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23 ottobre 2014

La Duma riduce il gap orario con l'Europa:facilitate le telefonate alle mamme e l'ascolto dei programmi TV serali.

L' orologio-automa conservato all'Ermitage (San Pietroburgo)
I cittadini russi ma soprattutto i tanti espatriati non ci speravano più e si preparavano al lungo inverno russo avendo in mente una differenza di ben tre ore tra San Pietroburgo e l'Italia: tale poco piacevole situazione era attesa per la fine del mese di ottobre in coincidenza con il termine dell'ora legale estiva in gran parte d'Europa, Non è certo prassi comune andare a spulciare tra i documenti normativi ratificati dalla Duma della Federazione Russa , ma se lo aveste fatto, conoscendo o traducendo il cirillico, avreste trovato un' interessante novità, già nota ai media internazionali sin dallo scorso luglio 2014. In pratica nella notte tra il 25 e il 26 ottobre prossimo anche in territorio russo le lancette degli orologi, dopo un triennio di perenne ora estiva, dovranno essere spostate per legge un'ora indietro.
Tuttavia mentre l'ultima domenica del mese di marzo  nel 2015 gran parte dei paesi europei ripristinerà l'ora legale estiva spostando le lancette un'ora avanti. ciò invece non accadrà in Russia.
Al tempo stesso i fusi orari che ammontavano a 9 per l'intera Federazione Russa, passeranno dagli attuali nove a undici. 
Questa decisione tuttavia lascia libertà alle diverse repubbliche, di richiedere un aggiustamento, che possa rendere il sistema orario stabilito per legge, quanto più vicino all'effettivo sorgere del sole. Sembrerebbe infatti che a convincere gli organi istituzionali siano state le statistiche degli incidenti avvenuti nelle prime ore del mattino, allorquando molti si recavano al lavoro in pieno inverno, nella completa oscurità, specialmente in zone lontane dai grandi centri urbani.
 Tornando ai nostri espatriati, sicuramente molti plauderanno alla novità e potranno telefonare anche dopo cena alla mamma, sentire gli amici appena rientrati a casa e seguire via satellite qualche programma televisivo senza dover fare le ore piccole.

Per chi non avesse ancora le idee chiare, basterà dare un'occhiata agli orologi presenti a destra nel nostro blog.

17 ottobre 2014

Antiche foreste russe: sulle tracce dei larici piantati dallo zar Pietro I il Grande


Tra quegli intrepidi viaggiatori che ogni anno affrontano le forche caudine per l'ottenimento del visto necessario per recarsi nella Federazione Russa, è raro trovare qualcuno che si sia azzardato ad allontanarsi dagli itinerari consueti offerti dai tour operator. Inoltre gli itinerari offerti non tengono conto di coloro che hanno già visto sia Mosca e il suo Cremlino, sia San Pietroburgo nella classica sequenza: Ermitage, Peterhof, Pushkin e passeggiata su Nevskij, associata alla immancabile gita sui canali. Il massimo che ci si sente offrire dalle nuove leve del turismo è un sovietic-tour a bordo di una vecchia Volga del 1979 dai sedili color senape o una funambolica passeggiata sui tetti dei vecchi edifici della città non certo ideale per chi ha raggiunto l'età pensionabile.

A questa considerazione si aggiunga che molti espatriati che vivono o lavorano in terra russa, non sembrano cogliere l' opportunità di vivere, anche se temporaneamente, nel paese non solo più esteso al mondo, ma anche dotato di ettari ed ettari di aree naturali di incredibile bellezza a completa disposizione e facilmente raggiungibili a basso costo con i mezzi di trasporto pubblici.
Essendo questo post dedicato in particolare a coloro che vivono o intendono visitare la regione di Leningrado (l'area che circonda la città di San Pietroburgo) daremo qualche spunto e racconteremo qualche curiosità sui luoghi e le gite che è possibile auto-organizzare per andare alla scoperta degli ambienti naturali di questa estesa"oblast" = regione.
Citiamo senza entrare nei dettagli, alcuni dati della regione che dovrebbero convincere i prossimi viaggiatori a guardare oltre Prospektiva Nevskij, magari visitando Kronstadt e Gatchina e ricordare di aggiungere al bagaglio il necessario per effettuare gite fuori città ,alla scoperta di laghi e foreste; va detto poi che gran parte del territorio è pianeggiante visto che qui la massima altura non arriva neanche ai 300 metri s.l.m.
L'oblast di Leningrado occupa un'area di 83.908 Km.quadrati ed al suo interno scorrono vari fiumi: oltre la ben nota Neva ce ne sono molti altri, che creano insieme ad affluenti e tributari minori una rete fluvale di 50.000 Km.
Il numero dei laghi è impressionante: ce ne sono ben 1800 , senza contare il più grande bacino europeo che è il lago Ladoga (vedi post su Shlisselburg) che da solo occupa un'area di 17.700 Km quadrati; citiamo anche l'Onega poco più a nord-est che non è da meno con i suoi 9.890 Km quadrati.

Passiamo adesso alle foreste che secondo i dati ufficiali occupano  il 55,5% dell'intera oblast di Leningrado.
Stiamo parlando di un'area di 8.590 ettari, mentre le aree paludose ricche di avifauna coprono il 17% del territorio. Chi dispone di più tempo e ama i paesaggi incontaminati dovrebbe tener conto che la vicina Repubblica di Karelia, a nord di San Pietroburgo, dispone di 17.240 ettari di foreste (il parco d'Abruzzo esteso in tre regioni del centro Italia occupa 4.680 ettari).Se poi facciamo la somma dell'intero territorio della sola Russia europea, raggiungiamo i 383.180 ettari di foreste.Vi risparmio i dati per l'intera Russia solo perché alcuni imponenti incendi avvenuti in Buriazia e in altre aree siberiane hanno distrutto recentemente migliaia di ettari di foreste e quindi occorre ricalcolare i dati complessivi.
Avrete tuttavia intuito da questi pochi numeri come oltre le dimore degli zar e i giardini imperiali ci sia da scoprire questo straordinario patrimonio naturale a portata di mano ma defilato e sconosciuto a gran parte dei viaggiatori, inclusi molti cittadini russi, che conoscono magari il nome di certe riserve naturali protette, ma sono pochissimi poi quelli che realmente le hanno visitate.
Molti preferiscono infatti ritornare nello splendido parco di Pavlosk con il comodo treno dalla stazione di Vitebsk o passare una giornata nel parco Alexandrovsky a Pushkin in autunno, quando i colori dorati della vegetazione attirano un folto pubblico  fornito di macchine fotografiche, per godere degli ultimi tepori e portare a casa un ricordo vivace di quei suggestivi paesaggi tanto amati da Pushkin.

Ma prima di parlarvi della più antica foresta di larici vi faremo fare un bel salto all'indietro ai tempi dello zar Pietro I e dei suoi decreti imperiali dedicati proprio alla conservazione delle foreste.
Va detto che fino alla fine del XVII secolo non si era fatto molto in tema di protezione dell'ambiente.
Si riteneva infatti che chiunque avesse avuto bisogno di tronchi per costruire una casa o un ponte o legna per riscaldarsi o per costruire utensili, potesse farlo senza limitazioni vista l'enorme disponibilità e la scarsa densità della popolazione.La situazione cambiò allorquando lo zar Pietro I , fondata San Pietroburgo nel 1703 e avendo necessità di controllare le foreste, riservate a fornire il legname necessario alla costruzione della prima flotta dell'Impero russo, emanò vari decreti che regolamentavano sia l'accesso che l'uso delle foreste. Per la prima volta venivano anche comminate multe in denaro e pene severe, inclusi lavori forzati e pena di morte a chi avesse abbattuto querce, pini o larici  che avessero una circonferenza superiore ai 53 cm.
Alle norme e ai regolamenti fece seguito anche la nomina di speciali controllori di specifiche aree forestali e già nel 1719 esisteva il Waldmeister, un ispettore forestale incaricato di far rispettare i regolamenti imperiali.
A questa carica derivata da modelli tedeschi vennero poi associate le figure di guardie forestali di diverso grado e livello a cui vennero impartite speciali istruzioni redatte secondo i modelli stabiliti da Pietro I. La grande lungimiranza dello zar era evidente in ogni sua decisione, come quella di far piantare centinaia di ghiande di quercia lungo la strada che portava alla dimora imperiale di Peterhof.
A chi gli faceva notare sarcasticamente che lui non sarebbe sopravvissuto tanto da vedere quelle querce mature , lui replicava alla loro stupidità rispondendo che le successive generazioni avrebbero avuto grazie a lui, legna per costruire nuove navi e che lui, lo zar, non pensava a se stesso ma al futuro del suo paese.Ovviamente Pietro il Grande non si limitò a qualche decreto ma si adoperò per la creazione di un Collegio statale per esperti forestali che vide tra i primi ideatori dei programmi di studio, il grande Mikhail Vasiliyevich Lomonosov, una sorta di Leonardo da Vinci in terra russa che aveva scritto tra le tante opere riguardanti vari rami delle scienze, anche un trattato sulle foreste.
Vi abbiamo sintetizzato i primordi della scienza forestale e chi volesse approfondire la materia assai vasta ma anche appassionante, troverà in questo link maggiori informazioni in inglese.


