato di arco e frecce inusuali, adatte a colpire i 5 sensi e conquistare Shiva: le armi assai speciali sono costituite infatti da 5 tipi di fiori che comprendono quello dell'Ashoka tree, il gelsomino, il loto bianco, il loto blu e il fiore del mango.
Per quanto riguarda poi la fauna , visto che le scimmie e gli scoiattoli saranno di facile visibilità, vi invito ad avvicinarvi ai tronchi degli alberi dove con facilità vedrete delle inconsuete formiche rosse con organi, addome e testa, particolarmente sviluppati.
Il loro nome scientifico mette in luce la loro straordinaria abilità che è pari a quella di infliggere morsi dolorosi a chi le disturba magari involontariamente. Tale straordinario esserino prende il nome di Oecophilla smaragdina: se focalizzerete la vostra attenzione, sugli alberi di mango, noterete che tra i rami vi sono delle foglie cucite insieme in modo da formare dei capienti cestini arborei. Per questa costruzione ecologica le nostre formiche si servono di una sorta di filo setoso che viene secreto dalle larve e che consente di mettere al sicuro le uova prodotte dalla loro prolifica regina  e proteggerne così il contenuto da eventuali aggressori ad eccezione dell'uomo, come leggerete più avanti.
Molti viaggiatori passano inconsapevoli sotto magnifici alberi di mango, che è tra i più grandi alberi da frutto al mondo, senza avere nessuna percezione che sulla loro testa si trova una megalopoli abitata da milioni di minuscoli abitanti attivi che non hanno ancora apprezzato la settimana corta, né hanno mai pensato di richiedere speciali indennità di rischio per edilizia arborea ad alta quota.

LA LINGUA THAILANDESE E IL SANSCRITO
Un altro suggerimento che ci sentiamo di dare è quello di interessarsi alla lingua thailandese: questo non vuol dire che per andare in vacanza 10 giorni dovrete apprendere l'alfabeto thai e i vari toni.
Date tuttavia un'occhiata a qualche sito con qualche frase utile o investite 10 euro nell'acquisto del frasario portatile di thailandese della Lonely Planet: è scritto in italiano e vi faciliterà, incontri e anche qualche acquisto, rendendovi più simpatici agli occhi degli abitanti che si sorprenderanno del vostro "Sawat dii Krap" oppure "Sawat dii Khaa" nel caso che siate una donna. Il classico saluto thailandese a mani giunte, detto Wai, vi accoglierà, unito ad un aperto sorriso, ovunque andiate e rappresenta uno dei tratti distintivi, particolarmente apprezzati da chi ha in mente la freddezza o il distacco, caratteristico dell'accoglienza di altri popoli.
Su you tube trovate varie lezioni realizzate per chi mastica l' l'inglese e anche simpatiche scenette; eccovi un esempio:  http://www.youtube.com/watch?v=uBpjbhHtxk0 
Se poi si rifletterà sul fatto che la lingua thai deriva dal Sanscrito e dall'antica lingua Pali, non vi stupirà di trovare parole con incredibili somiglianze con quelle usate magari dai vostri avi.
In Sicilia dove il prof Caltagirone ha tradotto numerosi reperti contenenti vocaboli in sanscrito, fino a qualche anno fa si salutavano gli anziani con un "sa-bbanadica" e oggi in Thailandia per chiedere a qualcuno come va ? si dice "Sa-bai dii mai ?" E' difficile dire che non vi siano relazioni tra queste 2 due espressioni separate da migliaia di chilometri.

IL BUDDHISMO THERAVADA
Visitare un paese dove oltre il 95% della popolazione segue il buddhismo Theravada obbliga i viaggiatori, a sapere qualcosa di questa dottrina che alcuni non ritengono di classificare come religione, ma che influenza il modo di vivere e di affrontare i problemi quotidiani dei thailandesi.