Gli svettanti larici della Foresta Lendolovskaya (Roshino,Russia)
Passando adesso dalla teoria alla pratica, vi sveliamo che a circa 70 km da San Pietroburgo procedendo in direzione nord , ubicata a circa tre km dalla stazione ferroviaria di Roshino si trova la più antica foresta di larici d'Europa. Tale foresta chiamata Lendulovskaya rosha è stata voluta da Pietro I il Grande e i suoi esperti botanici hanno realizzato in questo luogo, ritenuto ideale, un esperimento volto alla creazione di una foresta artificiale di larici.
Essa è stata realizzata a partire dai semi raccolti nelle foreste che si affacciano sul Mar Bianco, nella regione di Archangelsk. Per i neofiti in materia diremo che quello del larice è  ritenuto tra i legni più compatti e resistenti: resiste infatti al calore, ai gas, all'umidità, agli attacchi di funghi ed anche agli insetti, ed è in grado di resistere parecchi anni senza deteriorarsi. Non è certo casuale che Pietro il Grande avesse fatto costruire una flotta di oltre 500 navi realizzate con resistentissimo legno di larice.
Lo zar del resto aveva fatto tesoro delle relazioni di Peter Simon Pallas che per parecchi anni aveva esplorato le aree siberiane collezionando e studiando piante e minerali.Il naturalista tedesco, figlio di un medico chiamato da Caterina di Russia, era stato il primo a magnificare le straordinarie qualità del larice siberiano dimostrandone scientificamente la sua resistenza alla putrefazione.
Pochi sanno che la città di Venezia come la Cattedrale di Sant'Isacco a San Pietroburgo sono entrambe costruite su una miriade di pali di larice.

Oggi a distanza di trecento anni, nella foresta protetta Lendulovskaya non si trovano più i larici originari piantati da Gabriel Fokel ed i suoi allievi, ma quelli che sono stati piantati successivamente dai forestali eredi di quella antica tradizione che accanto al taglio degli alberi, prevedeva anche l'inserimento di nuovi esemplari e di nuove specie. Oggi nei quasi 1000 ettari della foresta Lendulovskaya troverete anche pini, abeti, frassini ma anche ontani e qualche quercia.
La cura non sempre costante, qualche rovinosa tempesta e le guerre hanno fatto dei danni, ma nonostante tutto riusciamo ancora oggi ad ammirare splendidi esemplari di larici di specie diverse, dagli aghi dorati, durante l'autunno, svettanti per oltre trenta metri tra pini e cespugli di bacche eduli. Sul terreno estesi e morbidi tappeti spugnosi di sfagno color smeraldo e ovunque funghi di ogni genere e colore.
Non manca un laghetto che tuttavia non riesce a far specchiare le alte cime degli alberi che lo circondano. L'itinerario è agevole con qualche dislivello e una radura iniziale consente la sosta, per un rapido spuntino. Guardando con attenzione si potranno trovare le etichette poste sugli alberi più vetusti e la loro numerazione. La foresta Lendulovskaya è visitabile in qualsiasi periodo ma ovviamente nel periodo invernale offrirà panorami ben diversi dai colori dorati autunnali: andateci in periodi diversi e godetevi la bellezza di questi luoghi unici.
Se disponete di un'auto partendo da San Pietroburgo dovrete procedere verso Kamarovo e superato il ristorante Russkaya Ribalka (che vi consigliamo vivamente) procedete ancora per una decina di minuti fino ad un bivio dove svolterete a destra in leggera salita fino a raggiungere la stazione di Roshino; quindi riattraversate i binari a sinistra seguendo le indicazioni per Lendulovskaya Rosha e dopo pochi minuti sulla vostra sinistra troverete un grosso cartello e la strada di accesso all'area forestale che si trova 300 metri più avanti, dove si trovano tavoli con tettoie e spazi per il  parcheggio.
Un'altra località molto piacevole da visitare è Sestroretsk ubicata a Nord est sul Golfo di Finlandia e raggiungibile con i bus e marshrutke che partono da Chёrnaya Rechka di fronte alla stazione della metropolitana.Guardando lo stemma della cittadina, nota per una delle prime fabbriche di munizioni della Russia, si scopre un ramo di quercia e le onde blu del Baltico.
Le querce del Parco Dubki in un dipinto di Shishkin

Oltre al piacevole lago Razliv che forma anche un' inusuale cascata e su cui si affaccia la grande cattedrale ortodossa di San Pietro e Paolo, vale la pena di recarsi a Sestroretsk, che ha da poco festeggiato lo scorso settembre i 300 anni dalla sua fondazione risalente al 1714, soprattutto per visitare il Parco Dubky affacciato sul golfo di Finlandia sul Mar Baltico.

Qui non troverete larici siberiani ma numerose querce eredi di quelle fatte piantare da Pietro il Grande nel 1719 intorno a una residenza di cui non rimane più traccia. Si rimane alquanto stupiti nel trovare grandi alberi di questa specie protendersi verso il mare quasi a volersi tuffare nelle trasparenti ma poco invitanti acque del Baltico. Ancora di più sorprende nel vedere decine di grosse cozze variopinte fare quasi da ornamento alla base delle radici coperte di morbido muschio.Ne troverete molte anche sulla riva del mare, un mare senza odore e senza onde, ma a noi quelle cozze hanno ricordato certi dipinti di De Chirico per la forma smorta e allungata dei pallidi molluschi sparpagliati ovunque vicine e lontane dall'acqua.
Le spiagge dorate del parco invitano tuttavia a prendere il sole nella stagione estiva, fare un tour in bici o godere dei colori dorati in autunno; ricordate tuttavia che siete pur sempre sul Baltico e le brezze nordiche si fanno sentire.
Il noto pittore russo Shishkin (vedi il suo dipinto in alto a destra) diceva che la Russia è la terra dei paesaggi, se avete dubbi su questa definizione guardate con calma la galleria dei numerosi dipinti in questo link, resterete affascinati anche voi dalle foreste, gli alberi e la natura della Russia.
Il numero esteso delle riserve e delle aree protette ci obbliga a nuove esplorazioni e ricerche: non escludiamo altre entusiasmanti scoperte, quindi seguiteci o dateci i vostri suggerimenti.
A completamento di questo post dedicato a un appassionato piantatore di foreste inseriamo uno dei più noti e poetici film d'animazione realizzato da Frédérick Back e vincitore di un oscar nel 1988.
Si tratta della trasposizione del ben noto racconto di Jean Giono: L'uomo che piantava gli alberi. Fatelo vedere a figli e nipoti: vale più di tanti proclami sull'ambientalismo corrente.
  ▶ L'uomo che piantava gli alberi - YouTube


                                   

8 aprile 2014

San Pietroburgo a colori: itinerari tropicali sotto la neve

Sebbene il numero dei viaggiatori interessati a scoprire il territorio russo sia in continua crescita, la difficoltà della lingua e dell'alfabeto cirillico e un sistema burocratico poco invogliante del turismo fai da te, obbliga molti a rivolgersi alle offerte dei tour operator che sono per lo più standardizzate sul gusto e necessità del viaggiatore medio: sia l'organizzazione che gli itinerari  tra musei, parchi e residenze imperiali saranno senza sorprese ma potreste rimanere insoddisfatti. Il rovescio della medaglia è che coloro che volessero scoprire luoghi diversi o hanno interessi per dir così, di nicchia, dovrebbero organizzare da soli i loro viaggi oppure spendere cifre aggiuntive per trovare guide locali per accompagnarli, essendo improbabile che in pochi giorni si riesca a capire come muoversi con i mezzi pubblici e come varcare i cancelli di luoghi non frequentati di solito dai turisti.
Chi invece ha l'opportunità di risiedere in una località della Federazione Russa, o ha degli amici o parenti ivi residenti è parecchio avvantaggiato purchè sia dotato di un minimo di curiosità: partite quindi  ad  esplorare i magnifici giardini, splendidamente tenuti e poi cercate quelli botanici: le sorprese non mancheranno.
Tra i luoghi ignorati dal turismo organizzato, i giardini botanici russi che assommano a circa 150, sono tra i più numerosi al mondo ma rappresentano ancora una sorta di opportunità mancata a riprova della scarsa propensione di istituzioni e tour operator a innovare con creatività l'offerta turistica includendo patrimoni inestimabili del mondo vegetale alla stessa stregua di un dipinto di Repin, Rubens o di Raffaello. Chi si trovasse a passare da Mosca non dovrebbe ritenere secondaria una visita al giardino botanico Tsitsin che occupa un'area di circa 360 ettari e che conserva 21.000 varietà di piante, un roseto con 2500 varietà e addirittura una foresta con querce secolari.Se siete appassionati di flora alpina ma non siete mai stati in Crimea o nel Caucaso e non avete avuto occasione di fare escursioni sui Carpazi, dirigetevi all'antico giardino Lemosov che venne creato nel lontano 1706, vi troverete esemplari provenienti da tutti questi luoghi.
San Pietroburgo ospita sull'isola Apterkasky, facilmente raggiungibile in metropolitana (stazione Petrograskaya)o in tram , il Giardino Botanico Komarov, erede del primo hortus medicus voluto da Pietro I il Grande nel 1714 e poi ridenominato Giardino Botanico Imperiale nel 1823 e oggi facente parte dell'Istituto di Botanica. Da maggio a settembre è possibile accedere da Ulitsa Professora Popova, ai giardini esterni per ammirare una miriade di fiori e piante dai colori brillanti e dalle forme inaspettate: cercate i papaveri bianchi e scoprirete anche quelli rossi ma con i petali sfrangiati mai visti nei climi mediterranei.