Il viaggiatore occasionale è condotto attraverso vari templi ed è invitato anche a partecipare a riti con apposizione di braccialetti, benedizioni di gruppo, responsi, apposizione di pensieri su lunghi tessuti dorati e sistemazioni propiziatorie di stendardi zodiacali; ma per lo più il turista medio rimane ignorante spettatore se non maleducato selfysta per foto irriverenti che irriterebbero in qualsiasi altro luogo religioso del mondo cristiano e islamico. Leggete magari prima del viaggio il racconto romanzato della vita di Siddharta di Herman Hesse e in viaggio , sfogliate le pagine di un libro scritto da Khyentse Norbu: si tratta di un volumetto di facile lettura intitolato "Sei sicuro di non essere buddhista ?".Se siete dotati di Kindle le possibilità di letture preventive si ampliano, essendo facilissimo inserire nella ricerca la parola buddhismo.
In molti templi, se non sarete presi dalla fretta potrete seguire corsi sulla meditazione e avere colloqui con monaci desiderosi di rispondere anche in inglese ai vostri quesiti sul buddhismo; solo così la ridondanza di statue di Buddha sparirà per far posto all'interesse per gli insegnamenti del buddhismo, a partire dal concetto di impermanenza e poi per comprendere a cosa possa servirvi la meditazione se avete un familiare malato o avete un rapporto conflittuale con gli altri o un figlio dedito alla droga.
Penetrare tuttavia la disciplina e il pensiero buddhista comporta tempi più lunghi e per certo un viaggio di poche settimane potrà solo stimolare la vostra curiosità. Viceversa se dalla curiosità si intende passare alla pratica, questa richiede applicazione, allenamento e tempi più lunghi, come racconta Rossana Campo, buddhista emotiva da anni, che ha cercato di narrare il  decennale cammino da lei percorso, nel suo autobiografico "Felice per quel che sei" edito da Giulio Perrone editore.

APPASSIONARSI AL MITO DEL RAMAKYEN
 affresco del Ramakien (Palazzo Reale di Bangkok)
Se fate parte poi della schiera dei curiosi impenitenti potreste anche cercare una traduzione della trama, magari sintetica di quei miti, lontani dalle nostre culture, ma con elementi molti simili a quelli rintracciabili ad ogni latitudine. Ci riferiamo al Ramakyen thailandese che pur con qualche adattamento deriva dal Ramayama indiano.Chi visita il Palazzo Reale a Bangkok troverà rappresentati molti dei personaggi di questa saga antica: è difficile non vedere le colossali statue di Totsakan e del figlio Indrachit dal viso verde. Sulle pareti al riparo dalla pioggia, quasi come spezzoni di un film, si segue la saga del buon re Rama privato del suo regno, del rapimento della bella Sita e delle battaglie cruente ingaggiate da eserciti di bianche scimmie capitanate dal generale Hanuman, fino alla sconfitta del terribile Totsakan e alla pacificazione generale del regno.

LA MONARCHIA PER I THAILANDESI
La Thailandia è una delle più longeve monarchie costituzionali essendosi costituita nel 1937 e pertanto anche la vostra guida vi dirà del grande rispetto che il popolo thailandese riserva al re Bhumibol Adulyadei, Rama IX sul trono da 60 anni, che giunto all'87° anno di vita è costretto ormai a vivere per motivi di salute in un' apposita struttura insieme alla regina Sirikit, sua fedele compagna di vita.
Non sarà raro trovare ovunque bandiere di colore giallo con lo stemma reale che indicano l'affetto del popolo per il loro re e ne ricordano ad ogni anniversario il compleanno avvenuto di lunedì , giorno che da queste parti è associato al colore giallo.
Prima di lasciare la Thailandia, abbiamo notato numerose bandiere colorate di viola con uno stemma reale al centro: i cittadini sanno bene qual è il nome della principessa che ha raggiunto il sessantesimo anno e ricordano bene anche il giorno in cui è nata. Se voi vi state invece incuriosendo sul tema delle principesse e delle bandiere,vi rimandiamo a questo link :
La vostra guida ometterà forse di dirvi che l'attuale re Bhumibol Adulyadei è nato a Cambridge negli Stati Uniti, il 5 dicembre del 1927 in un centro medico che venne dichiarato temporaneamente territorio del Regno di Thailandia. Suo padre era all'epoca Sua Maestà Reale Mahidol, che in quegli anni studiava medicina nella prestigiosa università di Harward. 
Sono molti gli aspetti interessanti di questa illustre testa coronata: ha ben 135 titoli accademici, è stato un apprezzato fotografo ed anche un valente sassofonista. Oltre a comporre sue musiche, ha eseguito dei brani anche con i noti gruppi jazz di Benny Goodman e Staen Getz. Inoltre ha tradotto molti libri ed è anche autore di canzoni note a tutti i thailandesi.
Oltre che "Padre della Patria" , Sua Maestà Re Bhumibol Adulyadei è stato di recente dichiarato "Padre della tecnologia" e a ragione visto che è titolare di svariati brevetti, incluso un particolare metodo atto a generare la pioggia che, chissà se un giorno potrebbe magari rallentare la desertificazione del mondo o favorire l'agricoltura laddove l'acqua è merce rara.

ALLA SCOPERTA DELLA STRAORDINARIA NATURA
Non abbiamo certo sfogliato 100 programmi, ma ci sentiamo di dire che i tour operator sono alquanto restii nell'accogliere le idiosincrasie di quei viaggiatori che richiedono di visitare in maniera diversa il territorio thailandese. Mentre tutti offrono trekking a dorso di elefante e spettacoli con gli stessi animali che si esibiscono come pittori, ballerini e calciatori, abilità certo non innate ma create con processi educativi che fanno uso di coercizioni e violenze, si fa fatica se per caso si vuole semplicemente andare nella foresta per fotografare la natura o perfino una Rafflesia Kherrii. Impreparati in materia botanica ? Si tratta di un fiore assai strano privo di radici e foglie che nasce come pianta parassita su grandi e lunghissime liane della famiglia Tetrastigma. Il diametro di questo fiore può raggiungere i 60 cm e il tipo detto Rafflesia Arnoldi con i suoi 80 cm è considerato il più grande al mondo.
Benché i principali organi del turismo thailandese abbiamo lanciato già in passato un programma che elencava 22 luoghi dove apprezzare particolarmente la flora tropicale thailandese, di queste opportunità non v'è traccia nei programmi dei tour operator italici. Noi stessi abbiamo tentato di far includere durante il nostro tour la visita al Giardino Botanico della Regina Sirikit a Chiang Mai ma tale desiderio è rimasto inevaso. Un vero peccato visto che avremmo visto oltre 60 varietà di Fiori di loto, 200 tipi di piante di banane, una cinquantina di specie di ginger e decine di sfumature di bromelie e addirittura piante rare e uniche come la Afgekia mahidolae che porta il nome della madre dell'attuale re di Thailandia.
Siamo certi che l'ufficio del turismo thailandese su specifica richiesta sia in grado di fornire utili informazioni per organizzarsi quindi da soli in loco e godere in terra thailandese della fioritura dei ciliegi himalayani al Phu Hin Rong Kla park, degli alberi di cotone giallo a Nakhon Nayok o delle pittoresche fioriture dei girasoli nani e apprezzare i suggestivi paesaggi offerti dai fiori di loto che colorano interamente il lago Nong Harn di rosa .Chi volesse provare invece la rara emozione di vedere una Rafflesia Kherrii fiorita dovrà raggiungere il parco di Kao Sok o recarsi al Tom Pariwat wildlife sanctuary nel distretto di Song Phraek.
Parco di Kao Sok
Le guardie forestali gentilissime parlano poco inglese quindi vi dovrete organizzare in anticipo, ed essere preparati, se andate a Khao Sok ad un itinerario di tre ore complessive nella foresta.
Il dislivello rende il percorso poco agevole, pur essendovi dei punti di appoggio costituiti da corde di sostegno. Queste sono usate anche da colonie di formiche poco inclini a cedervi il loro ponte sospeso. Potrebbe inoltre capitarvi di scoprire sulle vostre caviglie decine di minuscole sanguisughe intente a farvi, senza autorizzazione, micro trasfusioni di sangue che risultano fastidiose ma indolori.
Pertanto usate calzini bianchi e calzature alte e ben chiuse e magari utilizzate degli spray repellenti prima di inoltrarvi in tali aree umide. Se avrete calcolato bene le tempistiche di fioritura, facendo chiamare le guardie forestali in anticipo, potreste addirittura avere la fortuna di vedere più esemplari di Rafflesia Kherri in uno spazio di pochi metri. Vi suggeriamo di munirvi in anticipo di disinfettanti e sostanze emostatiche, ma siate certi che non vi sarà nulla di artefatto in quello che avrete visto.
Se poi vi piacciono le rarità botaniche recatevi nel Parco di Doi Phu Kha; solo qui a quasi 2000 metri di altezza in un paesaggio di rocce calcaree, tra ruscelli e foreste troverete esemplari di Bretschneideraceae sinensis hemsl che i locali chiamano semplicemente Chomhu Phu Kha; se arriverete da queste parti in febbraio potrete ammirare soprattutto al mattino una immensa distesa vegetale colorata di rosa.