I cittadini russi amano frequentare questo giardino e le sue serre anche in inverno dove è possibile stupirsi nell'apparente assenza di piante e fiori, di alcuni esemplari dai colori vivaci che qua e là appaiano man mano che ci si avvicina alla grande serra tropicale che è possibile visitare pagando un biglietto di 210 rubli (circa 4 euro).Il passaggio dall'esterno all'interno delle serre sarà tanto più piacevole o scioccante per alcuni, se avrete lasciato il giardino con una temperatura di pochi gradi sopra lo zero. All'interno l'umidità è notevole e la temperatura varia dagli 8° ai 20°:all'inizio vi sarà difficile fotografare in quanto le lenti si appanneranno ma a poco a poco, proseguendo nella visita guidata potrete scattare belle foto a fiori dai colori accesi e dai profumi intensi.Non mancano ovviamente palme e aurucarie ma guardando con attenzione scoprirete piante di elleboro, foglie di acanto e strani alberi contorti dai tronchi lisci come seta o spugnosi come la quercia da sughero.

Le dimensioni dei tronchi di sequoie e cedri del Libano non sono certo eccezionali ma considerando guerre, rivoluzioni, inondazioni e la dura prova dell'assedio di Leningrado, possiamo solo complimentarci con gli addetti di questo luogo di pace, conoscenza e meraviglia. Già da aprile troverete nell'ultima serra una miriade di azalee in decine di colorazioni e dal delicato profumo. Rammento che per effettuare foto occorre richiedere alla cassa un biglietto ad hoc:pochi euro per rivedere a casa con gli amici questa oasi tropicale ma vi mancheranno tuttavia i profumi. Usciamo dalla serra rimettendo la giacca imbottita e la sciarpa: la temperatura è scesa, facciamo pochi passi e inizia a nevicare; giunto davanti alla stazione della metropolitana il cielo è di nuovo azzurro e splende il sole
La stagione primaverile anche se a rilento arriva anche a San Pietroburgo...per fortuna. 

23 febbraio 2014

Gita a Pskov: in cerca di eroi, cavalieri, principesse e santi.

Il grande territorio della Federazione Russa risulta tra i più estesi al mondo, ma nonostante i cospicui finanziamenti dell'Agenzia Federale per il turismo, rimane in gran parte terra incognita.
Non è difficile constatare questa affermazione e voi stessi potete verificarlo: provate a elencare a memoria almeno tre città russe e vi renderete subito conto che oltre a Mosca e San Pietroburgo alle quali aggiungerete forse reminiscenze di nomi come Stalingrado o Leningrado non più esistenti e oggi forse inserirete Sochi sede delle Olimpiadi invernali, un medio cittadino europeo sconosce persino quella decina di città russe, che hanno da tempo superato il milione di abitanti.

Ovviamente qualche nome in più ricorderà chi ha percorso il classico tour da Mosca detto dell'Anello d'Oro che comprende località e monumenti che riportano indietro nei secoli tra i cremlini di Rostov e Suzdal, monasteri e antiche cattedrali dalle cupole multicolore, mentre gli intrepidi che hanno viaggiato in Transiberiana non possono dimenticare il nome dell'ultima stazione: Vladivostok.
Risulta ovvio quindi che solo il viaggiatore intraprendente, non intimorito dai 9 fusi orari del suo smisurato territorio  oggi abbia, con l'evolversi del settore turistico , l'opportunità di conoscere autonomamente decine di località anche meno popolate ma ricchissime di storia, personaggi ed eventi utili a comprendere non solo il passato di certe aree ma certe situazioni critiche del mondo attuale.Se tuttavia siete poco interessati al passato siamo certi che sarete in grado di apprezzare i panorami inusuali di queste terre a lungo inesplorate, soprattutto se non vi lascerete intimorire dal clima e dalla scarsa propensione dei russi per le lingue straniere.
Chi ama viaggiare in auto programmando in anticipo tappe e pernottamenti, includendo i passaggi di frontiera, potrebbe oggi pensare di raggiungere l' Estonia o la verde Lituania che sono entrambe nella comunità europea e poi, dotati di regolare visto, passare in territorio Russo.
Abbiamo scelto di portarvi lontano dalle mete consuete, raccontandovi il viaggio fatto in gennaio che ci ha fatto scoprire Pskov, una tranquilla cittadina della provincia russa abitata da circa 203.000 abitanti.La cittadina ignorata dai tour operator in favore di Veliky Novgorod, ha tuttavia forti potenzialità essendo ubicata a breve distanza dal confine con l'Estonia ( posto di controllo provenendo da Riga a Luhama sulla E 77) ma è una meta ideale per una gita di 2 giorni da San Pietroburgo. L'itinerario richiede circa 4 ore di auto, ma potrete raggiungere la cittadina senza difficoltà anche in bus (Napiter e Eurolines) e in treno dalla stazione Vitebsky. Chi è stato o vive a San Pietroburgo sa che tale metropoli di 5 milioni di abitanti ha festeggiato nel 2013 i suoi 310 anni, essendo stata fondata nel 1703 da Pietro il Grande; raggiungere Pskov consente tuttavia di fare uno straordinario balzo all'indietro, alle origini della storia russa: Pskov ha festeggiato nel 2013 il suo 1110° anniversario : le antiche Cronache indicano infatti come data di fondazione l'anno 903.

Pskov: il Cremlino e la Cattedrale della Trinità
Il viaggio in auto o bus attraverso i 280 km di percorso non presenta particolari problemi, se non il fatto che viaggiando d'inverno e quindi con la neve sempre presente, la velocità media sarà di 80 Km l'ora, anche a causa dei limiti imposti e dei controlli elettronici piuttosto frequenti.
Tranne qualche dosso, le curve sono rare e il panorama esterno é suggestivo. Le temperaure esterne sotto lo zero limiteranno le vostre fermate, pertanto munitevi di bevande calde e cibi calorici..Prevedete una breve tappa intermedia dopo 90 minuti di viaggio presso il distributore di carburante Neste, visibile poco dopo il cartello per Luga.
Il distributore fornisce cibi, bevande calde e spremute d'arancia fresche e all'esterno in un'apposita cabina protetta, anche acqua calda non per farvi il tè ma per l'eventuale pulizia rapida dei vetri e dei fari. Bene, dopo queste premesse diciamo che sarete in grado di raggiungere da soli Pskov, ma per non trasformare il vostro viaggio in un tour de force vi consigliamo di pernottare almeno una notte nella cittadina per aprezzarne i monumenti e i suggestivi tramonti e poi eplorare anche le vicine località di Pechory e Izborsk. A Pskov vi sono un buon numero di hotel e di ristoranti, tuttavia tenete presente che la cittadina si è aperta di recente al turismo europeo quindi potrebbe capitarvi di pernottare in un hotel di stile sovietico sulla via principale di Pskov. Informatevi bene se non volete ritrovarvi in una stanzetta quasi studentesca a due letti, con lenzuola lise e bagni con minuscoli rubinetti e poi fare la fila la sera per ritirare le coperte.Inoltre nonostante le vostre inutili proteste vi verrà richiesto di pagare un extra in quanto stranieri, per una registrazione che le norme in realtà escluderebbero per chi ha già una registrazione sul passaporto. Se invece cercate questo tipo di esperienze tipiche e appetibili per scrittori di viaggio, vi forniremo in basso l'indirizzo. Se riposti i bagagli sentirete la necessità di calorie vi suggeriamo il simpatico caffè ristorante Epoca (ЭПОХА ) che troverete al N° 45 di Ulitsa Sverdlova dove vi aspetta un comodo tavolo che accoglie anche 8 persone, posto proprio davanti al camino acceso. I prezzi sono corretti e potrete rifocillarvi con zuppe calde, prodotti semplici come patate al forno e peperoni ripieni ma anche piatti di carne della tradizionale cucina russa. Un breve riposino ed eccovi in pieno medio evo.In pochi minuti raggiungerete lo splendido Cremlino ubicato proprio alla confluenza di 2 fiumi che in gennaio saranno entrambi gelati.Il più piccolo è la Pskova, mentre l'altro è veramente grande e non poteva che chiamarsi: reka Velikaya cioè " fiume Grande", come l'attributo dello zar Pietro I che essendo di genere maschile diventa "Veliky".