MODERNITA'  E TRADIZIONE DIETRO OGNI ANGOLO E CANALE
Durante il nostro viaggio abbiamo apprezzato come in Thailandia la modernità, costituita da brulicanti centri commerciali, non abbia cancellato quegli aspetti più tradizionali che ancora oggi si trovano anche a Bangkok, una metropoli dove le stime prevedono per il 2020 una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.In questa straordinaria quanto ordinata città, dove nessuno sente il bisogno di suonare il clacson, convivono tranquillamente grandi centri commerciali e piccoli banchetti mobili di frutta; accanto ai grattacieli degli hotel si trovano umili capannucce con pochi tavoli sempre pieni di commensali che a qualsiasi ora del giorno e della notte vi danno la possibilità di eliminare la fame offrendovi proteine di varia natura, svariati sistemi di cottura e una gamma infinita di combinazioni in cui non manca quasi mai il riso.
Ma si sa che la domanda segue l'offerta e allora ecco che il numero di strade,vicoli e mercati cresce e occupa come un liquido denso l'intera città e anche i canali periferici ancora liberi si trasformano in luoghi di scambio dalle scenografie esotiche. I turisti sciamano dotati di protuberanze metalliche che consentono di filmare e fotografare se stessi immersi in questi mondi variopinti al cui apice si trova lo straordinario mercato notturno dei fiori a Bangkok e i più noti mercati galleggianti.
Tutti vanno in cerca di merce e di esperienze di ogni genere cercando di soddisfare in pochi giorni tutti i generi di desideri: dal classico massaggio sulla spiaggia a quelli a cui non avevano pensato: come farsi benedire da un monaco buddhista e incollare lembi di foglie d'oro su effigi di Buddha; farsi fare una pedicure da microscopici pesciolini o dare la libertà a uccellini e pesci in cambio di pochi bath. C'è chi prova a mettersi un pitone sul collo, chi decide di farsi tatuare antichi talismani kmer e chi assaggia dolci gelatinosi al latte di cocco; alcuni sgranocchiano curiosi i frutti freschi del tamarindo mentre i più temerari provano l'ebbrezza di vedere una foresta dall'alto agganciati ad una fune d'acciaio.In realtà anche una corsa notturna in tuk tuk potrebbe stimolare la produzione di adrenalina e se la prenderete con senso dell'humor , vi ricorderà certe scene mozzafiato tipiche dei film di Luc Besson.