La Pskova gelata in gennaio
Una passeggiata, con abbigliamento adatto ai 10° sotto zero, intorno alle possenti mura del cremlino o Krom, come lo chiamano gli abitanti di Pskov, risulterà piacevole ma soprattutto inusuale per molti , specialmente se proverete anche a passeggiare sulle acque gelate della Pskova e che se avrete l'abbigliamento adatto vi farà  riconsiderare e forse apprezzare l'inverno russo. La vostra emozione potrà accrescere se attenderete il tramonto che tingerà le altissime e bianche pareti della Cattedrale della Trinità e che sembrerà far risplendere solo per voi  la maggiore delle 5 cupole rivestita da 1,3 kg di oro. Sarete portati allora a rammentare la vicenda-leggenda riportata dalla Cronaca di Nestore che racconta di quando la principessa Olga passando un giorno sulla sponda opposta della Velikaya vide tre raggi di luce colpire proprio questo angolo di terra circondato dall'acqua e poichè le sembrò che tale evento rappresentasse un segno divino, diede poi disposizione che in quel luogo venisse edificata una chiesa.
Questa venne realizzata in legno e poi negli anni venne trasformata usando elementi meno deperibili e  oggi si offre ai fedeli della chiesa ortodossa e ai viaggiatori con lo stesso aspetto che aveva alla fine del 1600. Varcando il grande portone ed entrando nel cortile acciottolato del Cremlino stupiscono le dimensioni di questa piazza un tempo anche mercato e luogo simbolico di partenza per battaglie e spedizioni speciali di principi. Si fa fatica a contenere con lo sguardo l'intera struttura della cattedrale, non percepibile da lontano.Questa piazza ha un valore storico notevole:qui si riuniva in assemblea la popolazione di Pskov per prendere le decisioni collettive.Questa sorta di assemblea popolare della città denominata Veche sembra fosse comune anche alla vicina e importante Repubblica di Novgorod. La cosa che stupisce sta nel fatto che gli pskoviani come gli abitanti di Veliky Novgorod non amavano sottostare nè ai poteri regali nè a quelli religiosi e infatti erano i cittadini liberi cioè gli artigiani, i boyari proprietari terrieri e i commercianti a decidere collettivamente di affidare ad un principe l'arduo compito di "governare e mettere ordine", come si legge nelle antiche cronache, fino a quando la  Veche lo avesse voluto e in certi casi si procedeva alla defenestrazione anche violenta del principe di turno. Ripensando a queste antiche abitudini tribali slave, salite i gradini che vi condurranno alla cattedrale:solitamente è affollata di fedeli in preghiera ma nei momenti di calma potrete apprezzare le numerose icone antiche e soprattutto l'incredibile iconostasi su 7 livelli che arriva fino alla base delle cupole che si trova a 72 metri di altezza..Non mancheranno le scenette curiose che vi rammenteranno certe descrizioni di Dostoevsky o Cechov.
Ecco quella osservata durante la nostra visita: da una porticina dietro l'iconostasi esce una vecchietta con un panno vellutato in mano;comincia a passare tra i fedeli che sono sparpagliati nella cattedrale secondo l'uso ortodosso.Una signora vicino a noi flette leggermente la schiena e rivolta alla vecchina le dice che poco prima è già passata un'altra incaricata per ritirare le offerte; a quel punto la vecchina senza mutare espressione del viso rigira il suo panno e ritorna sui suoi passi senza dire nulla sparendo dalla stessa porticina da cui è venuta. Pertanto se il postino suona sempre due volte, qui a Pskov per le offerte si passa solo una volta ! Prendete nota che Pskov è piena di chiese ma essendo questa una città piccola vi potrebbe capitare di entrare casualmente in una di esse durante le funzioni e sentire ad un tratto lo sguardo respingente dei fedeli nei vostri confronti specie da parte di uomini con lunghe barbe tra i quali avrete notato figure adatte per un dipinto, dall'aspetto inquietante che vi ricorderanno il noto Rasputin. Per cena vi suggeriamo di dirigervi al ristorante Trapetzie Palati ubicato all'interno della casa di un mercante della fine del XVIII sec., oggi sapientemente ristruttura e ben gestita.La struttura comprende vari esercizi commerciali non visibili a prima vista e prende il nome di Dvor Podznoeva e si trova in Ulitsa Nekrasova 3 . Andate nella sala superiore dove l'atmosfera è più calda e vivace e dove sarete allietati per cena anche da due bravi e attempati musicisti con un repertorio assai variegato e che potrebbe spingervi ad un ballo improvvisato.
Nel ristorante troverete coppie, gruppi familiari e pochi turisti nel periodo invernale.Salta all'occhio la differenza di abbigliamento:qui non vi sono i redditi della grande città e le cameriere hanno lo sguardo ingenuo di contadinelle e sembra trovarsi in un antico dipinto alla Brueghel quando tre o quattro camerieri in costume tipico fanno l'ingresso in sala con i grandi portavivande lucidi portati in corteo; il contrasto tra questa quieta cittadina di provincia ricca di chiese e monasteri e le tenute shick e il trucco smagliante delle ragazze presenti nei ristoranti di San Pietroburgo è notevole.

Monastero Mirozhskij sulla Velikaya gelata a Pskov
 Il mattino dopo lo dedicherete alla visita dell'antico monastero Mirozhsky ubicato sulla riva opposta della Velikaya che potrete attraversare tramite un ponte, ideale per foto panoramiche o a piedi per osservare dal letto del fiume gelato i resti delle mura difensive costruite dal principe Davmont tra il 1260 e il 1290 e in lontananza il cremlino e le cupole della Cattedrale della Trinità.
Il monastero Mirozhsky prende il nome da un fiumiciattolo che fuoriesce dalla grande Velikaya e che in tempi remoti veniva usato dagli abitatori di queste rive per procurarsi il cibo per mezzo di reti e che consentivano di incanalare su questa via d'acqua secondaria carpe, lucci e forse anche incauti barcaioli di tribù non autorizzate al passaggio di persone e merci se non previo pedaggio magari in natura.. 
Voi pagherete oggi un modesto tributo di 300 rubli che vi consentirà di ammirare quel che rimane di alcuni affreschi bizantini in lista nel patrimonio dell'Unesco e che gli esperti hanno datato al XII secolo.Sembra siano stati realizzati da maestranze greche ma ormai ricordano solo vagamente la brillantezza di certi pigmenti naturali ormai introvabili come il cinabro cinese o il raro blu oltremare; tenete conto che parte degli affreschi ha subito varie operazioni di occultamento e ripristino nei secoli e gli ultimi restauri hanno solo evitato il loro dissolvimento. Ma visto che tale luogo è riconosciuto dall'Unesco bisogna considerare il valore storico del sito e i suoi legami con l'impero Romano d'oriente e Costantinopoli, più che quello artistico ormai poco percepibile.
La chiesa vicina dedicata a S.Stefano e la canonica non presentano elementi di particolare interesse. A questo punto se la fame si fa sentire farete uno spuntino ritornando da Dvor Podznoeva ma stavolta andrete alla deliziosa caffetteria specializzata in Piroghi ovvero in  torte di pasta sfoglia imbottite di verdure, carne, salmone o con frutta e marmellate. La via è sempre la stessa, ulitsa Nekrasova 3, ma entrerete nella corte e poi nella prima porta a destra. Andando via non dimenticate di acquistare anche l'ottimo pane scuro di avena sempre caldo o provate a ordinate 7 bulochki: piccoli panini tondi, profumati e caldi di forno.Noi siamo riusciti a farcene dare solo 3 !ПАЧЕМУ 3 ? Perchè solo 3 ? Nessuna risposta.Poniamo anche questo episodio tra i misteri del comportamento russo.

Montiamo in auto, mentre se siete venuti in bus o treno, chiedete prima dove prendere l'autobus per Pechory. Passando da una rotatoria vediamo la statua della principessa Olga che tiene una croce sulla mano destra e poggia l'altra su un bambino.Se non sapete nulla di Olga eccovi qualche aiuto:lei era figlia di un personaggio di rilievo di una comunità di Variaghi forse Kolbiaghi, che era stanziata in un villaggio chiamato Vybutas ubicato ad una decina di Km da Pskov. Le cronache raccontano che il principe Igor partì da Kiev per arrivare fino a Pskov per prenderla come sposa, probabilmente per suggellare anche un accordo di cooperazione tra diverse comunità o unire le forze verso un comune nemico o per sviluppare meglio certi commerci che nell'area erano gestiti da un variegato numero di soggetti non tutti raccomandabili, la cui elencazione potrebbe mettere in crisi chi non ha mai sentito parlare di  Variaghi, Kolbiaghi, Ciudi, Cazari e naturalmente dei Rus' di Kiev.
 Mi risparmio la fatica e vi rimando all'esperto in materia che per fortuna ha condiviso la sua passione per la storia medievale russa in rete e vi condurrà in queste terre inesplorate: Aldo C. Marturano.
 Comunque Olga è ricordata per essere stata la prima principessa russa convertitasi al Cristianesimo e dalle antiche Cronache si desume che verso l'anno 957 si recò a Costantinopoli su invito di Costantino VII Porfirogenito e in quella occasione ricevette il battesimo e il nome di Elena.

Diciamo che le antiche abitudini tribali e pagane di Olga non vennero dimenticate e forse i manoscritti redatti nei monasteri hanno enfatizzato nel tempo l'evento legato alla conversione di Olga essendo poco interessati a tramandare questioni politiche e commerciali. Altre leggende ad esempio ricordano che molti anni dopo l'uccisione del  principe Igor, marito di Olga e figlio del mitico Rjurik, lei si vendicò prima facendo seppellire da vivi gli ambascatori della tribù dei Derevljani che l'aveva resa vedova e che erano venuti per proporle un accordo matrimoniale. Olga era una donna paziente, qualità che forse aveva appreso da giovane facendo la traghettatrice fluviale, quindi attese i successivi inviati e poi li lascio ad arrostire a fuoco lento chiudendoli in uno di quei tipici Banja a vapore russi ancora molto in uso.Infine organizzò una banda e la mandò direttamente al villaggio dei Derevljani  ordinando la strage di tutti gli abitanti presenti e ai superstiti impose un tributo annuo.
Comunque è assodato che dopo la sua morte Olga venne canonizzata e il suo nome di santa è presente nei calendari ortodossi e spiega perchè questo nome è così diffuso in Russia.
Il bambino presente nella statua con Olga è il figlio Svyatoslav che divenuto adulto divenne principe nella Rus' di Kiev, impegnando gran parte della sua vita in continue battaglie soprattutto contro Bulgari e Cazari e rimanendo fedele al paganesimo dei suoi avi che adoravano Perun e Veles.
         
Il principe Svjatoslav
Nelle storie dell'impero bizantino scritte da Leone il diacono viene descritto come un fiero guerriero dagli occhi blu, baffi spioventi e testa rasata; portava però un ciuffo di capelli biondi al centro del capo alla maniera dei cosacchi e un abbigliamento costituito da candide casacche sempre linde e a completare il quadro c'era anche un vistoso orecchino d'oro con incastonate una pietra preziosa e due perle.
Prima di lasciare definitivamente Pskov recatevi se avete tempo al Museo Pogankin dove nei locali, un tempo dimora di un mercante del XVII secolo ripercorrete tra armi, tessuti e numerosi reperti archeologici la storia antica di Pskov.Una guida vi farà apprezzare meglio i reperti , in alternativa fate in modo che qualcuno traduca per voi dal russo quanto spiegato dal personale esperto del museo, abituato a spiegare con dovizia di particolari le antiche vicende di Pskov a scolari e pensionati in gita. Uscendo dalla cittadina passate per la collina Sokolina dove si erge uno spettacolare monumento in bronzo e granito alto circa 30 metri e dedicato al principe Alexander Nevskij in ricordo della vittoria riportata dalle forze congiunte di diverse comunità contro i cavalieri teutonici.Era il 5 di aprile del 1242 e le truppe al seguito dei cavalieri teutonici, speciali incaricati del papa Innocenzo III intendono estendere ai rozzi pagani al di là del lago Peipus le loro credenze e accaparrarsi quel che gli è dovuto, cioè un terzo dei territori e parte del bottino di questi commercianti senza dio. Ma la temperatura quell'anno non fu d'aiuto ai cavalieri che attaccati da un numeroso corpo di arceri da fronti opposte(tecnica questa che Nevskij aveva appreso dai mongoli) vennero spinti sulla superficie in disgelo del lago e si ritrovarono in breve in acqua intrappolati dalle loro stesse armature e quelli che erano sfuggiti vennero inseguiti e fatti prigionieri.ponendo così fine alla cosiddetta crociata del nord.(in basso il link del film ).
La tappa successiva è Pechory, cittadina che si trova a 52 Km da Pskov e che vi consentirà di immergervi in un' area particolamente suggestiva visto che la strada per raggiungerla attraversa splendidi boschi di abeti che in inverno assumono un aspetto quasi fiabesco.
A Pechory è d'obbligo visitare il suggestivo Monastero delle grotte al cui interno sono ubicate ben 10 chiese e una necropoli assai estesa. Le Cronache antiche fanno risalire la sua fondazione al 1473 ma vi sono elementi che indicano che anche in precedenza, l'area ricca di cavità naturali era frequentata da eremiti in cerca di isolamento e solitudine.

Monastero delle grotte a Pechory
Oggi entrando nel monastero, particolamente suggestivo in inverno, si ripercorre un sentiero detto del sangue, in ricordo della decapitazione dell'abate Cornelius avvenuta il 20 febbraio del 1570 da parte dello zar Ivan il terribile che tuttavia si pentì subito del gesto e condusse lui stesso il corpo verso la chiesa fatta costruire dallo sfortunato abate e poi continuò ad inviare doni e regalie ai monaci. Cornelius aveva speso una vita per costruire alte mura difensive, chiese anche fuori dal suo territorio,biblioteche che raccoglievano antichi manoscritti e scuole per dipingere e restaurare antiche icone e prima della sua morte con lungimiranza aveva fatto costruire anche alloggi per i pellegrini che sarebbero poi venuti ad onorare le sue reliquie. Ebbe tuttavia un premio: divenne infatti santo e le sue reliquie sono ancora conservate in quello stesso monastero dove aveva accolto i frequenti feriti e dove con una vista guidata potrete visitare una estesa necropoli dove si trovano monaci ma anche le vittime delle tante scaramucce tra le tribù di queste aree, per anni in lotta tra principi incaricati di far rispettare un'unica legge:quella del più forte. Un ultimo luogo merita una visita:si tratta di Izborsk, a soli 30 km da Pskov. In questa località potrete ammirare un'antica fortezza medievale già esistente secondo i documenti nel XII secolo.Ricerche archeologiche recenti li ritengono  insediamenti di Krivici. Gli appassionati di storia vanno ancora su questo promontorio, verdissimo in estate, per rendere omaggio alla tomba del principe Trevor che considerano un loro lontano e nobile progenitore:Trevor era fratello di Sineus e del mitico Rjurik.
L'arrivo di Rjurik, Sineus eTrevor nella terra dei Rus'
Conviene visitare questa località nella bella stagione per apprezzarne la splendida posizione panoramica che aveva convinto nella scelta anche i suoi antichi abitanti. Per chi avesse più tempo a disposizione suggerisco di dirigersi verso  il grande lago Peipus o Peipsi detto anche lago dei Ciudi: molti battelli portano turisti e merci lungo le rive suggestive del lago dove si svolse la famosa battaglia dei ghiacci, mentre se siete dotati di lingua russa o amici al seguito che tradurranno per voi, suggerisco di far visita ad una tra le tante comunità di Vecchi credenti che da tempo vivono sulle sponde di questo lago e non dimenticate di far scorta di cipolle, ottime da queste parti e provare anche l'ottimo luccio perca visto che è a km zero. Il grande storico Karamazin, narratore delle vicende del popolo russo mostrò quanto complesse e appassionanti queste storie potessero essere e non c'è dubbio che quasi tutti gli scrittori sia di favole che di novelle o lunghi romanzi abbiano attinto da esse per scrivere pagine su pagine senza sforzo .Lo stesso compositore Rimskij Korsakov scrisse un'opera in tre atti intitolata "la fanciulla di Pskov" di cui scrisse anche il libretto.Su you tube si trovano frammenti di un film realizzato da Eisenstein (link in basso) ai primordi della cinematografia e avente per tema la grande vittoria di Alexander Nevskij sui cavalieri teutonici, mentre centinaia sono i dipinti riguardanti mitici personaggi e momenti cruciali della storia russa visibili nei musei di Mosca e San Pietroburgo.

 Ecco qualche link utile per approfondimenti e per organizzare al meglio il vostro viaggio.
 Sito turistico della città di Pskov in inglese
 Sito ricco di itinerari e descrizioni in russo, traducibile aprendolo con Google Chrome: Old Pskov
 L'hotel Dvor Podzoeva  ideale per un soggiorno "sentimentale" che include Spa e piscina.
Per masochisti che amano sperimentare le stravaganze di un hotel in stile sovietico: Oktiabrskaya
Il film storico di Eizenstein su Alexander Nevskij con le musiche composte da Prokofiev 
Buon viaggio !


2 agosto 2013

San Pietroburgo inedita : tutti in spiaggia con la crema abbronzante

Gran parte degli italiani hanno un'immagine assai stereotipata della Russia anche a causa dello scarso interesse dei media a far vedere un paese dove si può vivere anche piacevolmente e dove le donne giungono al pensionamento a soli 55 anni, trovando giardini curati, spettacoli e concerti a prezzi convenienti e supermercati e mercatini ben forniti di merce.Continua il battage pubblicitario che vede in estate frotte di russi a passeggio tra Ischia,Capri o le isole Eolie pronti a spendere e ad acquistare il meglio del made in Italy., ma a ben vedere la percentuale dei vacanzieri non è così alta sul totale della popolazione. Allora cosa fa chi non va in vacanza?. Anche coloro che raggiungono San Pietroburgo da soli o tramite viaggi organizzati ripetono i medesimi itinerari che grosso modo li vede far incetta di souvenir su Prospettiva Nevskij e più tardi in posa sotto le cupole della Chiesa del Salvatore sul sangue versato; poi eccoli sul belvedere della Cattedrale di Sant'Isacco e infine li ritroviamo nella Chiesa di Kazan dove spaesati dall'assenza di geometrie note e da icone dedicate a personaggi poco intuibili ma noti agli ortodossi non li aiuterà a capire il senso di riti e casuali incolonnamenti. Naturalmente li ritroveremo dietro a torme di cinesi nelle infinite stanze e saloni dell'Ermitage. Chi ha avuto qualche giorno disponibile in più terminerà in bellezza visitando la residenza imperiale del Peterhof o magari il Palazzo di Caterina II a Tsarskoe Selo. La premessa ci serve per sottolineare che partecipando ad un viaggio organizzato e usando quindi mezzi di trasporto dedicati, non si ha modo né di apprezzare l'efficienza e la rapidità di bus, metropolitane, tram, filobus e marshrutke (mini bus con fermate a richiesta) perdendo così l'occasione di esplorare interessanti ambienti, riserve naturali e agglomerati caratteristici ma soprattutto non si percepisce la reale vita degli abitanti di San Pietroburgo. Il notevole ampliamento della rete metropolitana, peraltro ancora in espansione, consente di giungere in luoghi che per i tour operator non hanno valore ma che invece danno un'immagine talvolta sorprendente e inusuale di questa città ancora oggi associata ai candidi e freddi panorami presenti nei film a tema russo come quello del Dott. Zhivago. Se in estate, avete intenzione di passare qualche giorno a San Pietroburgo, a titolo di esperimento provate a recarvi con la linea 2 della metropolitana a Ozerki , denominazione che viene dalla parola "ozero" che in russo sta per lago.