NOTE PER VIAGGIATORI CURIOSI CHE NON TEMONO LE 6 ZAMPE
Se ci si sposta verso il nord della Thailandia, dove più numerose sono le risaie e le foreste ricche di bambù che in un solo giorno possono crescere anche 25 cm, e dove sfilano in perfetto ordine altissimi alberi da cocco, centinaia di esili alberi di caucciù e coltivazioni di longan, i mercati diventano più interessanti. Le guide anch'esse abitanti di città, conducono attraverso i banchi ricchi di merce inusuale con lo scopo di consentire di scattare foto curiose ma impreparati  nel trasformare quello che viene presentato come folklore locale, in utile descrizione della cultura contadina thailandese.
L'attività agricola non è secondaria in questo paese, dove quasi il 40 % della popolazione passa il suo tempo nei campi o a raccogliere frutti e nelle umide risaie, ma anche a raccogliere, allevare e cucinare insetti.
leccornie per entomofagi
Nei cellulari e negli album fotografici dei viaggiatori che si recano in Thailandia non mancano quindi alcuni scatti a larve e uova microbiche e a insetti dalle varie forme e dai diversi tipi di trattamento che ne consente per dir così di sgranocchiarli al momento o utilizzarli dopo una polverizzazione attenta per preparazioni casalinghe, uniti a frutta, carne o zuppe più o meno piccanti.
Chi volesse aggiungere le didascalie alle foto scattate dovrebbe fare una ricerca usando alcuni nomi scientifici come il Lethocerus indicus che è un insetto acquatico detto Mengdah molto usato nella dieta thailandese e nella preparazione di salse piccanti.Gli esperti ma non i turisti sanno che l'esemplare maschio è più piccolo della femmina ma il suo prezzo è superiore a causa del suo gusto più intenso, mentre il sapore è simile a quello dei gamberi. Se in un menù leggete Nam Prik Mengdah siate certi che quello che state mangiando è ottenuto magari con l'insetto in questione che ha perso la sua fisionomia essendo stato finemente polverizzato.

Uova fresche di formiche Oecophilla smaragdina
Quando invece vedete nei mercati degli ordinatissimi mucchietti di microbiche uova bianche poste su grandi foglie di banano: eccovi davanti a delle vere prelibatezze per intenditori chiamate Kai Mot Daeng.
Sono le uova ma anche le larve appena nate delle formiche Oecophilla Smaragdina di cui vi abbiamo già parlato.Se venite dalla Sardegna e da intenditori avete provato "Su casu marzu", il formaggio con i vermi, non avrete difficoltà a ingurgitare una sana cucchiaiata di queste proteine naturali succose e morbide, simili al caviale ma che hanno un retrogusto agrumato. Naturalmente questi prodotti naturali vengono utilizzati in tante altre preparazioni culinarie che prevedono la cottura e come potrete intuire non fanno uso né di conservanti né di coloranti artificiali.
E a questo proposito se non sapete nulla del carminio e mai avete incontrato un Dactylopius coccus, vi invito a scoprire cosa c'è dietro la sigla E 120 , menzionato sulle etichette di prodotti assai diffusi nelle nostre case ed in particolare in liquori come l'Alkermes e in cosmetici come fard e rossetti.
Il tema della entomofagia è ritenuto dalle guide turistiche un tema da trattare in maniera superficiale e rapida, considerato che per lo più già la vista di bestiole dotate di 6 zampe e ali, infastidisce il turista medio, notoriamente schizzinoso in materia, ma interessato a portare a casa scatti insoliti.  Mostrando poi le foto definirà quelle cose: ora scarafaggioni, poi bacherozzi e infine grossi bruchi bianchi a riprova della sua incompetenza in materia entomologica.
Chi volesse invece capire meglio questa parte della cultura di un popolo che rispetta profondamente animali e piante e mai si sognerebbe di uccidere una formica o un uccello per puro divertimento, dovrebbe leggere questo interessante articolo su questo tema, o altri in inglese, scaricabili dal sito della Fao. Tale eminente organizzazione delle Nazioni Unite si occupa dei temi legati al cibo e all'alimentazione della popolazione del nostro pianeta, dove solo in Asia esistono ancora 525 milioni di persone con gravi problemi di malnutrizione su un totale da brivido di 805 milioni nel mondo.
Buon viaggio !