Uno dei laghi con spiaggia dorata a Ozerki (San Pietroburgo)
Uscite dalla stazione della metropolitana e risalite le scale sulla vostra sinistra che vi condurranno su una strada molto ampia che attraverserete usando le strisce pedonali. Varcherete quindi un ampio cancello dove a sinistra troverete una grigia toilette a pagamento e dopo qualche secondo comincerete a stupirvi vedendo prati verdi e decine di persone di tutte le età in costume sia sull'erba che sulla spiaggia di sabbia dorata che circonda un limpido lago. Il giorno della nostra escursione vari bagnanti stanno in acqua vicini tuttavia alla riva, una signora corpulenta se ne sta immobile verso il centro del lago: alcuni uomini vestiti alla maniera di Troskij stanno sull'erba e sono intenti a grigliare degli spiedini su dei bassi e minuscoli bracieri.Il luogo è veramente idilliaco e passeggiando tra i sentieri non sentiamo nessuno schiamazzare o disturbare o interrompere il relax altrui; molti stanno distesi a prendere il sole e tale obiettivo è così determinante da far ridurre al minimo la superficie di tessuto coprente di alcune veneri callipigie distese al sole con indosso inutili tanga; qualcuno legge, c'è chi beve una birra, chi passeggia con il cagnolino e chi ha portato il coniglietto in gita. Sotto un grande albero dalle radici multiple, scoperte e legnose siedono due innamorati che si fotografano a vicenda con il cellulare, più in là un'anziana signora legge il giornale con un indumento appallottolato posto a protezione del capo.Non ci sono ombrelloni ma qualcuno è seduto all'ombra degli splendidi pini, qualcun altro pesca con due canne appaiate mentre intorno alle lenze, silenziose famigliole di germani reali zigzagando tra le rive cercano angoli tranquilli dove accudire gli anatroccoli.Oggi fa particolarmente caldo e la temperatura alle 13,00 ha raggiunto i 25°. Continuando la passeggiata lungo il sentiero che si dipana lungo le rive e mantenendo la destra si risale una collinetta di sabbia e si scopre un altro laghetto e anche lì vi sono bagnanti silenziosi distesi al sole, ma anche alcuni ragazzi che trainati da un cavo legato ad un meccanismo automatico praticano lo sci d'acqua.Li vedo da lontano procedere sul lago in un percorso ad anello che consente di effettuare anche alcuni salti ed evoluzioni. In alcuni punti ombreggiati e protetti da grandi cespugli le rive sono ampiamente colonizzate da grandi foglie di ninfee che nascondono ancora sott'acqua i gialli boccioli che fioriranno tra qualche tempo rendendo ancora più bello l'intero panorama dei due laghi. Vedendo questi paesaggi non si può non pensare a quale potesse essere la bellezza di questi luoghi nel lontano 1916 quando il poeta Blok veniva a passeggiare in questi stessi luoghi e scriveva di questa sua "spiaggia incantata".Oggi  il cemento, le strade, i mega centri commerciali attorniati da alti edifici di oltre 15 piani hanno modificato il panorama circostante di questi angoli idilliaci.
Un tempo esistevano in questa area  deliziose casette di legno dipinte in tinte color pastello e immerse nei boschi, visibili ancora qua e là tra gli alberi ma ormai disabitate e malconce. Di certo spariranno a breve, sostituite da assurde residenze come quella che si intravede tra alte betulle che in parte nascondono le merlature di un castelletto medievale. Accanto ad una  vecchia dacia da cui ci si aspetterebbe di veder uscire un emaciato Lev Tolstoj si eleva una recinzione dove si intuisce che a breve spunterà una residenza di lusso con cancelli altissimi e sale fitness e tutto intorno sono già spuntate le telecamere per la videosorveglianza.Un tempo esisteva da queste parti un villaggio estivo e un teatro frequentato per lo più da scrittori e artisti che da questo paesaggio lacustre traevano spunto, :magari potreste fare anche voi come Blok, mettendovi in alto sulla collinetta in ombra, dopo aver ammirato quei grandi arbusti scenografici carichi di grappoli iridescenti di bacche dal colore invitante.Da questa posizione attendete la giusta ispirazione come abbiamo fatto noi, lasciando vagare lo sguardo su questo frammento inconsueto di Russia dei nostri tempi.L'esperimento vi costerà solo 56 rubli, poco più di un euro per andare e tornare in metropolitana e scoprire i laghi di Ozerki. Portate con voi la crema abbronzante e se avete dimenticato la stuoia, niente paura: il capannone per il giardinaggio di fronte alla stazione Ozerki ne ha di belle grandi, pieghevoli e a prezzi economicissimi.
Cliccate su questo link " immagini ozerki" per visualizzare altre foto dai nostri album.
Attendiamo anche i vostri commenti e le vostre recenti impressioni allorquando ripeterete il nostro itinerario.

Buon divertimento !

15 febbraio 2013

Andare in Russia: istruzioni di viaggio. Parte prima


Ci capita spesso di fornire chiarimenti a coloro che incuriositi dai nostri resoconti, stanno maturando l'idea di passare un periodo di vacanze in Russia magari facendo tappa a Mosca per poi visitare anche San Pietroburgo. 

Occorre dire che non tutti hanno l'abitudine di acquistare guide cartacee e sono numerosi coloro che sui siti web specializzati cercano di risolvere i loro dubbi ottenendo  qualche informazione utile. Ci preme tuttavia avvisare che molte pagine web e forum di viaggio contengono notizie errate, poco atttendibili ma soprattutto non aggiornate. Abbiamo deciso quindi di redarre una sorta di sintetico vademecum per quei lettori che si trovano nella stessa situazione.
Cominciamo con l'avvertirvi che se volevate andare in Botswana o in Giappone o addirittura a Hong Kong, non vi avrebbero chiesto nessun visto d' ingresso, mentre se la vostra intenzione è quella di visitare a fini turistici il territorio della Federazione Russa e visitare Mosca o San Pietroburgo dovrete avere un passaporto con validità estesa ai sei mesi successivi al viaggio e con almeno un mese di anticipo dovrete richiedere un visto d'ingresso ai consolati generali della Federazione Russa presenti in Italia. Nel link dell'Ambasciata Russa in Italia trovate maggiori informazioni e dettagli sulle varie tipologie di visto e gli indirizzi nelle varie città italiane. Per richiedere il visto a fini turistici occorrono oltre alle vostre foto, tre elementi essenziali che rappresentano la "conditio sine qua non", per entrare nel territorio della Federazione  Russia. Di recente ma in via sperimentale è stata introdotta una nuova modalità che prevede richiesta e rilascio del visto totalmente on line per i quali esistono tuttavia regole e limitazioni di durata.
 1)La lettera d'invito: essa può essere redatta da un vostro amico o parente stretto o dalla fidanzata residente in Russia; se invece organizzate da soli il viaggio , la lettera d'invito vi verrà fornita dal soggetto che vi affitta l'alloggio o  dall 'albergo o anche dall'agenzia russa o italiana che organizza il vostro tour o gestisce le prenotazioni alberghiere. Se invece avete intenzione di acquistare un tour organizzato, penserà a tutto l'agenzia in Italia facendovi pagare tale servizio extra.
 2)I biglietti aerei di andata e ritorno (non le sole prenotazioni) dall'Italia per la località o le località (inclusi i diversi itinerari che si ha intenzione di effettuare nel territorio della Federazione Russa).
 3)Assicurazione sanitaria per il periodo di permanenza nella Federazione Russa (del tipo offerte da Allianz e Europ Assistance e acquistabili anche on line da ogni singolo passeggero). Inoltre va ricordato di custodire in luogo sicuro la carta di immigrazione che vi verrà consegnata allo sbarco in aeroporto al momento del vostro ingresso o sul treno (per chi proviene ad esempio dall'Estonia o dalla Finlandia). Ricordiamo che dal giugno 2013 la carta di ingresso viene compilata direttamente dagli agenti della polizia di frontiera. Giunti a destinazione, occorre poi entro sette giorni lavorativi registrarsi presso gli uffici dell' UFMS ovvero Ufficio Federale per l'Immigrazione (il sito web è in russo ma usando Google Chrome si ottiene una discreta traduzione.
Tale registrazione viene comunque eseguita al check in, dagli stessi albergatori o dall'agenzia che vi ha affittato l'alloggio. Chi è ospite di parenti , amici o della fidanzata, dovrà recarsi invece personalmente all'Ufms o trovare un'agenzia che lo faccia in sua vece, dietro compenso. Segnaliamo per i pignoli che unica eccezione a quanto detto è applicabile a coloro che giungono a San Pietroburgo per via marittima quindi tramite crociera organizzata. Infatti  in tal caso si ha diritto di sbarcare senza visto e visitare la città ma solo per 72 ore. Generalmente sono le stesse compagnie di navigazione a offrire brevi tour cittadini con guide. Chiarito quindi il fatto che per andare a San Pietroburgo non sarà applicabile l'ipotesi di cercare offerte last minute sia per alloggi che per i voli aerei, vi suggeriamo quindi di cominciare sin da adesso a tenere sotto controllo le compagnie aeree che volano sulla tratta di vostro interesse. Attraverso internet potrete prenotare i voli con Alitalia o quelli della Aeroflot o della Transaero o della compagnia S7. Altre compagnie prevedono uno scalo come quelli della KLM e della Luftansa che hanno prezzi abbordabili se l'acquisto viene effettuato lontano dai mesi di giugno e luglio o dalle vacanze natalizie.
Solo nel periodo estivo poi è possibile trovare voli con scalo intermedio a Roma con partenza da Catania, offerti da Alitalia e dalla compagnia spagnola Vueling.
Noi abbiamo simulato di acquistare in febbraio un volo andata e ritorno da Roma a San Pietroburgo e il sistema ci ha offerto per 338 euro un biglietto AR con partenza il 20 e ritorno il 28 giugno. Pochi sanno che i passeggeri di sesso femminile che hanno superato il 55° anno di età godono sui vettori russi di una riduzione sul prezzo del biglietto. Se volete provare l'esperienza delle notti bianche chiariamo allora che mentre in inverno a queste latitudini nordiche si possono avere al massimo 5 ore di luce, ecco che nel mese di giugno si arriva a ben 18 ore: il sole sparisce per pochi gradi sotto l'orizzonte e la città rimane pertanto illuminata anche a tarda notte senza  l'utilizzo di illuminazione artificiale. Ormai da tempo i vari enti preposti all'organizzazione di eventi e le autorità cittadine scelgono questo periodo per offrire ai pietroburghesi, ai numerosi turisti russi e internazionali una serie di spettacoli che si svolgono sia al chiuso che nelle piazze, nei palazzi imperiali fuori città e sulle acque della Neva non più gelata . In tanti amano passare da un canale all'altro a spasso per la città per godere della luce, dell'agognato tepore estivo (temp.max media 20-22°) che risveglia anche numerosi artisti di strada che si esibiscono ovunque e a qualsiasi ora. Sulle ampie Prospettive, non solo sulla notissima Nevskij (attenzione si legge Nieskj e non Neviski ) oltre a poter effettuare acquisti e fare pause gastronomiche, assisterete a parate in costume; gli amanti del mare potranno seguire regate o navigare su vascelli dalle vele multicolore; numerosi e originali sono i cortei matrimoniali solitamente seguiti da amici e parenti in limousine, ma non mancano moto e auto raduni. Numerosi sono ovviamente gli spettacoli musicali ed i generi: si va dal jazz al rock alle star del pop internazionale, ma imperdibili sono soprattutto i concerti e i balletti che varrebbero da soli una vacanza a queste latitudini.

Vi avvisiamo che è bene prenotare con largo anticipo, cosa ormai semplice, visto che il teatro Mariinski ma anche la storica Phlilarmonia, esistente dal 1802, hanno  siti web ben fatti e anche in lingua inglese e lo stesso dicasi per il teatro dell'Ermitage ospitato in un'ala del museo o l' Opera Mussorgsky.
Se invece siete certi del vostro viaggio ma non amate leggere troppi dettagli sul paese che intendete visitare, ma solo potervi muovere facilmente nella città, vi suggeriamo di acquistare la guida di San Pietroburgo del National Geographic che contiene tutto il necessario, mappa inclusa, per chi ha a disposizione tra i 7 e i 10 giorni, per apprezzare una delle metropoli più eclettiche e vivaci a settentrione del pianeta, raggiungibile da Roma in circa 3 ore e 30 minuti di volo. Chi ha più tempo o dispone di un visto multiplo o è particolarmente curioso opti per la guida della Lonely Planet più completa ma a nostro parere alquanto dispersiva per il turista occasionale.
Per una permanenza  breve è inutile pensare di poter apprendere qualche frase in lingua russa se non avete qualche ragione personale per usare il cirillico anche in futuro. Se tuttavia fate parte di quella categoria di viaggiatori che considerano il viaggiare anche come un' opportunità di apprendimento, potreste procurarvi un volumetto della Lonely Planet intitolato: Capire e farsi capire in russo; per una comprensione maggiore risulta utile un vocabolario compatto di russo come lo Zanichelli. Se la vostra permanenza in terra russa prevede tempi più lunghi vi suggeriamo di iscrivervi ad un corso presso l'Istituto Derzhavin (San Pietroburgo) e procedere con gradualità evitando i corsi intensivi. Vi suggeriamo tuttavia di imparare da subito almeno i numeri: vi consentiranno di acquistare biglietti sui bus e i tram e di richiedere i gettoni alle casse della metropolitana (non ci sono biglietti). Lo stesso vale per i biglietti di ingresso nei parchi imperiali e nei musei. Va detto a chiare lettere che da queste parti l'inglese non è molto praticato, quindi armatevi di pazienza e in caso di difficoltà dite solo: "ia italianiez ia ni panimaiu" ,cioè io sono italiano non capisco.
Nei prossimi post tratteremo di stagioni ideali per il viaggio, abbigliamento, trasporti e telefoni.
Chi avesse quesiti particolari potrà contattarci tramite il guestbook a sinistra. I commenti sono graditi soprattutto se avete qualche segnalazione o suggerimento aggiuntivo utile ad altri lettori.
A presto !


10 gennaio 2013

Giochi invernali nei parchi di San Pietroburgo

Giochi sul lago gelato nel Parco Yusupov a San Pietroburgo
Il numero di viaggiatori che si reca in Russia ed in particolare a San Pietroburgo nel periodo invernale è decisamente esiguo rispetto ai cittadini russi che decidono invece di recarsi in Italia.Tale risultato è frutto di alcuni stereotipi che vengono di volta in volta enfatizzati da organi di informazione poco inclini a invertire tali ovvie rappresentazioni. Ecco allora che eventi meteo temporanei poco rappresentativi dell'intera Federazione Russa e dello stile di vita odierno non stimolano certo il desiderio di provare a vivere un'esperienza diversa ma tipica a queste latitudini nordiche.
Molti hanno ancora della Russia nel suo insieme, l'idea di un paese non molto diverso dai tempi del dott Zivago, associandone il nome a interminabili distese innevate e temperature polari, mentre in realtà centinaia di uomini e mezzi lavorano costantemente per rimuovere neve e ghiaccio dalle strade, ripulire i tetti eliminando incombenti stalattiti, ma continua è anche la cura dei giardini e dei numerosi parchi, luoghi di svago usufruibili durante tutte le stagioni e a tutte le temperature. Alcuni amici si sono stupiti nel vedere in televisione i documentari di Piero e Alberto Angela che hanno di recente fatto scoprire le meraviglie di San Pietroburgo e delle residenze imperiali, visitate in inverno allorquando la neve circonda i palazzi e rende magici i parchi che li circondano. La scarsa conoscenza di questo grande paese parte dalla scarsa presenza sui canali italiani di servizi sulla Russia, tranne qualche documentario su Rai 5 realizzato dalla Bbc. Inoltre una recente campagna promozionale aveva escluso l'Italia tra i paesi dove promuovere le bellezze della Russia forse a causa della nostra critica situazione economica  ma anche sul web sono scarse le pagine dotate di appeal, contenenti sia utili informazioni ma anche immagini relative alle numerose repubbliche che compongono il suo territorio.Se gli strumenti messi oggi a disposizione dei navigatori di internet consentono con Google Chrome e Mozilla di tradurre anche pagine redatte in cirillico è pur vero che pochissimi digitano nei motori di ricerca luoghi come Kazan, Pskov e rimangono terre incognite sia l'antica Veliky Novgorod che le isole Solovetsky.
Le forche caudine del visto ancora necessario per entrare nei territori della Federazione Russa frenano molti tra i viaggiatori più intraprendenti e sono rari i turisti che decidono di andare alla scoperta delle numerose repubbliche che compongono il variegato mondo della Federazione Russa un tempo noto come URSS ma che i russi chiamavano CCCP.(si legge eseseser).
 Per un primo assaggio suggeriamo di andare alla ricerca (inizialmente fatelo virtualmente) della Udmurtia o della Buriazia ma sono certo che rimarrete stupiti scoprendo l'esistenza della Ciuvaschia ma anche l'esistenza della Carelia che cela nel suo territorio suggestivi parchi come quello di Kalevala e riserva incontri inusuali con popolazioni che hanno mantenuto antichi idiomi finnici intorno al lago dal curioso nome di Syamozero. Anche la Yakutia riserva molte sorprese:quest'ultima repubblica è ben nota per essere terra di record meteorologici: la città di Omyakon per una serie di condizioni orografiche uniche poteva vantare fino a qualche anno fà di essere la città più fredda del mondo.Oggi il termometro non supera quasi mai i 50° sotto lo zero e c'è anche chi come Bolot , guida e giornalista, propone attraverso il suo sito Ask Yakutia , escursioni su fuoristrada e alloggi ben riscaldati, dotati anche di sauna.Chi si trova a San Pietroburgo con facilità scoprirà l'esistenza dell'Ossezia nei menu dei numerosi ristorantini di origine georgiana che propongono saporite ricette di questa regione ubicata giusto al confine meridionale della Russia. Detto questo spero di avervi incuriosito e stimolato nelle vostre ricerche, tuttavia se invece volete sapere cosa accade oggi a San Pietroburgo, sappiate che quelli che fino agli inizi di ottobre erano parchi e giardini fioriti dotati di laghetti e panchine sempre verniciate a nuovo, oggi sono luoghi ideali per attività e giochi invernali. Nei parchi più estesi come quello della Vittoria(Pobedy), parallelo a Moskovsky prospect, raggiungibile in metropolitana e nel Parco degli Eroi lungo la via che dall'aeroporto di Pulkovo conduce in città, sono numerosi i patiti di sci di fondo che soprattutto nei giorni che seguono il capodanno, approfittano di questo periodo festivo in cui scuole, istituzioni e banche chiudono i battenti seguendo per pochi giorni le festività del calendario ortodosso. Chi giunto a San Pietroburgo in inverno vuole associare lo sport al paesaggio, prenderà invece il treno dalla stazione Vitebski (biglietteria sul lato destro e costo 41 rubli) e in circa 35 minuti si troverà immerso nella magica atmosfera che più natalizia non si può del Parco di Pavlosk.
Pavlosk Park, San Pietroburgo winter 2012
 Decine di operai ogni giorno livellano e sistemano il parco dotato di lunghissimi e ampi sentieri adatti anche alle troike trainate da cavalli, mentre una passeggiata all'interno di un ambiente di ben 520 ettari e una scorta di noccioline e semi vi consentirà di provare l'esperienza unica di nutrire simpatici scoiattoli facilmente individuabili dal colore rossiccio, in netto contrasto con il manto imbiancato degli alberi. Se non temete di provare dei pattini da ghiaccio potrete invece recarvi in una delle piste presenti in città e magari tentare di fare nuove amicizie utili a migliorare il vostro vocabolario di russo. In basso trverete il link contenente indirizzi e mappe degli impianti maggiori e i costi.  

Volete dedicarvi ad attività a basso rischio ma all'aperto ? Allora fate come i bambini fotografati in alto nel parco Yusupov a due passi dalla stazione metropolitana di Sennaia. Anche voi potrete dire di aver passeggiato sul ghiaccio a meno 15° sotto zero (in realtà saranno solo 5° sotto zero) su un lago ghiacciato in Russia; se aggiungerete magari che avete bevuto due bicchierini di vodka in compagnia di due devuske (ragazze) con due "ochi ciornje" (occhi neri) in verità assai rari o in alternativa due simpatici e ricchi russi proprietari di decine di ristoranti e miniere di diamanti, :farete così contenti i vostri amici tanto amanti degli stereotipi.
Nei prossimi post cercheremo di farvi scoprire altri aspetti inediti di San Pietroburgo, fornendovi le nostre personali istruzioni per l'uso. Approfitteremo di questa finestra sull' Europa anhe per scoprire qualcosa di più anche sulle nazioni circostanti, raggiungibili in treno, in bus o via mare.

Impianti di pattinaggio su ghiaccio a San Pietroburgo :
 http://www.sntpeters.com/news/news-and-events/200-skating-rinks-in-st-petersburg.html

Buon divertimento !


28 novembre 2012

Fare 4115 Km per lavorare: la lezione dei pendolari uzbeki

tabellone delle partenze da Pulkovo 1 (San Pietroburgo)
Ci trovavamo all’aeroporto di Pulkovo, una quindicina di km a nord di San Pietroburgo, per accompagnare al terminal 1 un parente e ci aveva incuriosito un folto gruppo di passeggeri in partenza. tutti dotati di grossi borsoni e sacche per lo più nere come neri  erano gran parte degli indumenti da loro indossati. Avevano un aspetto diverso dai russi e una carnagione scura ma soprattutto erano alquanto tarchiati . Molti portavano un berrettino di lana posto sul capo più per tenerlo al sicuro da qualche parte che non per indossarlo. Ad un certo punto mentre  il nostro parente completava il check in, una impiegata dell’aeroporto sollecitava ad alta voce i passeggeri diretti a Taskent, invitandoli a mettersi in coda allo sportello a destra di quello diretto a Roma .
Le decine di viaggiatori infatti erano sparpagliati per il salone ma tutti intenti in un’operazione curiosa ma probabilmente necessaria: tutti muniti di rotoli di polietilene trasparente avvolgevano con cura meticolosa i loro borsoni e sacche, custodi dei loro scarsi averi, creando quasi dei bozzoli trasparenti ma a loro modo di vedere, inaccessibili. Da notare che in aeroporto si trovavano due postazioni di quelle società che imballano perfettamente i bagagli per pochi rubli ma probabilmente il loro sistema era sicuramente più economico ma non sappiamo però se efficace; quel che è certo è che nel salone delle partenze di Pulkovo 1 stavano eseguendo un vero concerto e i musicisti erano le decine di viaggiatori intenti a trasformare i loro bagagli.in lucenti crisalidi.
Avevamo visto spesso in città operai simili , piccoli di statura e di carnagione scura nei vari cantieri dove si stanno realizzando grandi opere (teatro Mariinsky e alcuni tratti di autostrade e svincoli nella zona ad est della città) e probabilmente anche quelli che adesso erano a Pulkovo avevano lavorato per vari mesi e ora rientravano a casa. Ho seguito per qualche tempo un forum on line del Corriere della sera dove in tanti, soprattutto giovani si lamentavano del loro pendolarismo obbligato per poter racimolare qualche euro e della penosa situazione di dover percorrere con i mezzi pubblici o propri “anche 50 km” e “addirittura 80” pur di lavorare. Ebbene tornato a casa ho calcolato con Google map quanti km dovevano percorrere quegli uomini che venivano dalla Repubblica dell’Uzbekistan per tornare a casa dai loro cari: la risposta la vedete visivamente nella mappa allegata ma scrivere questa distanza fa un effetto particolare “ 4115 Km “. Spero che questo numero faccia riflettere i tanti giovani che con decine di scusanti stanno ancora nella stessa casa dove sono nati, lamentandosi magari di pochi km giornalieri !


Visualizzazione ingrandita della mappa

Samarcanda
Ma torniamo alla meta dei nostri lavoratori pendolari: Tashkent ; sicuramente non è una destinazione usuale almeno nei nostri aeroporti italiani. Occorre servirsi di internet per scoprire che tale città abitata da oltre due milioni di abitanti si trova in Uzbekistan, lo stato più popoloso dell’Asia centrale Attraverso questi territori per secoli i vari mercanti hanno fatto la spola lungo la cosiddetta “ Via  della Seta” oggi divenuta “ Via del Cotone” , visto che l’Uzbekistan è il secondo produttore al mondo dopo gli Stati Uniti.Inoltre pochi sanno che in una zona desertica al suo interno, chiamata Kyzylkum simile ad un paesaggio lunare , si trova Muruntau, la più grande miniera d’oro a cielo aperto del mondo. Di colonizzatori poi queste terre lontane abitate in origine da tribù iraniche ne hanno visti parecchi:dai mongoli di Gengis Khan , alle legioni di Alessandro Magno, dalle tribù caucasiche agli arabi giunti qui nel 751, poi l’inglobamento nell’impero degli  gli zar e fino ai tempi recenti in cui la sua denominazione era stata di Repubblica Socialista di Uzbekistan.Dal 1991 l’Uzbekistan è una repubblica indipendente ma la sua anima è sicuramente multietnica come i geni di quelli che l’hanno abitata.Basta leggere nella storia del paese o dare un’occhiata alle lingue e alla scrittura e viene fuori il lungo cammino di questo paese abitato già nel VI° secolo avanti Cristo. Qui le religioni sono state diverse , dal buddismo all’Islamismo, dallo Zoroastrismo al cristianesimo nestoriano. Si è parlato l’arabo, si è usato il russo e l’alfabeto cirillico, poi si è tornati ad usare la lingua uzbeca ma utilizzando i caratteri latini. Oggi per ragioni economiche si usa il russo come lingua del commercio ma nelle campagne dove ancora è diffuso il baratto. si continua a parlare l’uzbeco mentre a Samarcanda si parla il tagiko. Per chi avesse cominciato ad incuriosirsi diremo che la città di Samarcanda resa magnifica da Tamerlano al punto che lasciò stupito perfino Alessandro Magno si trova proprio in questo paese. Inoltre nonostante i nefasti effetti distruttivi dei terremoti e le improprie edificazioni di stile sovietico, questo paese lascia ancora stupefatti i visitatori e  sebbene l’Unesco l’abbia inserita tra i siti Patrimonio dell’Umanità sono ancora rari i turisti che decidono di andare in Uzbekistan per scoprirne le meraviglie.
Comunque se vi capitasse di incontrare degli Uzbeki , per favore evitate di lamentatevi dei fatto che lavorate lontano da  casa e magari regalategli un bel rotolo di domopack ultraresistente, qui in Russia infatti il polietilene è di scarsa qualità, siamo certi che si ricorderà di voi alla prossima trasferta.

autore: Rolando Profita